Nubifragio a Palermo, dobbiamo abituarci a qualcosa che sarà la normalità?

Il violento nubifragio che ha colpito ieri il capoluogo siciliano non è che l’ennesimo segnale di un'emergenza, viva, attuale, di un cambiamento climatico sempre più presente nella vita di tutti.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Nessuno può essersi scordato le immagini di Venezia lo scorso novembre 2019. Una Venezia allagata come mai si era vista, e per giorni interi non si sapeva come sarebbe finita. Se mai sarebbe stata più la stessa. Non era questione di meteo, era questione di emergenza climatica. E così Palermo ieri, con immagini apocalittiche di un capoluogo italiano sommerso letteralmente sotto metri di acqua piovana, in piena estate. Pioggia che nessun sistema di meteorologia o protezione civile ha previsto. E che ha causato danni mostruosi. Un’emergenza che ha colpito Palermo, ma che poteva colpire qualsiasi luogo in Italia, e che ci riguarda tutti, da molto vicino.

Venezia allagata cambiamento climatico 2019
Una fotografia di Piazza San Marco a Venezia durante gli allagamenti del novembre 2019.

Il cambiamento climatico esiste, che lo vogliate o no

Ci sono i negazionisti del cambiamento climatico. In effetti, a pensarci bene, ci sono i negazionisti dei negazionisti. Non è affatto raro, dai palchetti del politico di turno, ascoltare la massima: “sentite che freddo, e mi dicono che c’è il riscaldamento climatico”. Inutile pubblicare dati statistici, paper di produzione scientifica inoppugnabile, ricerche e chi più ne ha più ne metta sul fatto che l’attività dell’uomo ha un impatto devastante e inequivocabile sul nostro pianeta. Che il riscaldamento globale non significa più caldo, ma fenomeni climatici estremi più frequenti e violenti. L’industrializzazione incontrollata, l’inquinamento idrico e del suolo, la desertificazione e la cementificazione selvaggia sono cose che non appartengono solo ai decenni passati, sono qui, ora, tra di noi. La sempre più incalzante presenza di incendi che durano mesi e interessano zone vaste come Australia e Siberia, la scarsità di risorse che incombe e i rischi sempre più elevati di malattie nuove (vi ricorda qualcosa?) sono problemi che ci interessano nonostante qualcuno cerchi di sviarci.

Leggi anche: I cambiamenti climatici si studieranno nelle scuole italiane

Palermo oggi

Palermo ieri non è che un esempio di un qualcosa che convive con noi, e sarà sempre più determinante di ciò che siamo e saranno le generazioni future. Una pioggia, che specifica il Sindaco Orlando, nessun aveva previsto “nemmeno i meteorologi che curano le previsioni nazionali”. Infatti la Protezione civile non aveva diramato nessun allarme o comunicato riguardo una possibile bomba d’acqua tanto devastante. Si parla di convivere con i radicali cambiamenti climatici odierni. Il Sindaco siciliano oggi si è espresso così:

oltre un metro di pioggia è caduta oggi a Palermo in meno di 2 ore. La pioggia più violenta nella storia della città almeno dal 1790, pari a quella che cade in un anno.

Palermo nubifragio 2020
Fotografia di una strada di Palarmo, 15 luglio 2020.

Coldiretti in trincea

Sono sempre di più le manifestazioni violente del clima nel nostro Paese. La Coldiretti, con una elaborazione su dati dell’European Severe Weather Database (Eswd) ci comunica che:

Dall’inizio dell’anno ad oggi lungo la penisola si sono verificati 66 nubifragi con precipitazioni violente e bombe d’ acqua, con un aumento del 22% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a conferma dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con il moltiplicarsi degli eventi estremi.

Leggi anche: “Siate parte della soluzione, non del problema”, i giovani tornano a marciare per il clima

Cosa dice Coldiretti

La Coldiretti, in quanto maggiore associazione di agricoltura italiana è evidentemente la prima che si spende per sensibilizzare sui cambiamenti climatici che interessano il bel paese. Per l’associazione sono evidenti le conseguenze dei cambiamenti climatici per chi la terra la rispetta e da cui deriva il proprio sostentamento. Sottolineano come l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza:

alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.

Leggi anche: “È fondamentale risolvere il problema dei cambiamenti climatici”, la lettera degli scienziati alle Istituzioni

Consumo del suolo

Non manca di sottolineare come il fenomeno sia aggravato dal consumo di suolo, con una cementificazione che nell’ultimo quarto di secolo ha fatto svanire il 28% di terreno arabile. Cementificazione che non bisogna scordare amplifica il rischio di frane e alluvioni (anche in città) perché causa il fenomeno dell’impermeabilizzazione del terreno, che vede compromessa la sua capacità di assorbimento idrico.

Cambiamento climatico come prima battaglia
Una proiezione digitale per sensibilizzare sul tema della desertificazione.

Responsabilità

Potremmo stare qui a cercare le singole responsabilità, che sicuramente qualcuno ha, per ciò che è successo a Palermo. Ma sicuramente questo ai negazionisti, o chi ancora sbeffeggia gli scienziati e la comunità mondiale che si batte per la tutela dell’ambiente, non interessa. Non interessa a chi ha qualcosa da guadagnare, chi predilige leggi meno stringenti sulle emissioni e la cementificazione diffusa. Non interessa a chi continua a procrastinare leggi più severe per chi inquina e a rimandare una rivoluzione energetica più “green”. Non interessa a chi fa continua campagna elettorale sul fatto che sia un problema inventato, senza curarsi delle conseguenze delle proprie parole. O forse gli interessa, ma non come interessa a noi, a noi che viviamo su questo pianeta, senza renderci conto, che come tutte le cose, ha bisogno di essere tutelato e salvaguardato.

Leggi anche: Di Caprio contro i cambiamenti climatici: due documentari per sensibilizzare il mondo

Una coscienza

Ci sono tutti gli strumenti e le capacità necessarie a creare un ambiente più vivibile e sostenibile ecologicamente. Dobbiamo, in maniera tassativa, cominciare a spenderci per un reale sviluppo sostenibile, che sfrutti l’ambiente che ci circonda intelligentemente, senza distruggerlo.  Il perché non viene fatto è una domanda che lasciamo senza risposta, risposta che risiede nella coscienza di ognuno. Nella speranza che sia la stessa risposta di chi ogni giorno si batte non per il guadagno di pochi, ma per il benessere di tutti. Forse dovremmo davvero cominciare a rispettare la natura così come merita, dopotutto è lei che si è presa il disturbo di donarci la vita, disturbo che oggi la mette a rischio, e evidentemente mette a rischio anche noi. Concludiamo con una citazione dal libro di Umberto Veronesi, Una carezza per guarire:

L’amore per l’ambiente non dovrebbe essere solo quello, sottilmente egoistico, che mira a valorizzarlo e a migliorarlo per rendere la vita più piacevole e più sana, ma è un dovere, un imperativo morale di rispetto quasi sacrale per madre natura che crea e nutre tutte le specie, quella umana compresa.

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