Il miracolo di Natale: Melegatti riporta in tavola il pandoro e fa felici i lavoratori

Federica Tuseo
Federica Tuseohttp://ildigitale.it
Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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Festeggiare il Natale quest’anno sarà davvero più dolce. È salvo, infatti, il pandoro originale Melegatti, uno dei simboli per eccellenza della festività, sempre presente fra i regali sotto l’albero nelle case degli italiani. A due anni dall’interruzione della produzione, il racconto dello storico marchio Melegatti 1894 si arricchisce di un nuovo capitolo: la rinascita dello stabilimento di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, che ritorna a sfornare il classico dolce natalizio. Il rilancio dell’azienda è motivo di entusiasmo per migliaia di famiglie nostrane, felici di poter riavere in tavola uno dei protagonisti della festa per condividerlo insieme. Il regalo più bello, però, è quello fatto da Melegatti a 50 dipendenti a tempo indeterminato e a 150 lavoratori stagionali, assunti per assicurare la produzione necessaria a garantire la distribuzione del pandoro in tutt’Italia.

Gli ultimi mesi sono stati di grande fermento per tutti noi di Melegatti 1894. Le diverse aree aziendali hanno lavorato duramente, con un profondo senso del dovere, per non mancare all’appuntamento di Natale con i nostri affezionati consumatori. Il reparto produttivo sta ancora funzionando a pieno regime, ponendo la massima cura e attenzione nelle lavorazioni delle materie prime per garantire l’alta qualità che da sempre ci contraddistingue. Grossi sforzi sono stati fatti anche a livello distributivo, per rendere disponibile la nostra gamma di prodotti ovunque sul territorio, ha spiegato Lucia Fracassi, amministratore delegato Melegatti 1894.

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Il dolce simbolo del Natale compie 125 anni

Superata la crisi del marchio alimentare, con l’acquisizione lo scorso settembre da parte di Roberto Spezzapria, Melegatti ha intrapreso un lento percorso di ripresa, grazie alla strategica unione di stampo classico e strumenti innovativi. Era il 14 ottobre 1894 quando a Verona il pasticciere Domenico Melegatti brevettò la ricetta, il nome e la distintiva forma del pandoro. Proprio quest’anno, per i suoi 125 anni, quello stesso simbolo riconquista il Natale con una forte campagna pubblicitaria. L’investimento fatto dall’impresa si focalizzata sia sulla comunicazione multipiattaforma, sia sulle diffuse attività di sponsorizzazione nella città di Verona. Dal primo dicembre e fino all’Epifania, il pandoro originale Melegatti sarà il simbolo della marca e dell’azienda ed indiscusso protagonista delle festività. Sicuramente la rinascita del brand affonda le sue radici negli ingredienti di qualità, come il lievito madre Melegatti che da anni rende il pandoro soffice e gustoso. Ma è il modo di comunicare queste caratteristiche e i valori del marchio, il segreto per il quale l’azienda può rialzarsi dopo un periodo difficile. I suoi spot, firmati Armando Testa, coinvolgono un vasto pubblico, raccontando con empatia e storytelling familiare la filosofia del dolce natalizio in televisione, nel digital e sui social. Il messaggio è semplice e per questo è davvero efficace.

Sfornare prodotti di qualità e creare posti di lavoro sono per noi la massima prerogativa. Siamo consci che tutto questo passa obbligatoriamente attraverso una strategia di comunicazione che continui la tradizione pubblicitaria del nostro marchio, intrattenendo i nostri consumatori e lasciando il segno come accaduto negli anni passati, ha dichiarato Giacomo Spezzapria, presidente Melegatti 1894.

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Il futuro della storica azienda: cosa accadrà agli altri stabilimenti

Operai al lavoro per produrre il pandoro Melegatti in tempo per Natale
Questi sono i primi passi di una strada che per la Melegatti sembra essere ancora molto in salita. Ad esempio, c’è ancora incertezza sul futuro di un altro stabilimento a San Martino Buon Albergo. La struttura, in provincia di Verona, era stata attrezzata dalla vecchia gestione per la produzione continuativa, senza però metterla mai in funzione. Inoltre, in confronto alla concorrenza, l’azienda veronese non è ancora al passo sul tema della diversificazione del prodotto. Ad oggi, tuttavia, si può dire che molti progressi si siano fatti e questo Natale ne è la prova. I grandi cambiamenti nascono dai piccoli passi. Leggi anche: “Il cibo non si butta”: Too Good To Go, l’app per la lotta agli sprechi alimentari di Federica Tuseo

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Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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