Previsioni 2023: “Ancora più caldo del 2022”. Ma possiamo fare qualcosa

Secondo il Met Office le temperature saliranno in media di 1,2°C sopra ai livelli preindustriali: ecco perché bisogna intervenire subito.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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La crisi climatica si è manifestata nel 2022 con inondazioni, siccità, picchi di caldo e incendi, ma le previsioni 2023 rimangono ancora allarmanti: secondo il Met Office quest’anno sarà ancora più caldo del 2022 ed entrerà in lizza per aggiudicarsi il record tutt’altro che prestigioso di anno più caldo mai registrato sino a oggi.

10 anni di innalzamento delle temperature

Le previsioni 2023 suggeriscono infatti che andiamo incontro al decimo anno consecutivo di innalzamento delle temperature di almeno un grado centigrado sopra ai livelli preindustriali di fine Settecento – inizi Novecento, a causa soprattutto delle emissioni di gas serra nell’atmosfera da parte delle attività antropiche.

Secondo il Met Office, servizio di previsioni metereologiche inglese famoso in tutto il mondo, il 2023 potrebbe raggiungere mediamente quota +1,2°C, con un superamento degli standard preindustriali oscillante tra 1,08°C e 1,32°C: nel 2022 la temperatura si è assestata sul +1,16°C.

L’anno più nero dal 1850 fino ad oggi è stato il 2016, quando il fenomeno climatico ricorrente chiamato ENSO (El Niño-Southern Oscillation) ha portato enormi ondate di caldo in tutto il mondo.

Leggi anche: Caldo africano in arrivo, picchi fino a 42 gradi: sarà la peggior ondata del secolo

Previsioni 2023: La Niña ed El Niño

Il motivo principale di un simile innalzamento risiede infatti, ma solo in parte, a fenomeni naturali: ad aprile 2023 dovrebbe esaurirsi definitivamente La Niña, una perturbazione che va avanti dal 2020, figlia dell’ENSO.

Sebbene entrambi portino devastazione e catastrofi naturali laddove si manifestano più violentemente, la loro ciclicità ha un effetto di raffrescamento temporaneo sull’intero pianeta: La Niña infatti è la responsabile di un abbassamento di temperature sul Pacifico che porta benefici a tutte le terre emerse. Con il suo esaurimento, il rischio è quello che si ripresenti El Niño in tutta la sua potenza.

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2023: un Capodanno anomalo ha segnato l’inizio del nuovo anno

Piante che fioriscono, temperature intorno ai 25°C in paesi generalmente freddi di questo periodo, come Francia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, zero neve e stagione sciistica in sospeso: così il nuovo anno ha salutato la popolazione europea, dando un suggerimento su cosa aspettarci per le previsioni 2023.

Il motivo è proprio il cambiamento climatico, che rende l’estate rovente e l’inverno mite, salvo ondate di freddo repentine e improvvise che alterano gli equilibri di flora e fauna, rese più vulnerabili dagli sbalzi di temperatura.

Obiettivo comune per il 2023 e gli anni successivi: limitare le temperature

Come ha ricordato anche António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, nel discorso di fine anno: “L’obiettivo comune di tutto il mondo è limitare l’aumento delle temperature a 1,5 gradi Celsius, senza indugio, consentendo l’accessibilità alle energie rinnovabili a tutti”.

E non tutto il male viene per nuocere: l’inverno mite sta infatti “facilitando” il non utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento delle abitazioni e delle strutture pubbliche, mantenendo le emissioni di anidride carbonica al di sotto dei livelli di quelli dell’anno scorso nello stesso periodo.

In Italia, ad esempio, si sono già risparmiati 4 miliardi di metri cubi nell’ultimo trimestre 2022.

5 soluzioni da adottare nel 2023 per fronteggiare il caldo

Il primo strumento in mano ai governi per fronteggiare la crisi è quello delle politiche climatiche. Tra le tante soluzioni adottabili nel breve termine, ne sono state individuate 5 di relativamente facile attuazione:

  • Ridurre le emissioni di metano dal settore di raffinazione di olio e gas: sebbene il metano sia responsabile solo al 30% delle emissioni dannose in atmosfera, questa sostanza ha una capacità molto maggiore rispetto all’anidride carbonica di trattenere il calore e quindi di far aumentare la temperatura
  • Incentivare la diffusione di pompe di calore, impianti a induzione, veicoli elettrici, impianti rinnovabili e di accumulo individuali e collettivi
  • Affrontare l’emergenza caldo con piani tempestivi di Protezione Civile e consapevolezza individuale, promuovendo campagne di sensibilizzazione sulle buone pratiche da mettere in atto nella stagione estiva.
  • Investire con finanziamenti globali per il clima: secondo l’ONU per raggiungere l’obiettivo della riduzione delle emissioni bisognerebbe stipulare tra i leader mondiali circa 150 patti energetici internazionali.
  • Agire singolarmente in favore della collettività: il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni devono diventare una missione personale e condivisa, in vista del bene comune e della salvaguardia del pianeta.

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