Il vero volto della guerra: 67 bambini uccisi durante il conflitto tra Israele e Hamas

Dopo il New York Times, il giornale israeliano Haaretz ha pubblicato in prima pagina i volti delle 67 giovani vittime cadute sotto i bombardamenti israeliani, qualcosa mai accaduto prima.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Ecco i 67 bambini uccisi durante l’ultimo conflitto israelo-palestinese. Questo è il numero dei morti sotto i 18 anni caduti durante gli 11 giorni di combattimenti di questo mese tra Israele e Hamas. Ben 65 sono stati uccisi a Gaza e 2 in Israele, secondo i primi rapporti.

67 bambini uccisi negli scontri tra Israele e Hamas, i genitori: “Era la volontà di Dio”

67 bambini uccisi negli scontri tra Israele e Hamas, i genitori: "Era la volontà di Dio"

Quando è stato chiesto di descrivere come si sentivano, molti genitori hanno risposto con un semplice: “È la volontà di Dio”. Saad Asaliyah, un tassista di Jabaliya, che ha perso la figlia di 10 anni, dice:

Sono incredulo, Cerco di calmarmi dicendo che era volontà di Dio che lei andasse.

Quasi tutti i 67 bambini uccisi erano palestinesi.

Gaza è affollata e la sua popolazione è giovane, con circa la metà sotto i 18 anni. Quando gli aerei da guerra israeliani colpiscono case e quartieri residenziali, che non sono obiettivi militarmente sensibili circa le basi di Hamas, il numero di bambini a rischio è pericolosamente alto.

Moltissime famiglie sono state cancellate anche in seguito a una sola esplosione, atroce.

Israele ha incolpato principalmente Hamas per il numero di vittime civili rimaste uccise sotto il fuoco incrociato.

Secondo il governo israeliano infatti Hamas sarebbe il principale responsabile delle vittime palestinesi poiché il gruppo avrebbe lanciato i razzi e condotto le operazioni militari da aree civili

I razzi israeliani

Gli attacchi di Israele sono stati indiscriminati e sproporzionati su tutta l’area della striscia di Gaza. Spesso nascondendo l’intento bellico incontrollato dietro la scusante che numerosi obiettivi bombardati fossero sede di basi o cellule di Hamas.

Esattamente come nell’episodio della distruzione del palazzo sede di al-Jaazera e AP (Associated Press) a Gaza City.

Israele aveva asserito che la distruzione dell’edificio fosse stata attuata per debellare una centrale operativa di Hamas che si trovava all’interno del palazzo con sede in alcuni uffici.

Chi ha lavorato li per anni ha affermato di non essere mai stato a conoscenza di uffici operativi appartenenti ad Hamas.

C’è chi in quel attacco invece ci ha visto solo un vero e proprio agguato alla libertà di stampa per impedire il racconto rapido e reale di ciò che stesse accadendo. Nessuno è rimasto ferito nell’attacco, essendo stati avvisati tutti coloro che vi lavoravano all’interno un’ora prima per permetterne l’evacuazione.

Sono andati persi però migliaia di dollari in attrezzature, nonché tutti gli archivi.

67 bambini uccisi: la polemica sul giornale israeliano Haaretz e sul New York Times (NYT)

67 bambini uccisi: la polemica sul giornale israeliano Haaretz e sul New York Times (NYT)

Giovedì scorso succede qualcosa di inconsueto, inaspettato e a tratti quasi rivoluzionario (nei limiti editoriali, considerando la politica israeliana).

Uno dei quotidiani israeliani più quotati in patria, l’Haaretz, pubblica giovedì scorso sulla propria prima pagina le foto dei 67 bambini uccisi (di cui 65 palestinesi e 2 israeliani) durante i bombardamenti.

L’articolo è arrivato il giorno dopo che il New York Times ha pubblicato l’ampio resoconto delle vittime più giovani dell’ultima offensiva israeliana, durata 11 giorni, in cui l’IDF (Israel Defense Forces-Forze di difesa israeliane) ha spesso preso di mira le aree residenziali di Gaza.

I più accaniti sostenitori dei diritti umani e giornalisti, ma anche tanti cittadini stanchi della politica sionista, hanno applaudito il quotidiano israeliano Haaretz per la sua copertina senza precedenti, raffigurante le foto e le storie dei 67 bambini uccisi nell’ultima campagna di bombardamenti delle forze di difesa israeliane

Una prima pagina con un titolo forte e diretto, un vero e proprio schiaffo in faccia al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: “Questo è il prezzo della guerra”. Così recitava il titolo.

Un gesto che Netanyahu non ha per nulla digerito.

Uno dei maggiori sostenitori della politica di Netanyahu, esponente politico israeliano numero uno nelle zone ebraiche della Csgiordania, Oded Revivi, nonché capo del Consiglio regionale di Efrat e titolare del portafoglio delle relazioni estere del Consiglio Yesha, ha subito parlato ad Arutz Sheva (network israeliano), dicendosi “disgustato” dall’articolo apparso:

L’articolo che accompagna le immagini è stato prima pubblicato sul New York Times .

Trascurando di menzionare il fatto che un numero significativo di quei bambini è stato effettivamente ucciso dai razzi lanciati da Hamas che sono caduti all’interno della Striscia di Gaza.

Oded Revivi chiosa poi con una frase finale che non lascia spazio a grandi interpretazioni riguardo le numerose famiglie palestinesi che hanno perso i propri cari:

La gente ha pietà delle madri sbagliate

L’opinione internazionale

La prima pagina di Haaretz sui 67 bambini uccisi, non ha destato scandalo e scalpore solo in patria ma è stata particolarmente degna di nota anche negli Stati Uniti.

L’autore e professore al Brooklyn College Louis Fishman ha dichiarato:

Un grande atto considerando che i lettori del giornale mandano anche i loro figli a combattere nelle guerre di Israele.

Un qualcosa che non ha precedenti.

La vicenda ha avuto eco anche sulla stampa inglese, ne ha scritto la settimana scorsa Arielle Angel, caporedattore di Jewish Currents  sul The Guardian : “Dall’assalto israeliano di 50 giorni a Gaza del 2014, che ha ucciso più di 2.100 palestinesi, i difensori dei diritti hanno visto la crescita di un piccolo ma impegnato popolo ebraico contro l’occupazione. Movimento che nell’ultima settimana e mezza ha portato una cerchia ancora più ampia della comunità a un luogo della resa dei conti”.

La giornalista Arielle Angell sempre durante un suo intervento sul The Guardian ha commentato l’opposizione alla politica militare e genocida israeliana anche da parte di moltissimi esponenti della comunità ebrea:

Abbiamo visto politici ebrei, celebrità, studenti rabbini e altri parlare ad alta voce per la Palestina

Abbiamo assistito a una potente dimostrazione di solidarietà da parte dei dipendenti ebrei di Google, che hanno chiesto alla loro azienda di interrompere i legami con l’IDF. 

A  Jewish Currents, la rivista di sinistra di cui ora sono caporedattore, abbiamo posto domande ai lettori che lottavano per capire le recenti violenze. 

Siamo stati inondati. Queste domande prese nel loro insieme dipingono un sorprendente ritratto di una comunità a un punto di svolta.

Sui social media, Mairav ​​Zonszein dell’International Crisis Group, riguardo ai 67 bambini uccisi e messi in prima pagina da Haaretz ha commentato:

La prima pagina di Haaretz mostra specificatamente il prezzo del governo militare: espropriazione, discriminazione e violenza continue di Israele.

67 bambini uccisi, l’Onu: “I raid israeliani su Gaza potrebbero costituire dei crimini di guerra”

67 bambini uccisi, l'Onu: "I raid israeliani su Gaza potrebbero costituire dei crimini di guerra"

“I raid israeliani su Gaza potrebbero costituire dei crimini di guerra”. Questo è quanto affermato nelle ultime ore dall’ l’Alto Commissario ONU per i Diritti umani, Michelle Bachelet.

Durante la seduta straordinaria del Consiglio delle Nazioni Unite, in discussione anche la creazione di una commissione d’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti umani nei territori oggetto del conflitto che hanno causato 221 vittime palestinesi tra le quali ci sono anche i 67 bambini uccisi dai raid.

L’Alto commissario Bachelet durante le sue dichiarazioni ha poi aggiunto:

Nonostante le affermazioni di Israele secondo cui molti edifici ospitassero gruppi armati o fossero usati per scopi militari, non abbiamo visto prove al riguardo.

Sebbene Israele abbia intrapreso una serie di precauzioni, come il preavviso di attacchi, in alcuni casi, parliamo di attacchi aerei in aree densamente popolate che hanno provocato un alto livello di vittime e feriti civili, nonché la distruzione diffusa delle infrastrutture.

Leggi anche: Il senatore americano Bernie Sanders blocca vendita di armi in Israele e si scaglia contro Netanyahu: “Ha fomentato la violenza”

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Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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