Stop ai macelli, il futuro è la carne prodotta da CO2

Federica Tuseo
Federica Tuseohttp://ildigitale.it
Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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Mangiare meno carne dovrebbe essere l’impegno più importante che ognuno di noi prende con se stesso per il 2020. Il motivo non è legato solo a diete specifiche e mode passeggere, ma è un piccolo sforzo per compiere un grande passo: salvare il pianeta. Non tutti però sono disposti a rinunciare a questo alimento, tra l’altro parte fondamentale della dieta mediterranea. La grande svolta è stata messa in atto dalla startup californiana Air Protein, che è riuscita a creare il cibo del futuro. Grazie allo sviluppo di una nuova tecnologia, l’azienda è capace di produrre carne dall’aria, o meglio dall’anidride carbonica in essa contenuta. Questa nuova frontiera alimentare rappresenta uno dei tanti tentativi di produzione artificiale di cibo, per rispondere in modo sostenibile alla catastrofe ambientale

Mangiare meno carne e salvare il pianeta

Ma cosa c’entra il consumo di carne con la coscienza ecologica? Il nostro Pianeta negli ultimi anni ci sta inviando continuamente degli SOS, dai drastici cambiamenti climatici all’estinzione di specie animali e vegetali. Da una parte c’è chi cerca di nascondere la testa sotto la sabbia, minimizzando il problema, ma dall’altra sono migliaia gli scienziati impegnati nello studio di possibili soluzioni. Così da tempo sappiamo che dovremmo cercare di limitare l’uso della plastica, usare mezzi pubblici per inquinare meno e impegnarci nel riciclare i nostri rifiuti. A queste semplici abitudini, si aggiunge la riduzione del consumo di carne, che avrebbe conseguenze enormi sul climate change. Spesso infatti si ignora la quantità enorme di risorse necessarie per poter gustare una bella fiorentina a tavola. Basti pensare che un quarto della superficie del Pianeta è attualmente utilizzato per l’allevamento del bestiame e un terzo delle aree agricole è riservato alla coltivazione di piante che vanno a nutrire gli animali. Nel tempo, inoltre, la popolazione è cresciuta e con essa la domanda di carne continua a salire: si stima che entro il 2050 ci sarà un aumento di oltre il 60 per cento. Per questi motivi le terre oggi sono una delle risorse più preziose soprattutto per i Governi, i quali devono far fronte a scelte strategiche per soddisfare i bisogni delle proprie popolazioni. Un esempio su tutti è il caso dell’Amazzonia, la cui deforestazione incontrollata a causa degli incendi dell’estate scorsa, vedrà il polmone verde trasformarsi in pascoli o campi per soddisfare un’effettiva domanda di carne. Leggi anche: Più del 50% del cibo prodotto è sprecato, ma c’è chi ha una soluzione

Un passo avanti per il Pianeta

La polvere da cui Air Protein sostiene di poter ottenere la carne.
Il risultato raggiunto da Air Protein, attraverso una tecnica innovativa, è una polvere marroncina dal gusto neutro. Questa sorta di farina viene ottenuta tramite un processo probiotico, simile a quello che porta alla formazione dello yogurt. Il procedimento, in poche parole, prevede l’alimentazione di alcuni batteri posti dentro ad un fermentatore e nutriti con anidride carbonica. Oltre a necessitare di poche risorse, la produzione di questa carne alternativa ha bisogno di pochissimo tempo: le cellule degli idrogenotrofiti, questo il nome scientifico dei batteri, si raddoppiano in soli 20 minuti. In definitiva, quindi, bastano poche ore per raggiungere il risultato finale, un grosso risparmio se paragonato ai mesi necessari a far crescere un vitello. La polvere, una volta prodotta, può essere poi convertita in hamburger, petti di pollo, ma anche pasta, cereali o bevande. A differenza dei legumi, il profilo aminoacidico della carne del futuro è identico a quello del manzo o del pollo. Inoltre, è presente la vitamina B12, che normalmente si trova solo nei derivati animali ed è carente in chi segue una dieta vegana. Non ci sono invece ormoni e antibiotici, come può accadere con la carne in commercio, e l’energia utilizzata è del tutto rinnovabile. Leggi anche: “Il cibo non si butta”: Too Good To Go, l’app per la lotta agli sprechi alimentari

Chi lavora sull’aria?

La startup Air Protein collabora con un’altra realtà imprenditoriale, ossia Kiverdi. Questa si occupa di trasformare il carbonio in prodotti compatibili con l’ambiente, come le nuove plastiche. Kiverdi, per proporre la sua personale rivoluzione nel produrre materiali ecosostenibili, si è ispirata ad una tecnologia già elaborata dalla Nasa: un ciclo del carbonio che poteva servire nelle missioni spaziali più lunghe. L’aria espirata dagli astronauti, ricca di anidride carbonica, veniva utilizzata per produrre sostanze nutritive che, una volta mangiate, producevano di nuovo CO2, chiudendo così il ciclo. Queste aziende sono solo alcune delle realtà che stanno lavorando con l’aria per fornire soluzioni alternative a tutela dell’ambiente. Tra le altre emergono la Solar Foods finlandese, il cui prodotto però arriva al 50 per cento di proteine, e la NovoNutrients che converte il gas in un concime per pesci. Anche se ancora questi prodotti sono in fase di sperimentazione oppure pronti ma ancora non sul mercato, i progressi fatti con la scienza per l’alimentazione, lo spirito imprenditoriale innovativo ed una maggiore coscienza ecologica comune, fanno ben sperare per il futuro del Pianeta. Leggi anche: Giornata mondiale dell’alimentazione. Mattarella: “Bisogna lottare contro gli sprechi” di Federica Tuseo

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