Sesso, genere, orientamento sessuale, espressione di genere: facciamo chiarezza

Esploriamo le sfumature dell’identità sessuale analizzando i concetti di sesso, genere, attrazione ed espressione di genere nella società moderna.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Sesso, identità di genere, orientamento sessuale, espressione di genere: una serie di concetti sempre più attuali in una società che ogni giorno si riscopre consapevole delle proprie sfumature. E, tuttavia, tali definizioni rientrano spesso di diritto nella categoria cose di cui tutti parlano ma che nessuno ha compreso a fondo. In questo articolo faremo chiarezza su un tema che ci interessa e riguarda tutti, aiutandoci con un alleato d’eccezione, il genderbread person.

Sesso, identità di genere, orientamento sessuale, espressione di genere: diversi aspetti di un’unica identità

L’identità sessuale di una persona è la dimensione soggettiva attraverso la quale ogni individuo percepisce se stesso come essere sessuato. È un sistema complesso generato dall’interazione di diversi fattori biologici, psicologici e culturali, come il sesso, il genere e l’orientamento sessuale, ed è unica per ogni singola persona.

Per fare chiarezza sulle diverse dimensioni che essa coinvolge, l’artista multidisciplinare e attivista Sam Killermann ha realizzato una sorta di mascotte virtuale, rinominata genderbread person, per mostrare in maniera visiva e immediata in che modo ogni aspetto dell’identità sessuale si esprime nelle singole persone.

genderbread person spiegazione

Ispirato ai celebri omini di pan di zenzero – gingerbread in Inglese – la rappresentazione più aggiornata è quella che trovate nella figura qui sopra, sulla quale sono evidenziati gli aspetti di sesso, identità di genere, orientamento sessuale ed espressione di genere.

Identità sessuale individuale: cosa si intende per sesso di appartenenza

Il sesso di un individuo è l’insieme dei fattori biologici e fisiologici che lo identificano lungo un asse maschile/femminile.

Nella nostra società è abitualmente assegnato alla nascita in base all’osservazione dei genitali esterni, oppure a seguito dell’identificazione, a livello genetico, di una coppia di cromosomi XX per le femmine o XY per i maschi. Tuttavia, questa definizione non è affatto definitiva come potrebbe sembrare: il sesso di una persona non si esaurisce nelle sue caratteristiche anatomiche o genetiche, ma entrano in ballo anche altri fattori come la produzione ormonale che, una volta raggiunta la pubertà, porta allo sviluppo dei caratteri sessuali secondari, l’accrescimento del seno o la crescita della barba ne sono alcuni esempi.

Miti da sfatare: il sesso non è un sistema binario

A differenza di quanto si pensi, non possiamo considerare il sesso come un sistema binario composto dalla dicotomia maschio/femmina, ma èpiù corretto considerarlo una distribuzione bimodale, vale a dire un asse sul quale ogni individuo trova posto in uno specifico punto in base alle proprie caratteristiche. All’interno dell’asse c’è un amplissimo margine di variazioni.

Tanto per cominciare, non tutti gli individui classificabili come maschi o femmine sviluppano i caratteri sessuali secondari allo stesso modo, ovvero non tutte le donne hanno il seno della stessa misura e non tutti gli uomini sono irsuti in eguale maniera. A ciò si aggiungono condizioni di intersessualità, che non sono rare come si potrebbe pensare: la sessuologa e biologa Anne Fausto-Sterling ritiene che la percentuale di persone che presentano caratteristiche fisiologiche proprie di entrambi i sessi possa essere stimata intorno all’1,7% della popolazione.

Potrebbero, infatti, verificarsi casi in cui la produzione ormonale di una persona non corrisponda al sesso assegnatole alla nascita, oppure un individuo potrebbe possedere caratteristiche che non permettono la sua classificazione all’interno delle classiche dicotomie, ad esempio presentare genitali esterni dall’aspetto ambiguo o non del tutto sviluppati. Talune condizioni patologiche, inoltre, potrebbero portare a manifestazioni genetiche peculiari: individui potrebbero possedere cromosomi XXY o solo X, come accade rispettivamente per la sindrome di Klinefelter e di Turner.

Infine, l’eventuale condizione di inrersessualità di un individuo potrebbe avere un impatto così lieve sulla sua fisiologia che persone di fatto intersessuali potrebbero passare la loro intera vita senza sapere di esserlo.

Del resto, anche osservando la natura stessa è possibile rendersi conto di quanto essa sia diversificata in tal senso. Senza neppure scomodare casi di relazioni omosessuali – che sì, esistono in natura – ci sono specie in grado di riprodursi asessualmente, o addirittura situazioni in cui gli individui possono cambiare sesso per sopperire alle necessità riproduttive del proprio gruppo di appartenenza.

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Identità di genere e genere: di cosa si tratta?

identità di genere

Laddove il sesso di un individuo dipende dalle sue caratteristiche anatomiche e fisiologiche, il genere è invece un costrutto culturale legato all’insieme degli atteggiamenti e dei ruoli che la società assegna a uno specifico sesso. In un certo senso potremmo dire che il sesso ha a che fare con l’essere maschio o femmina, il genere con l’essere uomo o donna.

La percezione dei diversi generi cambia da cultura a cultura, se non addirittura da individuo a individuo: chiedere a persone diverse cosa voglia dire essere un vero uomo o una vera donna porterà certamente a risposte differenti. Non sempre i ruoli di genere trovano conferma a livello genetico e fisiologico: la convinzione che le donne siano per loro natura più inclini all’accudimento, ad esempio, non è mai stata validata a livello scientifico.

Non solo: le aspettative e i ruoli di genere possono cambiare anche all’interno della stessa cultura in base al periodo storico, poiché il genere è di fatto un costrutto che può variare notevolmente con l’evolversi della società. Un esempio su tutti è l’assegnazione del colore rosa al genere femminile: fino a poco meno di un secolo fa, il rosa era considerato un colore mascolino – essendo una versione più tenue del rosso, colore carico di passione e potenza – mentre alle fanciulle venivano associate le tinte delicate dell’azzurro, che spesso ritroviamo anche nei dipinti raffiguranti la Madonna. È stato solo a partire dagli anni ‘50 che abbiamo assistito a un cambio di rotta, giustificato soprattutto da operazioni di marketing, più che da effettive e dimostrabili inclinazioni.

Va da sé che, come la sessualità non è binaria, l’identità di genere lo è ancora meno, considerato che il concetto di genere si basa soprattutto su schemi di pensiero imposti e appresi.

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L’identità di genere come spettro

Potremo quindi distinguere tra persone cisgenderla cui identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita – e persone transgender che, in diversa misura si discostano da questa definizione binaria. È un errore pensare che l’identità di genere possa essere in qualche modo traviata o influenzata dall’esterno: molte persone che fanno coming out in età adulta riportano di aver sempre saputo di appartenere a un genere differente da quello loro assegnato e di aver subito lo stigma di sentirsi sbagliati in una società modellata su un ideale di identità binario.

La disforia di genere non è, quindi, un semplice malessere provato da chi sente di appartenere a un sesso differente, ma deriva da secoli di imposizioni culturali che hanno definito come accettabili una serie di confini che non sono di fatto naturali.

Le persone transgender possono anch’esse trovarsi in diversi punti dello spettro non binario delle identità di genere. Alcune di loro vivono serenamente in un’identità fluida, mentre altre possono decidere di intraprendere un percorso, detto transizione, per modificare il proprio corpo in modo che le sue caratteristiche corrispondano a quelle del sesso biologico opposto. Questo avviene attraverso operazioni chirurgiche – come la rimozione dei seni, la falloplastica o la vaginoplastica – e terapie ormonali. Un transgender che abbia completato la transizione può essere considerato transessuale e può richiedere il riconoscimento legale del cambio di sesso assegnato. Per saperne di più, in un articolo precedente abbiamo approfondito l’argomento identità di genere nella società moderna.

Attrazione e orientamento sessuale, in cosa consistono

Altra caratteristica fondamentale dell’identità di una persona è il suo orientamento sessuale, che è relativo al sesso o genere dal quale un individuo si sente attratto. A differenza di quanto vorrebbe un diffuso pregiudizio, l’orientamento sessuale è distinto dal sesso e dal genere di appartenenza: qualunque individuo può sentirsi attratto romanticamente o sessualmente da qualsiasi altro sesso o genere. Allo stesso modo, l’attrazione, sia essa sessuale o romantica, è disgiunta dalle abitudini sessuali di una persona, che sono invece una scelta comportamentale.

È quindi insensato pensare che un uomo gay – quindi sessualmente attratto da altri uomini – sia automaticamente effeminato, così come è un errore pensare che una persona pansessuale – attratta da individui di qualsiasi genere, sia esso binario o non binario – sia necessariamente promiscua.

Come la società evolve e matura, così anche il concetto di orientamento sessuale muta di conseguenza. Fino a un paio di decenni fa, si riteneva che le persone potessero essere soltanto eterosessuali, omosessuali o bisessuali, mentre oggi siamo in grado di riconoscere più identità all’interno di uno spettro molto più ampio. In un articolo precedente abbiamo approfondito questo argomento analizzando i sette orientamenti sessuali più comuni.

Rapportarsi ai ruoli percepiti: cos’è l’espressione di genere

espressione di genere vs identità di genere

L’ultimo tassello a completamento dello sfaccettato quadro delle identità sessuali è l’espressione di genere, caratteristica legata al modo in cui un individuo si pone nei confronti delle aspettative di genere della società di appartenenza. Il costrutto societario associa determinati comportamenti – atteggiamenti, abitudini e modo di vestire, ad esempio – a un genere piuttosto che a un altro. Davanti a queste aspettative, la singola persona sceglie come esprimere il proprio sé e presentare la propria identità di genere.

È un concetto molto moderno e spesso poco compreso a causa dei pregiudizi legati a ruoli e stereotipi percepiti. Anche in questo caso, infatti, non ci troviamo davanti a una dicotomia, ma a un ampio spettro di espressioni di sé, ed è fondamentale soprattutto rendersi conto che, come l’orientamento sessuale non è intrinsecamente legato all’identità di genere, lo stesso discorso vale per l’espressione di genere. Detto in parole povere, un uomo potrebbe vestire abitualmente in abiti femminili e comunque identificarsi nel genere maschile.

Tutte le caratteristiche qui elencate fanno parte di una concezione del sé che la società moderna occidentale sta ancora scoprendo, analizzando e comprendendo a fondo. È possibile – se non addirittura molto probabile – che nuove sfumature emergeranno tra qualche anno. Di certo un orecchio più attento all’ascolto e un atteggiamento validante nei confronti del vissuto irripetibile di ogni singolo individuo ci guideranno verso una società più inclusiva e libera da insensate discriminazioni.

Leggi anche: Autorevole, autoritario, permissivo: come essere buoni genitori con l’aiuto della psicologia

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