Vaccino Covid-19: è davvero possibile pensare all’immunità di gregge? Cosa sappiamo

Con l'arrivo del vaccino, sono aumentate le speculazioni sul conseguimento di una futura immunità di gregge. Ma sarà davvero possibile raggiungerla?

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Il 13 marzo è stato diffuso il Nuovo Piano per la campagna vaccinale voluto dal generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario per l’emergenza Covid-19 subentrato ad Arcuri.

In quell’occasione, Figliuolo aveva dichiarato che le fasce prioritarie per la somministrazione del vaccino, tratteggiate nel Nuovo Piano vaccinale voluto da Draghi, sarebbero andate via via scomparendo: l’obiettivo, spiegava, è il raggiungimento dell’immunità di gregge entro settembre, possibile soltanto grazie all’arrivo in massa di dosi, che permetterà, secondo la sua previsione, a tutti i centri di somministrazione di arrivare a saturazione, rendendo il farmaco disponibile per chiunque lo voglia e concludendo così la lotta al Covid-19.

Da quel momento, speculazioni sul raggiungimento di un’ipotetica e salvifica immunità di gregge sono aumentate esponenzialmente: c’è chi crede sia possibile, chi crede non lo sia e chi non si pronuncia, limitandosi ad osservare il corso degli eventi.

Ma, al di là dei pareri e delle speranze personali, sarà davvero possibile raggiungere l’immunità di gregge?

Immunità di gregge, Nature: 5 motivi per cui è “probabilmente impossibile” raggiungerla

immunità d gregge e vaccino è possibile?

Se si guarda la questione dall’unico punto di vista che conta in queste circostanze, ovvero quello scientifico, le previsioni su una futura immunità di gregge non sono incoraggianti: il sogno di una vita normale, di un mondo come era prima, sembra ancora lontano, così come è lontana la probabilità che si possa raggiungere in tempi brevi un grado di immunizzazione tale da metter fine alla pandemia.

Il Covid-19, stando agli esperti, diventerà una malattia endemica, cioè sempre presente nella popolazione, come l’influenza. I vaccini e una memoria immunitaria sempre più forte renderanno gestibile la malattia, ma nel breve-medio periodo non possiamo affidarci alla speranza di un’immunità di gregge, anzi, dovremmo probabilmente affrontare una fase di continue nuove ondate.

Il sito della rivista scientifica Nature ha consultato numerosi esperti e, precisando che si tratta comunque di una previsone, ha identificato 5 motivi per i quali è “probabilmente impossibile” che si sviluppi un’immunità di gregge che faccia sparire il Covid-19. E sono:

  • 1. Vaccini e trasmissione: La logica dell’immunità di gregge si basa sul fatto che, anche nel momento in cui si infettasse, una persona non potrebbe concretamente contagiare nessuno, dato che la maggior parte degli individui dovrebbe essere o vaccinata o immune grazie ad un precedente contagio. Ad oggi, sappiamo che i vaccini disponibili impediscono che si sviluppi il Covid-19, ma non è invece chiaro quanto impediscano di essere contagiati. La capacità del vaccino di bloccare la trasmissione dovrebbe essere, secondo le indagini, almeno del 70%.
  • 2. Disparità nelle vaccinazioni: Una vaccinazione massiccia e coordinata in tutto il pianeta potrebbe far scomparire per sempre il Covid-19, ma un risultato simile appare impossibile da raggiungere. Se Israele, ad esempio, è considerato un paese virtuoso in tema di vaccinazioni, essendo riuscito a vaccinare metà della propria popolazione in pochi mesi, è anche vero che è circondato da paesi come Libano, Giordania, Siria ed Egitto, che hanno invece vaccinato meno dell’1% della popolazione: si comprendono da sé le possibili conseguenze di una futura riapertura dei collegamenti internazionali.
  • 3. Varianti: Sono note a tutti le varianti più contagiose di Covid che recentemente si sono diffuse in tutto il mondo. Più il coronavirus rimane in circolo, più il rischio che si formino varianti nuove e difficili da controllare aumenta. E dunque, anche se si sviluppasse l’immunità di gregge, l’arrivo di una nuova variante potrebbe cancellarla e contagiare molte persone. Le varianti del virus, infatti, possono farsi strada eludendo le difese sviluppate dal nostro organismo grazie alla malattia o al vaccino, per questo è fondamentale identificarle e aggiornare i vaccini, rendendoli efficaci contro le nuove versioni del virus.
  • 4. Durata dell’immunità: Altro problema è che non sappiamo, di fatto, quanto duri l’immunità acquisita per via naturale dopo essere stati contagiati o tramite vaccinazione. L’ipotesi è che l’immunità svanisca col tempo e si concentri in parentesi temporali molto ristrette. Secondo gli esperti è probabile che in futuro si ricorrerà a periodici richiami del vaccino, rendendo la vaccinazione Covid-19 simile a quella contro l’influenza stagionale.
  • 5. Comportamenti: Le assunzioni fatte sull’immunità di gregge sono state elaborate basandosi sulla situazione attule: restrizioni, distanziamento sociale e mascherine. Perciò in circostanze di vita normale non sappiamo quanto possano aumentare i rischi di contagio: possiamo solo intuire che, non praticando più comportamenti come distanziamento e uso di mascherina, si dovrebbero immunizzare molte più persone.

Per tutti questi motivi, appare improbabile che si possa raggiungere l’immunità di gregge solo attraverso le vaccinazioni. In ogni caso, esse continuano a rappresentare l’arma principale a disposizione contro il Covid-19.

Leggi anche: Arriva in Italia il vaccino russo Sputnik V: 10 milioni di dosi entro la fine dell’anno

Immunità di gregge: il parere degli esperti

Molti esperti si sono pronunciati sulla reale possibilità di raggiungere la tanto agognata immunità di gregge.

Il primo a sbilanciarsi sul tema è stato Thierry Breton, commissario europeo per il mercato interno, che ha annunciato che l’immunità di gregge sarà raggiunta in Europa il 14 luglio. E a ridimensionare in parte l’eccessivo ottimismo di Breton, ci ha pensato Pierpaolo Sileri, il nostro sottosegretario alla Salute che, intervistato ieri su Rtl 102.5, ha precisato:

Più che di immunità di gregge io parlerei di protezione di gregge, avendo ricevuto la prima dose forse il 70%, 80% degli europei è verosimile che raggiungeremo questo obiettivo a luglio.

Si è mostrato più cauto Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano, che si è espresso senza freni ad Agorà, programma di Rai3 condotto da Luisella Castamagna, ed ha detto:

Siamo lontani dall’idea di un vaccino in grado di sviluppare l’immunità di gregge, spero che questa idea venga dopo con efficienza. Ma i vaccini che abbiamo dovranno essere aggiornati per le nuove varianti.

Anche se va detto che quando un anziano vaccinato incontra il virus in qualche variante sconosciuta, difficilmente dovrebbe finire in ospedale.

Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, parla di un’immunità di gregge che sarà verosimilmente raggiunta a Novembre e del pericolo di una quarta ondata:

L’obiettivo deve essere l’immunità di gregge, 70-75% di italiani vaccinati per novembre.

Altrimenti potrebbe esserci una quarta ondata davvero pesante, soprattutto se ci arrivassimo senza essere immunizzati.

Mentre oggi Manuela Lanzarin, assessore del Veneto alla sanità, ha pronunciato parole di fiducia:

La famosa immunità di gregge è molto lontana, ma dipende dalle forniture dei vaccini in nostro possesso.

Siamo di fronte alla più grande campagna vaccinale di sempre, di errori ne sono stati fatti e se ne faranno, ma è normale ed umano in una situazione simile.

E dunque luglio, settembre, novembre: si aprono le scommesse sulla data che vedrà l’arrivo dell’immunità di gregge. Una quantità di previsioni buttate lì, approssimate, fatte per mettere anche solo teoricamente la parola fine ad un virus che però una fine ancora non può vederla, secondo la scienza. Dobbiamo mantenere il nostro sguardo sulla realtà delle cose.

Prima di fare pronostici su una futura e probabilmente lontana immunità di gregge, bisogna pensare a quelle che sono le urgenze di oggi: aggiornare i vaccini per le nuove varianti e, soprattutto, tentare di identificare più versioni del virus possibile. Queste sono le priorità da analizzare, per il bene di tutti i cittadini.

Leggi anche: Vaccino Covid-19, tutto ciò che devi sapere e perché Astrazeneca è diverso

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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