6 cose che solo chi soffre di depressione può capire

Soffrire di depressione è molto più che umore abbattuto e stanze buie: ecco sei aspetti di questa malattia che non tutti conoscono e che possono influire in maniera devastante sulla vita di chi ne è affetto.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
spot_img

Secondo i più recenti dati diffusi dall’OMS, a soffrire di depressione è circa il 5% della popolazione adulta a livello globale. Parliamo di una malattia potenzialmente mortale che attualmente è la prima causa di disabilità al mondo.

Si tratta di una condizione clinica che può presentarsi in diverse forme e livelli di gravità, e che influisce in maniera estremamente debilitante sulla vita lavorativa, personale e sociale di chi ne è affetto. Tuttavia, con i giusti trattamenti e le terapie, può essere tenuta sotto controllo in modo che chi ne soffre possa vivere una vita appagante e produttiva.

Cosa vuol dire davvero soffrire di depressione?

Attualmente c’è un crescente interesse da parte del pubblico nei confronti di questa patologia, che finalmente comincia ad essere vista per quello che è: una condizione clinica molto complessa che si presenta in varie forme e non più, come accadeva qualche tempo fa, uno stato d’animo dipendente in gran parte dalla scarsa forza di volontà di chi ne era affetto.

Conoscere i principali sintomi della depressione – umore depresso, perdita di interesse, disturbi del sonno, stanchezza persistente, perdita di concentrazione – è un ottimo punto di partenza per comprenderne la natura debilitante, ma esistono aspetti di questa malattia che non sono altrettanto noti e che contribuiscono a danneggiare, soprattutto da un punto di vista personale e affettivo, il vissuto di chi ne soffre.

In questo articolo approfondiremo sei aspetti della depressione che non tutti conoscono, ma che sono spesso collaterali ai sintomi principali.

Leggi anche: Ecco come puoi aiutare chi soffre di depressione: 3 atteggiamenti sbagliati e in che modo cambiarli

1. Oltre all’umore depresso, ci sono altri sintomi estremamente invalidanti

L’idea che depressione non sia sinonimo di tristezza è al centro delle campagne di consapevolezza e informazione sempre più diffuse nei confronti di questa malattia. È ormai chiaro a molte persone che uno stato depressivo non è minimamente paragonabile a una giornata no o a un momento triste. Ma, oltre all’intensità delle fluttuazioni timiche, chi soffre di depressione si confronta spesso con altre manifestazioni patologiche meno conosciute ma altrettanto invalidanti.

All’umore depresso possono accompagnarsi cali della libido e della capacità di concentrazione, incapacità di prendere decisioni, o disturbi del sonno e dell’appetito. Non è insolito confrontarsi anche con pensieri intrusivi e persistenti, che distorcono la realtà e che possono far sentire in trappola e senza via di scampo.

Leggi anche: Disturbo ossessivo compulsivo: cos’è e come riconoscerlo

2. Soffrire di depressione vuol dire non poter fare progetti a lungo termine

Soffrire di un disturbo depressivo può portare una persona a cambiare il proprio atteggiamento nei confronti dei piani a lungo termine. Nei periodi di eutimia, cioè quelli in cui l’umore è nella norma, si vive una vita normale, nella quale ci si dedica in maniera appagante al lavoro, ai propri interessi e alle proprie passioni. Quanto poi ci si ritrova in un episodio depressivo, la motivazione e l’energia calano drasticamente.

Questo può portare la persona che sta soffrendo a perdere completamente interesse nei progetti intrapresi, addirittura ad abbandonare le proprie passioni. Un diffuso senso di anedonia rende impossibile a chi soffre di depressione di godere dei momenti in cui ci si dedica ad esse, poiché non riesce più a ottenerne piacere o soddisfazione.

3. Soffrire di depressione vuol dire perdere amicizie a causa dei lunghi periodi di silenzio

Durante un episodio depressivo, è abbastanza comune ritrarsi dalla vita sociale e chiudersi in un isolamento che può essere problematico e controproducente. Sebbene le conseguenze negative dell’isolamento siano note anche a chi soffre di depressione, ci si ritira in solitudine per diversi motivi. A volte si teme di non essere capiti, altre volte non si ha l’energia per dedicarsi alle interazioni sociali o semplicemente per fingere di stare bene, altre ancora ci si sente un peso per il mondo e per i propri cari e si desidera non gravare su di essi.

soffrire di depressione

Superare un episodio depressivo coincide spesso con un vero e proprio tour delle scuse nei confronti di amici e conoscenti con i quali non ci si è fatti sentire o i cui tentativi di contatto sono stati ignorati. Nonostante queste lunghe assenze siano giustificate dalle manifestazioni patologiche di una malattia, non tutti riescono ad accettare e comprenderne le cause: spesso, dopo un episodio depressivo, ci si ritrova più soli rispetto a prima.

Leggi anche: Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, 5 pregiudizi da cambiare subito

4. Ci si sente definire pigri o deboli da chi non è in grado di capire

La stanchezza che si sperimenta in un episodio depressivo grave può essere così debilitante da rendere impossibile svolgere i più basilari compiti quotidiani. Fare le faccende di casa, farsi una doccia o rifare il letto possono diventare operazioni estremamente complesse.

Se le persone a noi più vicine non riescono a comprendere questo aspetto della malattia, chi soffre di depressione può essere visto come una persona pigra o debole, quando in realtà notevoli quantità di energia vengono spese quotidianamente solo per tenerne sotto controllo i sintomi. Durante un episodio depressivo, farsi una doccia può diventare l’obiettivo principale di un’intera giornata: in alcuni momenti è già un traguardo riuscire a sopravvivere.

Leggi anche: È il mese della Prevenzione del Suicidio, oggi più che mai dobbiamo parlarne

5. Soffrire di depressione vuol dire non essere in grado di confrontarsi con nuove esperienze

In un periodo normale, uscire dalla propria zona di comfort è uno dei metodi più efficaci per crescere come persone, confrontandosi con nuove esperienze da cui trarre riflessioni e insegnamenti.

Non così durante un episodio depressivo: l’ennesimo rewatch della stessa serie su Netflix, l’ennesima rilettura dello stesso libro, sempre lo stesso cibo e le stesse attività. Attenzione: non si tratta di pigrizia ma di sicurezza. Chi attraversa un episodio depressivo vive una condizione in cui ogni aspetto della propria esistenza è minacciato, di conseguenza cerca conforto in tutto ciò che è familiare, che è conosciuto, che non riserva brutte sorprese.

6. Non sempre gli episodi depressivi insorgono per un motivo

Stavi così bene, cosa è successo? Ecco una domanda che chi soffre di un disturbo depressivo si è sentito porre almeno una volta.

È vero, ci sono condizioni che possono contribuire all’insorgenza di un episodio depressivo: un evento traumatico, la perdita della stabilità economica, la perdita di una persona amata, la persistenza nel lungo termine di condizioni di vita avverse sono tutti fattori che possono portare alla depressione.

Può accadere, però, che l’insorgenza di un episodio depressivo avvenga anche in un periodo sereno, senza una causa scatenante. Conoscere se stessi e avere consapevolezza della propria condizione, in questi casi, è fondamentale per riconoscere i sintomi della malattia non appena si presentano in forma lieve, in modo da intervenire prima che gli episodi si aggravino.

In ogni caso e in ogni forma la depressione si presenti, rivolgersi a un professionista è sempre la strategia più efficace per ottenere risultati duraturi ed efficaci. Uno psicologo, uno psichiatra o uno psicoterapeuta possono guidare chi soffre di depressione verso i percorsi di terapia più adatti alla sua condizione.

Leggi anche: Rivolgersi allo psicologo: ecco perché ogni tanto dovremmo farlo tutti

spot_img

Correlati

Logopedia e disturbi del linguaggio: quando è necessario intervenire

Sempre più spesso si sente parlare di logopedia, ma risulta ancora difficile comprendere di...

Bonus psicologo, come funzionano le graduatorie e quando saranno disponibili?

Bonus psicologo, da oggi 18 marzo fino al 31 maggio 2024 sarà possibile richiederlo...

Ansia e angoscia, facciamo chiarezza sui 2 volti della sofferenza psicologica

La differenza tra ansia e angoscia non è così facile da intuire di primo...
Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
spot_img