Il primato dell’Italia nell’economia circolare: 79% circa di riduzione dei rifiuti

L’Italia dal 2010 al 2018, pur avendo un tasso di riciclo molto elevato, ha aumentato ancora le sue prestazioni: ciò le conferisce il primato tra i Paesi Eu nell'economia circolare.

Mara Bruni
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Ama scrivere di tutto ciò che riguarda l'analisi economica, anche in un'ottica green. Nel tempo libero produce cosmetici ecosostenibili.
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Secondo il Green Complexity dell’Università di Oxford, l’Italia è una superpotenza nell’economia circolare, grazie alle 432mila imprese che tra il 2015 e 2019 hanno investito in prodotti e tecnologia green.

Green Complexity di Oxford: l’Italia è prima in Europa per economia circolare

economia circolare

Economia circolare è il termine utilizzato per definire un sistema economico che garantisce l’ecosostenibilità.

Così come annunciato del Green Complexity dell’Università di Oxford, anche la Fondazione Symbola conferma il primato italiano nell’economia circolare in Europa: il riciclo dell’Italia è quasi il doppio rispetto alla media dell’Unione europea (39.2%) e superiore agli altri grandi Paesi, rispettivamente Francia (55,8%), Regno Unito (50,5%), Spagna (43,5%), Germania (42,7%).

L’Italia dal 2010 al 2018, pur avendo un tasso di riciclo molto elevato, ha aumentato le sue prestazioni dell’ 8.7%, conferendole il primato tra i Paesi Eu nell’economia circolare.

Da notare come nel riciclo industriale delle frazioni riciclabili classiche (acciaio, alluminio, carta, vetro, plastica, legno e tessili) l’Italia si è dimostrata il paese in Europa con la più alta capacità di riciclo in valore assoluto, migliore anche alla Germania.

Leggi anche: Tetrapak, cos’è e come si ricicla

Il successo dell’economia circolare italiana

L’Italia, grazie al numero di brevetti ambientali depositati, basse emissioni di CO2 e rigorose politiche ambientali, risulta al 2° posto nel mondo dopo la Germania. E viene seguita da USA, Austria, Danimarca e Cina. Un bel traguardo per l’economia e per le imprese italiane.

Dai dati Symbola, emerge il successo italiano:

  • 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio risparmiate grazie alla sostituzione di materia prima con materia prima da riciclo;
  •  63 milioni di tonnellate di CO2 non emesse in atmosfera dall’Italia grazie al riciclo;
  • 43,2 tonnellate di rifiuti per ogni milione di euro prodotto dal sistema produttivo nazionale.

Una azienda italiana su 3 ha investito nel green: ecco quali sono le imprese nell’economia circolare

È stimato che le imprese italiane che hanno investito nel green sono 1 su 3, anche se ci si aspetta che questo dato cresca consistentemente, come è cresciuto il numero degli investimenti dal 2015.

Rilevante è il successo dell’industria italiana del legno ed arredo: il 93% dei pannelli truciolari prodotti in Italia è fatto di legno riciclato. Seguono Belgio con l’84%, Danimarca 60%, Germania 59%, Francia 50%.

Nel 2018, il riciclo industriale della carta in Italia ha permesso di evitare consumi energetici pari a 1,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio ed emissioni impattanti pari a 4,4 milioni di tonnellate di CO2.

Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, afferma come:

Abbiamo bisogno di trovare una missione comune per far ripartire l’economia.

Affrontare con coraggio la crisi prodotta dalla pandemia da COVID19 e la crisi climatica non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro.

È una sfida di enorme portata che richiede il contributo delle migliori energie tecnologiche, istituzionali, politiche, sociali, culturali.

Leggi anche: La Corte dei Conti UE: “Plastica in imballaggi e agricoltura, nociva per salute e ambiente”

La green economy per un ambiente sostenibile

Le imprese mondiali devono avere come scopo la sostenibilità ambientale e quindi investire nella green economy, non solo perché riduce la quantità di rifiuti da smaltire ma anche perché riducono il consumo di materie prime.

La riduzione del consumo di materie prime è fondamentale perché permette di utilizzare materia già trasformata e quindi genera risparmi nel consumo di acqua e di energia, producendo minori emissioni che impattano l’ambiente.

Le materie prime utilizzate dall’industria manifatturiera italiana sono maggiormente materie primeseconde, ossia materie prime che vengono recuperate dalla differenziazione di rottami, maceri, rifiuti recuperati post-produzione o postconsumo. La fondazione Symbola fa notare come nelle produzioni siderurgiche e metallurgiche la quota di materia prima seconda supera il 90%. Inoltre, crescente è anche il ricorso a materia seconda nella produzione di carta, vetro, plastica e in alcuni settori dell’arredamento.

Ciò aiuta sensibilmente a contrastare il surriscaldamento globale ed ad avere un mondo più sostenibile in cui vivere. Per combattere il cambiamento climatico è necessario però un’intervento dello Stato che aiuti le imprese e le indirizzi verso uno sforzo comune.

Leggi anche: Ambiente e tecnologia, il mondo digitale è veramente sostenibile?

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