Pazienti legati, perquisiti, spesso confinati nella propria cella senza possibilità di uscire: sebbene la vecchia idea di manicomio come luogo di tortura psicofisica sia superata ormai da tempo, il trattamento dei pazienti negli istituti di cura della salute mentale non è ancora così etico quanto vorremmo. Alle umilianti e pericolose pratiche di contenzione meccanica si cerca rimedio con il recente provvedimento annunciato dal Ministro Roberto Speranza: niente più contenzione forzata dei pazienti nelle case di cura entro il 2023.
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Il provvedimento del Ministro Speranza contro la contenzione meccanica
Il provvedimento è stato inviato ieri alle Regioni e ai Comuni per l’approvazione in Conferenza Unificata, e il testo del documento è disponibile a questo link.
Il superamento della contenzione meccanica avverrà nell’arco di due anni e sarà effettuata seguendo un iter di sette raccomandazioni, allo scopo di eliminare definitivamente una serie di pratiche che rappresentano un vero e proprio universo sommerso: addirittura l’85% degli SPDC ne fa uso, oltre ad altre pratiche di contenimento che limitano pesantemente la libertà dei pazienti e, in alcuni casi, addirittura dei familiari.
Cos’è la contenzione meccanica?

La contenzione meccanica, o contenzione forzata, consiste nella limitazione dei movimenti dell’individuo attraverso mezzi fisici, come ad esempio lacci e catene, o chimici, come sedativi e terapia del sonno. Questa tipologia di meccaniche di contenimento è stata a lungo contestata – sin dagli anni ‘70 – dagli stessi esperti di salute mentale, che consigliano invece il contenimento psicologico, relazionale ed emotivo, il cui scopo è ridurre l’aggressività del soggetto facendolo sentire rassicurato e al sicuro.
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Quali sono gli effetti negativi della contenzione meccanica
Accanto agli effetti psicologici devastanti derivati da un trattamento così umiliante e violento, la contenzione meccanica può avere effetti fisiologici altrettanto pericolosi. I mezzi di contenimento costringono i pazienti in posizioni scomode per lungo tempo e possono danneggiare organi interni e arti a causa della pressione prolungata su nervi, articolazioni e cute. Le conseguenze possono variare: dalle piaghe da decubito alle ischemie, finanche alla morte.
Le 7 raccomandazioni del provvedimento: verso un trattamento più etico nei luoghi di cura
Dicevamo in apertura che il testo del provvedimento si articola attraverso sette raccomandazioni, delle vere e proprie best practices, che promuovono un trattamento più etico e umano dei pazienti. Nello specifico si prevede:
- L’attivazione di percorsi di riconoscimento delle pratiche di contenzione come limitative delle libertà personali.
- L’attuazione di iniziative di formazione dirette a tutti gli operatori del settore.
- L’attuazione di iniziative per far conoscere e monitorare la contenzione meccanica.
- Il rispetto dei diritti e della dignità delle persone.
- L’organizzazione di servizi di salute mentale integrati, inclusivi e radicati nel territorio.
- Qualità garantita dei luoghi di cura.
- La promozione del lavoro di squadra e del lavoro in rete.
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