Giornata della Memoria: “Dov’era Dio in quei giorni?”

Dal 2006 si commemora il 27 gennaio come la “Giornata della Memoria”. Da allora ben tre pontefici si sono raccolti in preghiera ad Auschwitz. Papa Benedetto XVI rispose alla domanda di molti.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Dal 2006 si commemora il 27 gennaio come la “Giornata della Memoria”, data nella quale, nel 1945, l’Armata Rossa liberò il più famoso ma non unico campo di concentramento di Auschwitz.

Giornata della memoria, lo scenario davanti ai liberatori

I militari dell’esercito di Stalin si trovarono davanti uno spettacolo allucinante.

Le prove raccolte in forma di foto e filmati contribuirono poi nel 1946 a istruire il famoso processo di Norimberga con il quale gli alleati condannarono dopo un processo i criminali di guerra nazisti contestando loro, per la prima volta nella storia, l’accusa di crimini contro l’umanità.

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Giornata della memoria, le persecuzioni della Seconda Guerra mondiale non sono le prime della storia

giornata della memoria auschwitz filo spinato

Le persecuzioni decise da Hitler insieme ai suoi gerarchi del partito nazista nella conferenza di Wannsee il 20 gennaio del 1942, sfociarono in quella che secondo i teorici di questa persecuzione dovevano essere i criteri guida della cosiddetta soluzione finale

Il dibattito storiografico circa la soluzione finale non ha tuttora prodotto un’opinione concorde tra gli storici. Alcuni fanno risalire l’origine di tale intenzione già al 1941, altri ne vedono non solo le radici ma anche il progetto fin dalla presa del potere di Hitler in Germania nel 1933.

Ma quelle del Novecento e della Seconda Guerra mondiale, che oggi celebriamo in occasione della Giornata della Memoria, non sono state le uniche persecuzioni di cui i praticanti della religione ebraica sono stati vittime.

Possiamo trovare persecuzioni nei confronti del popolo di David fin dal Medioevo.

Furono perseguitati nell’Europa Cattolica del Quattrocento, nell’epoca della Riforma Protestante e della Controriforma Cattolica. Ancora nel Seicento. In generale, pur avendo spesso ruoli importanti nel tessuto sociale dei paesi occidentali, le persecuzioni non sono mai mancate.

Paradossalmente ebrei e musulmani vivevano in un regime di relativa tolleranza alla corte del Sultano di Istanbul già nel XVII secolo.

Giornata della Memoria: “Comprendere è possibile ma conoscere è necessario”

Il governo tedesco, consapevole di questa affermazione di Primo Levi, ha iniziato a commemorare la Giornata della Memoria già dal 1996, esempio seguito, diligentemente dalle Nazioni Unite nel 2005.

Fu deciso di commemorare ogni anno, il 27 gennaio, non solo la caduta di Auschwitz ma anche e soprattutto il ricordo degli orrori generati dall’ignoranza dell’antisemitismo perché ad oggi appare assurdo a chiunque come sia stato possibile, in una società civilizzata, che esseri umani dotati di capacità di ragionamento abbiano potuto mettere in atto lo sterminio sistematico di altri esseri umani.

In momenti suggestivi della storia del dopoguerra ci sono state visite al Campo di Concentramento.

Nel luogo dove il tempo pare essersi fermato si sono raccolti in preghiera ben tre pontefici. Per la prima volta San Giovanni Paolo II nel 1979, successivamente il Papa tedesco, Joseph Ratzinger, che il 28 maggio 2006 nel suo discorso rispose con profonda fede cattolica e conoscenza teologica alla domanda che in molti si sono fatti:

“Dov’era Dio in quei giorni, perché egli ha taciuto?

Anche Papa Francesco ha visitato Auschwitz nel 2016.

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Giornata della Memoria: “Dov’era Dio in quei giorni?”

I credenti identificano il male con l’antitesi di Dio, i non credenti possono essere atei ma riconoscere le opere di bene.

Lo Stato di Israele ha riconosciuto, dopo la guerra, molti cittadini anche tedeschi e italiani giusti tra le nazioni, tra loro vi sono anche nomi abbastanza conosciuti, Oscar Schindler, Giorgio Perlasca, Gino Bartali.

La domanda del papa emerito, Benedetto XVI, trova quindi, grazie all’opera di questi uomini una risposta. Dio in quei giorni era in quelle persone e in quelle cose che sono state strumento di bene e sono servite, in quanto persone normali a salvare le vite di tanti simili, come loro, normali.

Si può pensare ai Perlasca, Bartali, Schindler e tanti altri, molti ancora senza nome perché mentre il male ha un suo fascino il bene, come diceva Enrico Deaglio nella sua opera, ha una sua banalità.

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Giornata della Memoria, perché “Gli uomini normali non sanno che tutto è possibile”

giornata della memoria valigie di deportati auschwitz

A proposito di banalità del bene e di quanto tutti, buoni o cattivi, possano essere talvolta uomini “normali”, la letteratura ha prodotto negli anni molti lavori che hanno trattato non solo la deportazione e le persecuzioni.

Appare improbabile, finanche assurdo, che un popolo intero possa trovare una organizzazione nel proprio Stato per perpetrare tali crimini. Uno Stato che si organizza in tal senso deve avere coordinazione e determinazione.

Hannah Arendt in una di queste opere “La banalità del male” citando David Ruosset riporta la famosa frase:

“Gli uomini normali non sanno che tutto è possibile”.

Sembrava impossibile invece è successo.

Giornata della Memoria, “Perché ciò che è accaduto può ritornare”

Secondo l’osservatorio italiano sull’antisemitismo, nel corso dell’anno 2020 nella Penisola si sono verificati ben 230 episodi antisemiti.

Per la prima volta la tendenza è in calo ma potrebbe essere una conseguenza delle misure restrittive per la prevenzione del Sars-Cov-2. Purtroppo anche questa volta, si tratta sempre di un numero troppo alto, conseguenza di una ideologia che ha lasciato troppi segni indelebili sul cuore dell’Europa.

Il bene, il male, non hanno colore politico, non hanno bandiera né nazione. I negazionisti fanno sempre sentire la loro voce.

Secondo una ricerca di Eurispes datata ottobre 2020, dalla data di istituzione della Giornata della Memoria al 2020 i negazionisti sono passati da poco meno del 3% ad oltre il 15%.

Il luogo preferito per manifestare antisemitismo e odio razziale sono diventati i Social Network nonostante questi ultimi si adoperino continuamente per rimuovere contenuti antisemiti.

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Giornata della Memoria, oggi

Recentemente la Rai ha mandato in onda il risultato di un esperimento sociale realizzato negli ultimi anni. Alcuni dei protagonisti, data l’età avanzata sono deceduti qualche anno fa quindi tra i vari casi, può esserci anche qualche esperimento realizzato qualche anno fa.

Sono stati messi in contatto e poi in presenza i discendenti delle vittime e dei carnefici. Generalmente il luogo dell’incontro è stato il campo di concentramento dove si sono svolte le persecuzioni o il mausoleo delle fosse ardeatine.

Quasi tutti i discendenti degli ebrei hanno ribadito l’impossibilità di poter perdonare mentre nei discendenti dei carnefici prevale un senso di vergogna.

Gli incontri sono stati sempre molto cordiali ma solo nell’ultimo caso la discendente della vittima ha chiaramente escluso ogni responsabilità per i discendenti dei carnefici. La senatrice Liliana Segre qualche giorno fa ha dichiarato che è impossibile dimenticare e perdonare.

La puntata dello Speciale tg1 si conclude con una frase che esplicita l’assenza di responsabilità dei figli per le colpe commesse dai genitori.

Leggi anche: Liliana Segre, la sua ultima testimonianza pubblica sull’Olocausto

Giornata della memoria, fare il bene per un futuro senza odio

Diderot avrebbe raccomandato che “non basta fare il bene, bisogna farlo bene”.

Ad Auschwitz sembra che il cancello con la famosa scritta riguardo all’indipendenza che conferisce il lavoro faccia da frontiera tra una dimensione naturale e un’altra, modificata dall’uomo ma rimasta per sempre così. Il tempo pare essersi fermato, vi è un silenzio surreale che nelle sue parole mute dice tutto.

Probabilmente occorrerebbe punire la presunzione di una razza rispetto alle altre, perché in fondo come diceva John Kennedy, “siamo tutti di questo piccolo pianeta e siamo tutti solo di passaggio”.

Ma quello che possiamo fare come membri di uno Stato di cui siamo il popolo, e quindi uno dei tre elementi che rendono una comunità organizzata uno Stato, sarebbe quella di incoraggiare la visita fisica sui luoghi dell’Olocausto.

Quando nelle orecchie sorde penetra quel silenzio surreale e quella nebbia in cui si vedono scene irreali che irreali non sono, l’anima ascolta e partecipa allo sgomento fisso, eterno, in quel punto della terra dove le dimensioni non esistono più e l’unica possibilità è la conoscenza della brutalità e del male che l’uomo può fare quando la ragione dorme e più o meno consapevolmente si pone dalla parte sbagliata.

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