Brasile, Monica Benicio batte Bolsonaro alle municipali

Hola arcobaleno alle municipali brasiliane: Monica Benicio, la compagna di Marielle Franco e attivista LGBTQ+, è stata nominata consigliere di Rio De Janeiro mentre i candidati di Bolsonaro sono tutti perdenti

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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Monica Benicio è stata eletta Consigliere Comunale alle municipali brasiliane, elezioni che hanno avuto risultati sorprendenti, soprattutto per Bolsonaro. Monica è stata la compagna di Marielle Franco, come lei è attivista LGBTQ+ ed è riuscita ad entrare a far parte del municipio di Rio De Janeiro con uno smacco senza precedenti per il presidente del Brasile, conservatore e di ultra destra, intollerante nei confronti di tutte le minoranze.

Chi è Monica Benicio

Monica Benicio è nata e cresciuta in una delle favelas più violente di Rio De Janeiro (Marè). In un’intervista dello scorso ottobre ad Internazionale ha dichiarato: “questo fa parte di me al punto che per molto tempo ho banalizzato la violenza perché era l’unica cosa che conoscevo”.

Ma poi a 17 anni è diventata attivista per i diritti umani, ha voluto combatterla tutta quella violenza, in un paese, il Brasile, che è quinto nel mondo per femminicidi, in cui la morte della sua compagna Marielle Franco ha testimoniato che una donna, femminista, lesbica e attivista per i diritti umani rischia il pegno più alto, rischia la vita, un paese la cui classe dominante ha schiacciato le minoranze criminalizzandole.

Monica ora è entrata in politica, prosegue coraggiosa per la strada che ha scelto di percorrere e ha dichiarato che il suo sarà “un mandato femminista ed antifascista“.

L’eredità di Marielle Franco

Monica e Marielle sono state legate per 13 anni. Marielle nel 2016 aveva iniziato la sua carriera politica come consigliere a Rio De Janeiro, come la Benicio oggi, finché la sua vita non è stata violentemente spezzata nel quartiere Estacio di Rio il 14 marzo 2018, quando aveva 38 anni. Marielle in quel periodo era in prima linea per i diritti LGBTQ+ e soprattutto per denunciare gli abusi della polizia e le esecuzioni extra giudiziali.

Il suo assassinio ha segnato tutta la comunità mondiale LGBTQ+ che ha visto in lei un’icona della resistenza nella lotta per i diritti. Ma lo shock più grande lo ha subito ovviamente Monica che non si dà per vinta ed è alla ricerca della verità. L’omicidio di Marielle, che definisce politico, ad oggi resta ancora impunito, le indagini proseguono ma un colpevole ancora non è stato individuato. Monica ha deciso di raccogliere l’eredità di Marielle e di portarne avanti la battaglia in nome di una società più equa e più giusta.

Monica Benicio non è l’unica sorpresa

La nomina di Monica Benicio non è un evento isolato. Di fatto alle ultime elezioni municipali brasiliane si è assistito ad una vera e propria onda, una hola arcobaleno che ha investito tutto il paese e che ha visto tornare a casa con la coda tra le gambe tutti e 13 i candidati di Bolsonaro.

Secondo i risultati pubblicati dalla Corte Elettorale Superiore, infatti, in tutte le principali città brasiliane i candidati appoggiati dal governo sono stati battuti da sindaci indigeni, progressisti, quilombolas (discendenti degli schiavi africani fuggiti dalle piantagioni), trans e via dicendo. Tra i vincitori ci sono state moltissime donne.

Insomma, un panorama che rispecchia la società multietnica e multisfaccettata brasiliana, fatta di minoranze che soprattuto con il governo corrente hanno subito soprusi e discriminazione, ma che a queste elezioni, è proprio il caso di dirlo, ne hanno fatte vedere di tutti i colori a Bolsonaro.

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Bolsonaro alle corde

Il presidente brasiliano perde terreno, i risultati elettorali testimoniano che è in serie difficoltà. Di certo le presidenziali americane hanno dato il “la” ed è venuto a mancare il sostegno di Trump con cui Bolsonaro ha uno stretto legame.

Inoltre esperti e ONG green internazionali lo accusano di violare diritti umani e ambientali. Secondo loro ha indebolito le agenzie di controllo ambientale e durante il suo governo sono aumentati deforestazione e incendi boschivi a favore delle attività estrattive nelle aree protette, soprattutto in Amazzonia e Pantanal, le cui popolazioni indigene stanno subendo un vero e proprio sterminio.

Per tutta risposta, Jair Bolsonaro cerca di correre ai ripari, di recuperare consensi. Proprio ieri ha minacciato di rendere pubblica una lista di paesi che importano legno illegale, tra cui alcuni paesi membri della Comunità europea. La sua reazione però potrebbe essere l’ultimo guizzo di un leone morente. La hola arcobaleno intanto continua a propagarsi: dopo gli USA è arrivata in Brasile e sta investendo altri paesi latinoamericani come Argentina e Cile.

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