Cos’è il cambiamento climatico e come influenzerà la nostra e le future generazioni

Il cambiamento climatico minaccia la vita sulla terra e l'uomo ne è in gran parte responsabile. Per fortuna si può ancora correre ai ripari per evitare il peggio.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Sempre più spesso sentiamo parlare di cambiamento climatico, riscaldamento globale, catastrofi ambientali annunciate, mutamento del clima ma districarsi in questa materia traversale tra ecologia, economia, risorse e scenari non è affatto semplice.

Per molti ci troviamo sul limitare di una nuova e spaventosa era, mentre altri insistono sul fatto che il cambiamento climatico non esiste, come fare dunque chiarezza?

Cosa si intende per cambiamento climatico?

Il nostro pianeta Terra è in continua evoluzione dal momento della sua creazione, 5 miliardi di anni fa. Da allora una serie di sconvolgimenti ambientali hanno determinato una variabilità climatica che si sussegue senza sosta e che continuerà a farlo anche senza la presenza dell’uomo, fino alla fine della vita naturale del Pianeta.

Ma mentre la variabilità e le mutazioni fanno parte di un ciclo del tutto naturale, con l’alternanza di ere glaciali ed epoche più calde della nostra, per capire il cambiamento climatico bisogna rifarsi alla sua definizione che compare nel Glossario Dinamico ISPRA-CATAP.

Con cambiamento climatico si intendono, infatti, solo ed esclusivamente quei mutamenti ecologici e ambientali dovuti direttamente o indirettamente all’uomo e che quindi siano stati generati da un intervento antropogenico.

Cambiamento climatico: un problema di atmosfera

Alla base del cambiamento climatico si trova la variazione o alterazione della composizione atmosferica dovuta alle attività dell’uomo, che si ripercuote a cascata, con un effetto domino, su tutte le creature viventi e gli ecosistemi del mondo.

Come vedremo tra poco, il problema principale è l’emissione nello strato più vicino al suolo terrestre di gas che aumentano l’effetto serra, facendo surriscaldare la terra.

Riscaldamento climatico cause

Cambiamento climatico, immissioni CO2

Il riscaldamento climatico viene calcolato a partire dalla media delle temperature misurate sulla terra nell’arco di lunghi periodi.

In base all’analisi dei resti o dei fossili della vegetazione, delle tracce di fiumi, mari e bacini idrici, popolazione animale e altri parametri specifici è anche possibile ricostruire l’andamento delle temperature risalendo a tempi antichissimi.

Sebbene la ciclicità delle condizioni climatiche sia ben attestata, oggi gli esperti del settore non hanno dubbi. La terra si scalda di anno in anno sempre di più, a un ritmo molto più sostenuto di quanto non sia mai stata la naturale oscillazione.

La causa principale di questo innalzamento delle temperature è imputabile all’aumento dell’effetto serra, a sua volta dovuto all’utilizzo massivo di combustibili fossili, petrolio, carbone e gas, e all’immissione nell’atmosfera di grandi quantità di anidride carbonica da parte delle attività umane.

La deforestazione, la selezione di piantagioni resistenti e produttive a discapito della naturale biodiversità dei suoli e terreni, la globalizzazione, l’introduzione di specie aliene in territori lontani da quelli originari sono tutte concause che non fanno altro che peggiorare l’effetto serra.

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Effetto serra, un fenomeno naturale

Quando si sente parlare di effetto serra siamo abituati a far scattare un campanello d’allarme nella nostra mente perché lo associamo indissolubilmente ai cambiamenti climatici.

In realtà è un fenomeno del tutto naturale che serve per regolare la temperatura a terra, per rinnovare il ciclo dell’ossigeno e dell’anidride carbonica per la fotosintesi clorofilliana delle piante e per trattenere parte dell’energia solare vicino alla crosta terrestre.

Se non ci fosse l’effetto serra, la vita sulla terra non sarebbe possibile perché le temperature al suolo sarebbero proibitive.

Il problema delle attività antropiche è che fanno in modo che il calore e l’energia provenienti dal sole siano di molto superiori rispetto al normale, causando un’alterazione dell’atmosfera e delle temperature terrestri.

Quando sono iniziati i cambiamenti climatici?

Le prime rilevazioni sistematiche della temperatura media mondiale sono iniziate nel 1850. Grazie ai dati  raccolti da allora è possibile ricostruire l’intensificazione dell’effetto serra dovuto alle attività antropiche.

A partire dal 1860, in concomitanza con la seconda rivoluzione industriale e con l’ascesa di macchine a combustione di carbon fossile e coke, e per i primi decenni del Novecento l’aumento di temperatura si aggirava intorno a 0,3 – 0,6°C.

I picchi maggiori sono stati raggiunti nel 1940 e 1970, mentre gli anni più caldi in assoluto sono caduti tutti nei primi quindici anni del nuovo millennio.

In poco meno di due secoli, la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera è aumentata di un terzo, raggiungendo il livello più alto degli ultimi 5 milioni di anni.

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Quanto incide l’uomo sul clima?

Questo dato allarmante è stato associato, non senza grandi dibattiti e polemiche, all’uomo. Ciò che difatti è cambiato rispetto alle epoche precedenti è la modalità con cui l’uomo ha iniziato a lavorare e trasformare le risorse naturali, raggiungendo livelli di produzione enormi e spesso incontrollati.

Le principali emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera dovute ad attività antropiche sono imputabili soprattutto ai settori di:

  • produzione dell’energia da fonti non rinnovabili
  • trasporti
  • agricoltura a base di fertilizzanti azotati
  • allevamento intensivo di bestiame
  • industria

Queste attività producono CO2, responsabile al 63% dell’effetto serra,  metano, ossido di azoto e altri gas serra in concentrazioni che arrivano a sfiorare il 40% in più rispetto ai livelli pre-era industriale.

Come è cambiato il clima negli ultimi 50 anni?

La temperatura media mondiale è così aumentata di 0,85°C con un trend sempre al rialzo negli ultimi trent’anni: ogni decennio è stato più caldo di quello che lo precedeva.

Il dato più significativo acquisito a partire dal 1979 con le misurazioni delle sonde metereologiche aerostatiche riguarda sia il riscaldamento a terra che quello dei mari e della fascia atmosferica che si estende fino a 8.000 metri di quota.

Anche qui infatti l’innalzamento della temperatura è stato più che evidente, con un aumento di 0,15°C.

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Riscaldamento globale conseguenze

Cambiamento climatico, stravolgimento degli equilibri globali

Una variazione di 0,85°C della temperatura media globale ha portato a una serie di conseguenze a livello locale che si ripercuotono sugli equilibri ecologici e sociali lì esistenti.


I primi, immediati effetti dell’innalzamento delle temperature dovuti al cambiamento climatico sono stati facilmente percepiti nell’arco di una decina di anni.

Cambiamento meteorologico

Negli ultimi vent’anni climatologi e meteorologi hanno constatato un effettivo cambiamento delle condizioni meteo in tutto il mondo. L’aumento dei periodi di siccità o viceversa un’inusitata abbondanza di piene e alluvioni, di uragani e di tempeste sono tutti indici di un mutato equilibrio dal punto di vista climatico.

Il rischio sempre più concreto è quello di “perdere” le stagioni, per assestarsi su due soli estremi, caldo e freddo, con inevitabili conseguenze catastrofiche sotto ogni punto di vista.

Innalzamento degli oceani

Una delle conseguenze più preoccupanti del riscaldamento globale è l’innalzamento del livello delle acque oceaniche, che in poco più di un secolo sono salite di 18 cm, di cui 6 negli ultimi 20 anni.

Si prevedono oltre 250 milioni di rifugiati climatici per il 2050, quando molti stati insulari scompariranno inghiottiti dalle acque se il ritmo di innalzamento dovesse rimanere quello attuale.

Lo scioglimento dei ghiacci è il principale responsabile dell’elevazione degli oceani, processo che in alcuni casi risulta già irreversibile, come per alcune zone della calotta antartica.

A questo si aggiunga anche il pericolo dettato dall’acidificazione delle acque che assorbono sempre più anidride carbonica, rendendo la vita nei mari ostile a conchiglie, alghe, plancton e coralli, vere e proprie basi su cui si fonda tutta la vita marina e terrestre.

Biodiversità ed ecosistemi

Come abbiamo appena visto, l’aumento di temperatura influisce negativamente sulle stagioni e sul clima. Tutto questo porta alla crisi degli ecosistemi, costretti a modificare i propri cicli naturali e destinati via via a scomparire.

Molte specie sia animali che vegetali oggi considerate vulnerabili o a rischio di estinzione non esisteranno più entro la fine di questo secolo.

Cambiamento climatico, quanto tempo ci rimane sulla Terra?

Cambiamento climatico, alterazione ecosistemi

L’umanità subisce fortemente il cambiamento climatico sebbene sia una delle maggiori cause che lo alimentano.

Gli equilibri sociali, sanitari, politici sono messi a dura prova dagli sconvolgimenti climatici. Basti pensare alla recente pandemia di Coronavirus, alla mancanza d’acqua in alcune regioni del mondo, allo scarseggiare di materie prime e risorse naturali.

L’Europa e la comunità internazionale si è autoimposta come obiettivo quello di fermare e contenere il riscaldamento globale sotto ai 2°C prima del 2030, data in cui bisognerà anche implementare e migliorare l’efficienza energetica del 32,5%.

Entro il 2050 poi le emissioni globali di CO2 saranno ridotte dal 40 al 70% rispetto al 2010 per fare in modo che nel 2100 siano prossime allo zero.

In poco più di 80 anni la produzione di energia dovrà quindi diventare totalmente ecosostenibile e provenire da risorse rinnovabili.

Leggi anche: I punti di non ritorno del clima: quanto tempo abbiamo?

Cambiamento climatico, rischi e scenari nel peggiore dei casi

Gli scenari che si aprono davanti a noi se l’inversione di rotta del riscaldamento globale non verrà avviata in tempo ricordano da vicino le pellicole post-apocalittiche a cui siamo tanto affezionati.

Scarsità di risorse energetiche, mancanza di acqua e di campi fertili getteranno le basi di nuovi conflitti per il possesso dei territori migliori. La competizione per accaparrarsi cibo, risorse idriche ed energia causerà una crisi della sicurezza non solo nazionale ma anche mondiale.

Esondazioni, smottamenti, carestie, malattie e fame decimeranno la popolazione mondiale, causando allo stesso tempo migrazioni che assumeranno le proporzioni di veri e propri esodi alla ricerca di condizioni di vita migliore.

Si stima che se le emissioni dovessero continuare all’attuale tasso di crescita, il riscaldamento sarà la causa della morte delle foreste tropicali, già a partire dalla seconda metà del primo secolo del nuovo millennio, con disastrose conseguenze facilmente intuibili.

I cambiamenti climatici si comportano come una subdola malattia, che può restare silente e in fase di incubazione per lunghi anni, per poi manifestare la loro devastante potenza in un secondo momento.

Cambiamento climatico Greta Thunberg

Paladina dell’ecologia, Greta Thunberg ha incarnato negli ultimi anni la lotta contro il cambiamento climatico.

Oggi ha 17 anni ma è grazie a lei se molte delle coscienze di capi di stato, governatori e persone influenti sul piano internazionale si siano destate, muovendosi nella direzione della salvaguardia del nostro pianeta.

Al suo grido di indignazione “mi avete rubato i sogni e l’infanzia” hanno risposto in tantissimi, che si sono mobilitati per sensibilizzare le attuali e le future generazioni sul surriscaldamento globale e per definire una strategia di arginamento della crisi climatica.

Teorie e pareri sul cambiamento climatico

Anche se oggi non è più una teoria ma una triste realtà, sono ancora in molti gli scettici e chi crede che il cambiamento climatico sia solo una montatura.

Il dibattito su chi sia il vero responsabile delle mutazioni di clima è ancora acceso e aperto.

Qualche anno fa avevano fatto scalpore alcune frasi sul cambiamento climatico di Cristiano Ceresani che aveva visto nel cambiamento climatico Satana, o la sua perfida volontà: nel 2018 l’allora capo gabinetto del Ministero per la famiglia e le disabilità imputava al demonio il motore che ha condotto l’uomo alla distruzione del pianeta.

A distanza di tempo, ancora oggi si cerca un colpevole, ma la realtà dei fatti è che lo sfruttamento intensivo delle risorse della terra è stato perpetrato dalle potenze più forti.

Come combattere il cambiamento climatico fin da subito

L’allerta sul riscaldamento globale ha cominciato ad essere in testa all’agenda delle politiche sovranazionali solo da una decina d’anni, ma molti sono gli sforzi già messi in atto per contrastare l’aumento di temperatura.

Nel 2015 è stato approvato e sottoscritto dagli stati membri del Parlamento Europeo a Parigi il primo accordo universale per combattere le cause di origine antropica del riscaldamento globale. 

A tal proposito ogni stato si è impegnato a ridurre le emissioni di gas e a preferire la produzione di energia a partire da risorse rinnovabili, a promuovere politiche di recupero e tutela della biodiversità, oltre che azioni con lo scopo della riforestazione e salvaguardia del patrimonio boschivo già esistente.

La strategia di attacco per contrastare il cambiamento climatico si basa sui cosidetti obiettivi 20-20-20 del 2007, secondo i quali entro il 2020 ogni stato avrebbe dovuto ridurre, rispetto ai livelli del 1990, del 20% le sue emissioni, del 20% il cosumo totale di energia primaria e utilizzando almeno il 20% di energie rinnovabili.

Ma anche nel proprio piccolo, ognuno può contribuire a ridurre le emissioni di anidride carbonica. Vorresti sapere come?

Leggi anche: Impronta ecologica, come alleggerire l’impatto della nostra vita sulla natura

Le parole del cambiamento climatico

Di cambiamenti climatici si parla sempre più spesso e con parole divenute ormai sempre più specifiche. Adattamento, biodiversità, carbon tax ed effetto serra; desertificazione, deforestazione, mitigazione e riscaldamento globale: sono questi solo alcuni dei termini che negli ultimi anni sono entrati a far parte del linguaggio comune e che ci capita sempre più spesso di sentire e utilizzare.

In quanto fenomeno complesso il cambiamento climatico incontra tanti e differenti campi di studio di cui molti di noi non hanno una vera conoscenza, o una conoscenza approfondita. Eppure siamo chiamati alla responsabilità, alla consapevolezza e alla partecipazione.

A tale proposito, e partendo dal presupposto che la conoscenza è sempre buona alleata, Legambiente ha messo a punto una rubrica, chiamata “Le parole del cambiamento climatico” appunto, allo scopo di chiarire, a chiunque ne avesse il bisogno, il significato di termini che a buon diritto, ormai, si utilizzano sempre più frequentemente, ma il cui significato non sembra sempre essere chiaro.

Leggi anche: Fotovoltaico e inquinamento: lo studio che dimostra quanto sia importante la decarbonizzazione

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