Isola fotovoltaica: la struttura che segue il sole, producendo energia pulita

Una piattaforma di pannelli in grado di spostarsi autonomamente, in base alla radiazione solare: succede nei Paesi Bassi.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
spot_img

La ricerca di nuove superfici per sfruttare l’energia solare “straborda” sull’acqua, e mentre affiorano progetti di solar farm galleggianti in tutto il mondo, nei Paesi Bassi un’isola fotovoltaica splende placidamente sulle acque di un lago, coperta da decine di pannelli solari riflettenti.

Non una semplice farm solare galleggiante

A differenza di tanti altre farm galleggianti, l’isola fotovoltaica Proteus, elaborata dall’azienda portoghese SolarisFloat, ha una marcia in più, perché i suoi moduli solari si “muovono” inseguendo il sole.

Le celle, disposte su una faccia dei pannelli, tracciano infatti il percorso dell’astro mentre attraversa il cielo, in modo da catturare quanta più radiazione possibile durante il giorno, grazie a una tecnologia di tracking molto sviluppata che si basa su sensori di luce e riferimenti geospaziali. Il connubio tra la piattaforma galleggiante e l’intelligenza artificiale fa sì che l’isola fotovoltaica possa aumentare la sua produzione di energia elettrica del 40% rispetto a una simile struttura installata a terra.

Non a caso, il progetto prende il nome dalla divinità greca Proteo, figlio di Poseidone, associata alle acque di mari, fiumi e laghi. Da vero portento l’isola fotovoltaica porta a spasso sull’Oostvoornse Meer un quantitativo di 180 pannelli solari, capaci di generare una potenza di picco pari a 73KW.

E anche se non sembrano cifre da capogiro, la peculiarità di questa tecnologia è la sua facile scalabilità, senza considerare l’enorme quantitativo di suolo risparmiato sottraendo i pannelli al terreno.

Leggi anche: A Singapore il fotovoltaico galleggiante rivoluziona la produzione di energia

Il problema dello spazio

L’isola fotovoltaica risponde a un doppio problema: raccogliere il quantitativo maggiore di radiazione solare durante tutto l’anno ed evitare di invadere il terreno con strutture ostruenti.

Di fatto, una solar farm occupa superficie tra le 40 e le 50 volte in più di un impianto a carbone e tra le 90/100 volte un impianto a gas: superficie che invece potrebbe essere destinata alla coltivazione e alla pastorizia, oltre che per l’edilizia comunitaria.

Non è un caso, infatti, che il Giappone, l’India e Singapore siano le principali nazioni che stanno investendo pesantemente sulle cosiddette floating solar farm, soprattutto per una questione di salvaguardia dello spazio e della penuria di terre a loro disposizione.

Leggi anche: The Line, 170 km di città lineare e senza inquinamento

L’escalation del fotovoltaico sull’acqua

Nella corsa all’energia solare, negli ultimi anni si sono raggiunti traguardi impensabili, facendo balzare il quantitativo mondiale prodotto nel 2015 70 MWp agli oltre 1.300 MWp del 2020, con una prospettiva al 2031 che vede il mercato crescere ancora del 43%.

Così l’isola fotovoltaica olandese è solo l’ultima di una serie di progetti che hanno portato il solare galleggiante a essere una prospettiva assai appetibile per supplire alla crisi energetica.

Secondo gli esperti, infatti, se si potesse coprire di pannelli solari appena il 10% di ogni bacino idrico artificiale esistente al mondo, si potrebbe fare affidamento su una capacità di 20TW, ossia 20 volte quella prodotta dagli impianti solari a terra.

Non solo: tra i vantaggi dell’installazione dei pannelli solari su strutture come l’isola fotovoltaica, c’è quello della migliore efficienza dell’impianto anche in presenza di alte temperature: la vicinanza con lo specchio d’acqua garantisce, infatti, il mantenimento delle condizioni ottimali di funzionamento dei moduli, che producono mediamente il 15% in più rispetto a quelli su suolo.

La copertura, poi, impedisce all’acqua di evaporare, cosa che potrebbe rivelarsi estremamente utile in tutti quei paesi in cui d’estate si soffrono grandi problemi legati alla siccità, allo scarso approvvigionamento idrico e al proliferare di germi, alghe e batteri che si annidano sui fondali e che possono contaminare le acque se vengono a contatto con l’aria.

Leggi anche: Addio Mar Caspio, un altro ecosistema a rischio: da gigantesco bacino a grande pozza

spot_img

Correlati

Schiarire le nubi, la soluzione da fantascienza per abbassare le temperature

Schiarire le nubi per abbassare la temperatura terrestre: sembra un'ipotesi da romanzo di fantascienza,...

Agricoltura cellulare, cos’è e perché sarà presto l’alternativa alla carne animale

Agricoltura cellulare, una rivoluzione nel mondo alimentare che segnerà una svolta epocale: questa tecnologia...

Super Intelligenza Artificiale: è countdown! Mancano solo 3 anni al supercervellone robotico

Super Intelligenza Artificiale (SIA), tra tre anni, o al massimo 8, la tecnologia sarà...
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
spot_img