Accordo raggiunto: Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco

Stanotte i bombardamenti sono terminati a partire dalle ore 2, è stato questo l'orario stabilito per l'inizio del cessate il fuoco dopo l'accordo raggiunto tra Hamas e Israele.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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Migliaia di persone nella Striscia di Gaza e in tutto il territorio palestinese occupato si sono riversate nelle strade per celebrare un cessate il fuoco tra Israele e i gruppi armati palestinesi.

Il cessate il fuoco, accolto con favore a livello internazionale, è stato mediato dall’Egitto nelle prime ore di venerdì dopo 11 giorni di incessante bombardamento.

Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco: gli accordi

Sono stati undici giorni d’inferno, lo sanno bene i palestinesi, che per oltre una settimana hanno visto piovere fuoco dal cielo sulle loro teste.

Il bombardamento israeliano di Gaza ha ucciso 232 palestinesi, tra cui 65 bambini, e ha prodotto quasi 2000 feriti e oltre 40mila sfollati tra le famiglie palestinesi. Oltre a creare una devastazione già diffusa su un territorio già impoverito. Da parte israeliana le perdite sono state: 12 persone, tra cui due bambini.

Finalmente è poi arrivata la tanto attesa notizia dopo giorni in cui il mondo intero era col fiato sospeso a seguire lo svolgersi del conflitto: Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco.

Un accordo raggiunto a fatica e mediato dall’Egitto.

Una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che nella giornata di ieri il suo gabinetto di sicurezza aveva “accettato all’unanimità le raccomandazioni di accettare un’iniziativa egiziana per un cessate il fuoco incondizionato”.

Hamas ha quindi confermato il cessate il fuoco in una dichiarazione, affermando che sarebbe entrato in vigore alle 2 del mattino di venerdì.

La tensione resta alta

Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco, ma la situazione tra i due nemici giurati resta tesissima e soprattutto l’equilibrio tra le parti adesso è più fragile che mai.

Ezzat El-Reshiq, funzionario dell’ufficio politico di Hamas ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters:

Israele deve porre fine alle sue violazioni nella Gerusalemme est occupata e affrontare i danni causati dai bombardamenti di Gaza a seguito del cessate il fuoco.

È vero che la battaglia finisce oggi, ma Netanyahu e il mondo intero dovrebbero sapere che le nostre mani sono sul grilletto e continueremo a far crescere le capacità di questa resistenza.

El-Reshiq ha detto che le richieste del movimento includono anche la protezione del complesso della moschea di Al-Aqsa e la fine dello sfratto di diversi palestinesi dalla loro casa a Gerusalemme est, che ha definito una linea rossa, un limite inviolabile nuovamente, ha poi aggiunto:

Quello che viene dopo la battaglia Spada di Gerusalemme non è come quello che è successo prima, perché il popolo palestinese ha sostenuto la resistenza e sa che la resistenza è ciò che libererà la loro terra e proteggerà i loro luoghi sacri.

L’atmosfera era molto cupa anche in Israele, dove il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affrontato accuse rabbiosa proprio dai membri della destra suoi alleati. Questi lo hanno accusato di aver fermato la guerra troppo presto.

Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco: la felicità del popolo palestinese

Subito dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Hamas e Israele centinaia di persone sono scese per strada a festeggiare.

Secondo quanto ha riportato Al Jazeera, molte persone che a Gaza si erano rifugiate negli edifici scolastici, dopo che le loro case erano state danneggiate dai raid israeliani, sono ritornate verso le proprie abitazioni, o di quello che ne era rimasto, non appena è iniziato il cessate il fuoco.

I numerosi palestinesi scesi nelle piazze anno iniziato ad applaudire e incoraggiare God is Great (Dio è grande).

Per molti palestinesi tra l’atro oggi oggi, è considerato in realtà il primo giorno della festività Eid al-Fitr: nella cultura islamica, la ʿīd al-fiṭr è la seconda festività religiosa più importante, quale segno di gioia per la fine di un lungo periodo di digiuno, viene celebrata alla fine del mese lunare di ramaḍānda.

Molti fedeli non sono riusciti a celebrarla, poiché l’aggressione israeliana è concisa proprio con il penultimo giorno di Ramadan non riuscendo quindi a celebrarla.

Ieri sera erano tantissimi i giovani che sventolavano alte le bandiere palestinesi. Per le strade si sono distribuito dolci, suonato i clacson e acceso fuochi d’artificio. Celebrazioni spontanee sono scoppiate anche a Gerusalemme est e in tutta la Cisgiordania occupata.

Nella notte addirittura a Gaza city ha riaperto un mercato all’aperto dove tantissime persone si sono recate a fare scorte di cibo. Ashraf Abu Mohammad uno dei venditori del mercato ha detto:

La vita tornerà, perché questa non è la prima guerra e non sarà l’ultima.

Il cuore soffre, ci sono stati disastri, famiglie cancellate dal registro civile e questo ci rattrista. Ma questo è il nostro destino in questa terra, rimanere pazienti.

Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco: le reazioni internazionali

Hamas e Israele firmano il cessate il fuoco e le reazioni internazionali si fanno subito sentire.

La Cina invierà assistenza per aiutare a curare i feriti e trovare nuovi alloggi per le famiglie sfollate a seguito degli attacchi aerei israeliani a Gaza. Lo hanno riferito i media statali, citando Tian Lin, portavoce della China International Development Cooperation Agency.

Arrivano anche le parole di Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite:

Sottolineo che i leader israeliani e palestinesi hanno la responsabilità, oltre al ripristino della calma, di avviare un dialogo serio per affrontare le cause profonde del conflitto.

Gaza è parte integrante del futuro stato palestinese e nessuno sforzo dovrebbe essere risparmiato per realizzare una vera riconciliazione nazionale che metta fine alla divisione.

Joe Biden, presidente degli Stati Uniti:

Rimaniamo impegnati a lavorare con le Nazioni Unite e altre parti interessate internazionali per fornire una rapida assistenza umanitaria e per fornire supporto internazionale per le persone a Gaza e negli sforzi di ricostruzione di Gaza.

Credo che i palestinesi e gli israeliani meritino ugualmente di vivere in modo sicuro e protetto e di godere di uguali misure di libertà, prosperità e democrazia.

La mia amministrazione continuerà la nostra tranquilla e implacabile diplomazia verso quel fine. Credo che abbiamo un’autentica opportunità per fare progressi e mi impegno a lavorare per questo.

Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha accolto con favore l’accordo di cessate il fuoco e ha esortato entrambe le parti a costruire su di esso.

Esorto entrambe le parti a consolidarlo e stabilizzare la situazione a lungo termine. Solo una soluzione politica porterà a tutti pace e sicurezza durature.

Leggi anche: Protesta palestinese in Italia, Yousef Salman: “Stop alla politica criminale e al massacro da parte di Israele”

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