I funerali privilegiati nell’era del lockdown: che fine fa l’uguaglianza fra cittadini?

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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Confindustria e Confartigianato pressano la politica per allentare le misure di contenimento ma c’è chi non rispetta decreti e provvedimenti amministrativi rischiando di vanificare il sacrificio di tutti. Negli ultimi giorni si sono moltiplicati però dei casi di ribellione e disobbedienza sociale e civica che ci costringono ad interrogarci circa l’effettiva natura della quarantena a livello legislativo e amministrativo. In particolare il riferimento a tre casi. Quello più eclatante si è verificato qualche giorno fa a Saviano in provincia di Napoli, dove una folla umanamente e giustamente commossa, ha salutato in maniera non consentita il passaggio della salma del sindaco deceduto proprio in seguito al covid-1.

Tre assembramenti, un solo funerale

Si sono registrati in questo caso ben tre assembramenti. Uno nell’ospedale di Nola dove il sindaco, tra l’altro anche affermato medico, aveva lavorato. Un altro ad Avellino dove è purtroppo deceduto, e l’altro in centro a Saviano, proprio davanti al municipio dove prestava servizio. Tra tutti i presenti ovviamente ognuno tiene a sottolineare il carattere della non organizzazione preventiva. Fatto sta che la prefettura di Napoli e la Procura di Nola stanno svolgendo le dovute indagini amministrative e penali mentre il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, ha disposto la chiusura degli accessi al comune di Saviano per una settimana. Leggi anche: Percorre 320 Km per tornare a casa, muore 12enne bloccata da lockdown

Un caso anche in Calabria

Un altro caso si è verificato a Lamezia Terme, in questo comune calabrese di 71000 abitanti, la folta comunità Rom si è precipitata in un quartiere per l’ultimo saluto ad un defunto. Il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, intervenuto a Mattino Cinque ha condannato fermamente l’accaduto ma ha tenuto a precisare che nel caso di Lamezia Terme, non riterrebbe necessaria la chiusura del paese argomentando a tal proposito la minore densità abitativa e il carattere “rapido” dell’assembramento. Si attendono decisioni della neopresidente della giunta nelle prossime ore.

E un altro nella “patria”di Peppone e Don Camillo

Un altro episodio si era verificato pochi giorni prima a Brescello, per intenderci, il paese che ha fatto da sfondo alle avventure di Peppone e Don Camillo. Anche in questo caso c’era stato un assembramento per un funerale ma con un numero di persone, che stando alle varie fonti, si aggirerebbe intorno alle 15 o al massimo 20 unità, quindi molto poche rispetto ai casi di Saviano e Lamezia Terme. Si tratta di tre funerali privilegiati in quanto i parenti delle oltre 23000 vittime sul territorio italiano, non hanno potuto dare l’ultimo saluto ai loro cari a causa dei divieti per contenere il contagio. Non solo. Va ricordato che anche coloro che non sono morti a causa del coronavirus non hanno potuto ricevere un corteo funebre. Leggi anche: Conte: “Il 4 maggio l’Italia riparte ma con piano differenziato per territori”

Funzioni amministrative ai comuni, arma a doppio taglio?

A questo punto si impone una riflessione di carattere politico, legislativo e costituzionale. L’articolo 118 della Costituzione attribuisce al Comune le funzioni amministrative. Solo in caso di principio unitario e di alcune considerazioni di proporzionalità e adeguatezza, è possibile che i servizi siano forniti da enti sovracomunali quali ad esempio la Regione, o in nome di un principio unitario ugualmente previsto dalla Costituzione, direttamente dal governo centrale.

I limiti dell’attuale sistema amministrativo comunale

Il caso di Saviano ci mostra la presenza sul posto di forze dell’ordine quali carabinieri e polizia municipale. Occorrerebbe interrogarsi sul rapporto e sull’eventuale conflitto di interessi tra gli amministratori comunali e la gestione della Polizia Municipale. Non è espressamente il caso del comune di Saviano ma di tutti i piccoli comuni nei quali, volenti o nolenti, i comandanti della Polizia Municipale sono di fatto ai diretti ordini dei primi cittadini. Questo potrebbe generare un conflitto di interessi che, non solo nel caso dei funerali ma nella vita quotidiana, possono portare a una disparità tra i cittadini. Leggi anche: Coronavirus, zero contagi a Napoli e Roma in netto miglioramento

Che fine fa il valore dell’uguaglianza?

Proviamo ad esempio di immaginare quale può essere l’efficacia della polizia municipale nel sanzionare un sindaco che parcheggia in divieto di sosta. Anche il rapporto tra i sindaci e le piccole stazioni del corpo Carabinieri dovrebbe essere rivisto per consentire la garanzia sacrosanta dell’uguaglianza tra i cittadini. Si tratta di un valore, quello dell’uguaglianza, stabilito dai padri costituenti e quindi inoppugnabile. Sarebbe davvero increscioso scoprire che molti sindaci, soprattutto nei paesi che non arrivano a 30 mila abitanti, per forza di cose sono costretti a lavorare fianco a fianco con i Carabinieri della locale stazione e talvolta si creano, inevitabilmente e come è giusto che sia, rapporti personali tra amministratori ed esponenti delle forze dell’ordine.

Rivedere i ruoli, scelta istituzionale di buon senso

Il buon senso e la legge non ci dicono che questo sia un male anzi, è sicuramente un bene. Occorrerebbe però dare garanzia di legalità ai cittadini che hanno tutto l’interesse a far sì che tutti i livelli di governo, partendo dal comune che è il livello più vicino ai cittadini, agiscano nell’interesse di tutti e non privilegino pochi. Da questo punto di vista, a emergenza finita, potrebbe essere opportuno riconsiderare le ripartizioni di questi ruoli. Leggi anche: Cucinelli: “Niente ferie ad agosto, recuperiamo il tempo perso”

Aumentare l’organico delle forze dell’ordine

C’è poi un’altra considerazione di carattere puramente autoritativo. Nelle grandi città il personale della Polizia Municipale e quello delle altre forze dell’ordine è numeroso e tipicamente non ha rapporti di amicizia con i cittadini o almeno non con la quasi totalità della cittadinanza. Sarebbe quindi opportuno cercare di aumentare l’organico delle forze dell’ordine anche nei centri più piccoli per far sì che queste siano messe in condizione di avere un deterrente tale da dissuadere la violazione delle regole da parte della cittadinanza.

Considerazioni da fare a emergenza finita

Se in una città di 71000 abitanti si dovessero assembrare 200 persone, una decina di uomini delle forze dell’ordine non hanno alcun deterrente per poterlo impedire, sarebbe più semplice prevenire e sanzionare invece questi comportamenti se potessero disporre di un organico superiore. Sono considerazioni di carattere generale da tenere presenti una volta Superata la fase acuta dell’emergenza. Leggi anche: Gli effetti del lockdown sui figli di genitori separati   di Domenico Di Sarno

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