Da ottobre stop alle auto diesel Euro 5: perché sono coinvolte solo 4 regioni?

Limite per la circolazione dei veicoli a motore a gasolio appartenenti alla classe Euro 5 nei Comuni italiani con più di 30 mila abitanti. Lo stop fino al 15 aprile 2026.

Giorgia Fazio
Giorgia Fazio
Estremamente curiosa di questioni attuali, diritti umani e ambiente. Nel tempo libero legge testi di filosofia orientale. Se non c’è differenza non c’è relazione” è il suo mantra.
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Dal prossimo 1 ottobre, nelle principali regioni del nord Italia, si fermeranno più di un milione di auto diesel Euro 5. Lo stop sarà valido fino al 15 aprile 2026 e coinvolgerà Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna.

I veicoli con motore a gasolio appartenenti alla classe Euro 5, immatricolate tra il 2011 e il 2015, si fermeranno e non potranno più circolare nei Comuni con più di 30 mila abitanti fino al 15 aprile 2026. Vediamo meglio in cosa consiste il provvedimento.

Limitazioni per le auto Euro 5

L’1 ottobre 2025 più di un milione di auto Euro 5, immatricolate tra il 2011 e il 2015, circoleranno in maniera limitata nelle regioni Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna. Il motivo della scelta è dovuto al numero di abitanti dei Comuni regionali interessati.

Nei luoghi con più di 30 mila abitanti, infatti, le vetture a gasolio Euro 5 non potranno circolare nei giorni feriali, dalle 8:30 alle 18:30. Per controllare la classe ambientale a cui appartiene l’auto basta controllare il libretto di circolazione alla voce V.9.

Secondo i dati comunicati dall’Aci (Automobile Club d’Italia) al Corriere, i veicoli interessati sono: in Piemonte 236 mila; in Veneto più di 340 mila; in Lombardia 484 mila; in Emilia-Romagna circa 270 mila. Altre limitazioni saranno apportate l’1 settembre 2026.

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Perché queste limitazioni?

L’intento delle limitazioni sulla circolazione delle auto Euro 5 è quello di ridurre l’inquinamento atmosferico nella Pianura Padana e nelle aree metropolitane più trafficate, contrastando gli elevati livelli di Co2 e polveri sottili.

Un’analisi del Centro Studi di AutoScout24 su base dati Aci, infatti, ha riportato che sulle strade italiane circolano ancora 18,4 milioni di vetture con una classe di emissioni Euro 4 o inferiore, addirittura Euro 0-1.

A ogni modo, saranno previste delle deroghe, che consentono a chi non può cambiare la propria auto di circolare senza blocchi orari o giornalieri. Gli automobilisti con Isee familiare inferiore a 14.000 euro e di alcuni mezzi speciali, infatti, potranno installare il dispositivo Move-In, in grado di tracciare gli spostamenti e consentire di percorrere solo un certo numero di chilometri durante l’anno.

Move-In sarà attivo grazie all’installazione di un Gps sul veicolo, il quale monitorerà i percorsi e registrerà i chilometri compiuti. Se si supera il limite consentito, però, non si potrà più circolare nelle aree soggette a limitazioni fino alla scadenza del divieto.

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La reazione del Governo

Il Governo non si è dimostrato troppo favorevole alle limitazioni disposte, tanto da stare preparando un emendamento al decreto infrastrutture per fermare lo stop.

Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha dichiarato a riguardo il proprio disappunto:

Siamo al lavoro per annullare il blocco delle auto con motore Euro 5 diesel.

È una delle follie della Commissione von der Leyen, che ha approvato quella fesseria economico-industriale che si chiama Green Deal.

I cittadini il prossimo anno non potranno più usare milioni di veicoli, questi sono i problemi veri.

Il consumatore non vuole l’elettrico al momento a decidere deve essere il mercato.

Nonostante ciò, il prossimo 1 novembre il blocco coinvolgerà anche le città di Roma e Firenze. Nella Capitale, nello specifico, il divieto sarà permanente nella Fascia Verde.

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