L’insediamento di Biden rassicura un’America a pezzi

L'insediamento di Biden si è svolto poche ore dopo il commiato voluto da Donald Trump, che lascia alla nuova amministrazione una pesante eredità.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Joe Biden è ufficialmente il 46° presidente degli Stati Uniti e Kamala Harris la sua vice. La cerimonia di insediamento di Biden è avvenuta alle 17:30 italiane all’esterno della Casa Bianca, in una Washington blindata e presidiata da oltre 25.000 membri della Guardia Nazionale, controllati uno per uno dalla CIA per evitare che ci fosse anche il minimo sospetto di contatto con frange di estrema destra. L’allerta per un attacco interno durante la cerimonia di insediamento di Biden e Harris era altissima dopo l’invasione di Capitol Hill dello scorso 6 gennaio da parte di fanatici sostenitori di Donald Trump.

Il presidente uscente, in barba all’etichetta, non ha voluto partecipare alla cerimonia. Anzi, ne ha organizzata una sua personale di commiato qualche ora prima nel Maryland, dove ha sfilato mano nella mano con Melania vestita di nero, sul tappeto rosso che ha richiesto per l’occasione, con un sottofondo misto composto da una marcia di fanfara, colpi di cannone a salve e il “we love you” gridato dai sostenitori.

Un nuovo giorno con Biden

“It’s a new day in America” questo ha twittato Biden appena sveglio, carico e pronto per affrontare il giorno che per lui e i suoi sostenitori cambierà tutto, metterà ordine nel caos lasciato dalla precedente amministrazione.

A sostenerlo moltissimi personaggi famosi e personalità pubbliche, come il regista Michael Moore. Il famoso documentarista ha definito questa giornata “le ultime 24 ore di pazzia che chiuderanno uno dei periodi più incredibili della politica americana. Abbiamo tutti sognato, pregato e lavorato per questo giorno”.

Anche Michelle Obama ha voluto dire la sua sui social il giorno dell’insediamento di Biden: “Today is the day. Dopo una fastidiosa era di caos e divisioni stiamo entrando nel prossimo capitolo della leadership Americana. Mi sento più che sollevata nel buttarmi alle spalle gli ultimi quattro anni”.

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L’America va rassicurata

Joe Biden e Kamala Harris hanno davanti quattro anni durissimi. La cerimonia è stata pensata perché fosse il più rassicurante possibile per gli americani in un momento molto difficile per gli Stati Uniti. Pandemia, crisi economica, divisioni interne, aumento della povertà, crisi climatica galoppante, isolamento degli USA dal resto del mondo, questi i difficili problemi che il nuovo presidente e la sua vice dovranno dimostrare di saper risolvere ai loro sostenitori, ai dubbiosi e ai loro detrattori.

Era necessario creare un clima rasserenante, da sospiro di sollievo, e ci sono riusciti. La cerimonia di insediamento di Biden è iniziata con l’inno nazionale cantato da Lady Gaga. Poi ha giurato la Harris e poi di nuovo l’orchestra ha accompagnato una Jennifer Lopez tutta vestita di bianco che ha intonato America America. Questo è stato il momento perfetto per introdurre il giuramento di Biden, è sembrato di entrare nell’atmosfera di un film di Walt Disney, quella rassicurante atmosfera americana dell’andrà tutto bene, abbiamo tutto sotto controllo, ora sono arrivati i buoni. La Lopez ha rinforzato il pathos recitando in spagnolo il Pledge of Allegiance, il giuramento di fedeltà alla bandiera americana:“una nazione indivisibile per la libertà e la giustizia per tutti”, alla faccia del muro di Trump con il Messico, alla faccia delle chiusure ai paesi musulmani, alla faccia delle deportazioni ICE e dell’abolizione del programma DACA.

L’insediamento di Biden inizia con una preghiera

Dopo aver concluso il suo giuramento di fronte al capo della Corte Suprema John Roberts con le parole di rito “so help me God”, Joe Biden ha pronunciato il suo primo discorso da presidente. Sono presenti i coniugi Obama e i coniugi Clinton. Gli invitati sono tutti distanziati, indossano una mascherina e pesanti cappotti per resistere alle rigide temperature di una Washington invernale. C’è anche Mike Pence, inquadrato più volte dalle telecamere, anche lui in veste rassicurante. Non è andato al commiato del presidente uscente, ha voluto essere presente all’insediamento di Biden in rappresentanza di tutti i repubblicani che hanno ripudiato Trump dopo l’attacco a Capitol Hill.

Joe Biden è convincente, il suo discorso è quello di un bravissimo motivatore che fa leva sui sentimenti e sui valori condivisi dalla Costituzione e dai padri fondatori degli Stati Uniti d’America. Predica l’unità il neo presidente, “solo uniti ce la faremo, non c’è difficoltà che non potremo affrontare tutti insieme”. Il suo discorso è accorato e trascinante, promette che riaggiusterà i danni della precedente amministrazione, promette che preserverà la democrazia. Si rivolge a chi non la pensa come lui dicendo che è proprio questo il senso della democrazia: essere uniti nell’affrontare i problemi anche quando la si pensa diversamente. Ricorda con emozione le 400.000 vittime di Covid invitando i presenti a fare insieme a lui una preghiera silenziosa.

La scomoda eredità di Trump

Il grande assente alla cerimonia di insediamento di Biden è chiaramente Donald Trump. È la prima volta nella storia degli Stati Uniti che la transizione non avviene secondo le regole del fair play. Il presidente uscente non solo ha voluto auto-celebrare la sua uscita di scena, incurante della solennità di un giorno importante per il suo paese, ma lascia anche una pesantissima eredità con cui Biden e Harris dovranno fare i conti.

Prima di tutto Trump ha fatto terra bruciata intorno agli USA negando il cambio climatico e uscendo dal Trattato di Parigi. Ha anche screditato le Nazioni Unite e tutti gli accordi multilaterali. Ha volutamente ignorato il Diritto Internazionale facendo, per esempio, uccidere da un drone il generale iraniano Husseini un anno fa. Ha poi creato una spaccatura con la Cina che non si è risparmiato di attaccare nemmeno nel suo discorso di commiato. Ha negato la pericolosità del Covid e ha gettato gli Stati Uniti nel caos più totale non prendendo in mano le redini per gestire la pandemia.

Fino all’ultimo giorno prima dell’insediamento di Biden, Trump ha continuato imperterrito a portare avanti i suoi programmi diametralmente opposti a quelli del neo eletto. Una per tutte: è andato a visitare il muro costruito al confine con il Messico promettendo che verrà finito e contemporaneamente ha concesso il perdono presidenziale a circa 100 suoi protetti tra cui il suo ex capo stratega Steve Bannon, l’uomo incriminato proprio per essersi intascato i fondi raccolti per costruirlo quel muro, frodando i cittadini americani. Anche il suo secondo impeachment paradossalmente sarà un intralcio all’amministrazione esordiente. Niente paura, sembra dire Biden, risolveremo tutto.

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Le promesse di Biden

Ci sono molte magagne da risolvere quindi. Già nei giorni precedenti all’insediamento di Biden, il neo nominato capo di gabinetto Ron Klain ha anticipato quali saranno le prime mosse del nuovo presidente a partire da domani stesso.

Come primissima cosa, Biden ha promesso di rientrare immediatamente nell’accordo di Parigi sul clima. Ha poi comunicato che rivedrà le rigide politiche per l’immigrazione e le chiusure nei confronti di persone provenienti da paesi musulmani. Con la nomina di molte donne e di persone appartenenti alla comunità LGBTQ ha dimostrato di voler combattere le discriminazioni e di voler rispettare le pari opportunità. Anche per quanto riguarda la gestione della pandemia ha promesso un cambio radicale, appoggiando l’epidemiologo Anthony Fauci nella definizione di un piano che prevede la somministrazione di 100 milioni di vaccini nei primi 100 giorni. Non resta che stare a guardare cosa succederà e augurare al nuovo presidente e alla sua vice buon lavoro.

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