La sfida di Unilever: “Vogliamo dire addio ai rifiuti plastici e mantenere il pianeta pulito”

Unilever ha stretto una partnership con Ioniqa, nuova realtà dei Paesi Bassi impegnata nella rigenerazione del PET. La loro tecnologia permetterà il recupero di qualsiasi imballaggio in plastica per infinite volte. Ecco come.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Unilever è tra le aziende leader nella vendita di beni di largo consumo. Immette sul mercato tonnellate di plastica e packaging per realizzare contenitori per condimenti, bevande, prodotti per la cura della casa e della persona. La multinazionale ha oltre 200 filiali in tutto il mondo ed è presente in 90 Paesi, conta migliaia di dipendenti ed è quotata in borsa. Dal 2010 il colosso anglo-olandese è impegnato nel programma Unilever Sustainable Living Plan, volto a ridurre l’impatto sull’ambiente controllando la produzione di Co2 e il consumo di risorse idriche attraverso il ripensamento di modelli di business sostenibili. Ma l’azienda non smette mai di rinnovarsi ed è alla ricerca costante di tecnologie green che le permettano di migliorare le sue prestazioni in termini di ecosostenibilità. Ha spiegato il Global Packaging Director, Sanjeev Das, collaboratore di Unilever dal 2004:

In Unilever, ci siamo impegnati ad assicurare che tutti i nostri imballaggi di plastica siano riutilizzabili, riciclabili o compostabili entro il 2025 e siamo costantemente alla ricerca di tecnologie rivoluzionarie che ci possano aiutare a raggiungere questo obiettivo.

Ioniqa e la rigenerazione del PET

Dal 2017 Unilever utilizza imballaggi green. Ma il vero salto in avanti dell’azienda è la partnership avviata con Ioniqa. L’azienda è una nuova realtà dei Paesi Bassi che lavora alla trasformazione del PET. Ha detto Sanieev Das:

Quando ci hanno presentato Ioniqa, abbiamo subito intuito il potenziale dell’azienda.

Ioniqa ha sviluppato una tecnologia che impiega un magnetic catalyst brevettato per portare la plastica PET al livello molecolare, vale a dire a quello originale. In questo modo è possibile rimuovere le tracce di colore e le impurità da qualsiasi tipo di rifiuto e trasformarlo in plastica pura, pulita e trasparente, pronta per i prodotti alimentari.

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È davvero possibile sfruttare la plastica all’infinito?

Realisticamente la plastica è un prodotto valido che, se gestito correttamente, potrebbe continuare a servire il mercato. Il polietilentereftalato, il PET, è un materiale talmente versatile che gli usi a cui è destinato sono innumerevoli. Attualmente, però, si riesce a riciclare solo il 15% di tutto il PET prodotto. Il resto finisce negli inceneritori, in discarica o nell’ambiente, sostanzialmente per la mancanza di infrastrutture adibite a raccogliere e smaltire questi rifiuti. Inoltre, una volta colorato o contaminato da sostanze alimentari, questo materiale non è più adatto al riciclo. E qui interviene la tecnologia di Inoqua: riportando la plastica allo stato originale, cioè pura e non contaminata, sarebbe possibile riciclare il PET per intero e infinite volte. Una vera rivoluzione che sì, consentirebbe di sfruttare la stessa plastica all’infinito.

Un modello di consumo circolare

Unilever pensa alla plastica come una risorsa da sfruttare e gestire in modo efficiente. Una gestione virtuosa della plastica significa il passaggio da un modello di consumo lineare, ossia prendere-trasformare-buttare, a un modello completamente circolare. Nei Paesi Bassi Inoqua ha già avviato una produzione di 10.000 tonnellate di PET riciclata, che sarà poi convertita in resina PET e riutilizzata per imballaggi. Ma ora bisogna estendere l’utilizzo di questa tecnologia.

Stimiamo che avremo PET circolare pronto per l’uso entro il terzo quarto del 2019. Ma non vogliamo continuare da soli. Crediamo che questa tecnologia abbia le potenzialità per rivoluzionare i processi di riciclo della plastica e trasformare l’intera industria su larga scala. Per questo vogliamo condividere quello che stiamo facendo con altre aziende che, come noi, desiderano porre fine ai rifiuti plastici e mantenere il pianeta pulito.

Unilever collabora già con diverse aziende, con governi e con ONG. Ma la strada da fare per raggiungere l’obiettivo 12 dello sviluppo sostenibile, quello relativo al consumo e alla produzione responsabile, è ancora tanta. Per questo è richiesta una maggiore collaborazione dalle Istituzioni e dalle altre grandi multinazionali che gestiscono il settore della plastica.

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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