Tipping point fotovoltaico: “Energia solare in testa entro il 2050”

L'energia solare ha già virtualmente superato tutti gli ostacoli all'imporsi come principale risorsa energetica mondiale entro il 2050.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Abbiamo raggiunto il tipping point fotovoltaico: ma cosa significa? Secondo gli esperti dell’Università di Exeter e dell’University College di Londra stiamo raggiungendo proprio in questo periodo il punto di crescita esponenziale più alto nella creazione di impianti e nella produzione di energia solare.

Da questo momento in poi, quindi, dovremmo aspettarci una crescita costante ma meno vertiginosa.

Tipping point fotovoltaico, cos’è e cosa aspettarsi

L’energia solare diventerà entro il 2050 la fonte di energia più abbondante del mondo: è quanto sostiene il nuovo studio basato su un modello matematico che incrocia i dati tecnologici e i pronostici di crescita con quelli economici nell’ambito dello sfruttamento delle risorse rinnovabili.

I ricercatori hanno inserito i dati di 70 regioni mondiali e 22 diversi tipi di fonti energetiche per valutarne l’implementazione da qui al 2060. Nel 72% dei casi il risultato ha dato come predominante l’energia solare su tutte le altre, segno dell’indiscutibile avanzamento in questo campo.

Leggi anche: Fotovoltaico, prezzi in calo: “Stagione giusta per acquistare l’impianto solare”

Tipping point fotovoltaico, il superamento delle fonti non rinnovabili

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Teorizzato a lungo dai ricercatori, il tipping point fotovoltaico, il punto di svolta tanto atteso potrebbe essere già arrivato: il momento, cioè, in cui le fonti green hanno superato quelle fossili per quello che riguarda investimenti e gestione.

A dispetto di quanto pronosticato in passato, il mix energetico globale basato sul predominio dei combustibili fossili è cambiato, a causa o grazie alla velocità in cui l’energia solare è aumentata esponenzialmente nei sistemi di approvvigionamento globale.

Secondo i dati aggiornati sulla rivista Nature Communications, quindi, il fotovoltaico supererà già nel 2030 l’eolico, mentre si affermerà su tutte le altri fonti di energia nel 2050.

Il che significa che l’affidamento su fonti non rinnovabili è ormai un asset superato e non più vantaggioso, rovesciando di fatto il sentire comune dell’ineluttabilità dello sfruttamento di petrolio, carbone e gas.

I quattro ostacoli superati dal tipping point fotovoltaico

Sorprendentemente, la ricerca ha provato che l’energia solare ha già superato i quattro ostacoli esistenti tra il suo potenziale e la sua affermazione: l’instabilità delle reti elettriche, la mancanza di investimenti e finanziamenti nei paesi in via di sviluppo, la gestione della catena di distribuzione e la resistenza politica e amministrativa delle zone in cui le fonti non rinnovabili sono alla base dell’economia locale e del lavoro.

In questo nuovo quadro, tecnologia, innovazione ed economia vanno di pari passo: secondo le previsioni le reti elettriche si faranno via via più resilienti e flessibili, ricevendo e distribuendo fonti green diverse per supplire ai cali dovuti alla naturale intermittenza delle risorse, i finanziamenti nel campo energetico saranno estesi anche ai paesi meno avanzati, lo stoccaggio dell’energia sarà garantito grazie all’elettrificazione e allo sviluppo di batterie sempre più performanti, mentre la transizione ecologica permetterà di reinventare le località e le comunità che si basano sullo sfruttamento dei combustibili fossili.

Tipping point fotovoltaico, l’importanza della sinergia tra rinnovabili

Paradossalmente, la riduzione dei costi e la diffusione capillare degli impianti solari fanno sì che, una volta raggiunto il tipping point fotovoltaico, ora sia il momento di promuovere politiche più ambiziose per le altre energie rinnovabili.

Come ha sottolineato Femke Nijsse, membro del team di studio, l’importanza del mix rinnovabile rimane imprescindibile affinché le proiezioni siano attendibili e durature: l’imprevedibilità delle condizioni climatiche e l’approvvigionamento di materie prime per gli impianti fotovoltaici rimangono due punti critici che possono essere superati solo bilanciando correttamente tutte le fonti a disposizione.

Bisognerà poi fronteggiare il problema del reinserimento degli oltre 16 milioni di persone che in tutto il mondo lavorano nella filiera delle fonti non rinnovabili, anche se le nuove tecnologie e innovazioni richiederanno nuove professionalità e manodopera specializzata.

Leggi anche: Fotovoltaico e occupazione: “39% di lavoratori in più in un solo anno”

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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