Vaccino Covid-19, tutto ciò che devi sapere e perché Astrazeneca è diverso

Dubbi sul vaccino? I maggiori esperti italiani e internazionali concordano sul fatto che i vaccini contro il Covid siano sicuri e necessari. In generale è così. Occorre però fare chiarezza su alcuni aspetti.

Domenico Di Sarno
Domenico Di Sarno
Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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In Italia i vaccini attualmente disponibili perché approvati dall’agenzia italiana del farmaco sono Pfizer-Biontech, Moderna e Astrazeneca. I primi due usano la nuova tecnica a mRNA mentre Astrazeneca usa un vettore virale estrapolato da un adenovirus. Cerchiamo di capire di cosa parliamo anche per i non addetti ai lavori.

Vaccino Covid-19, qualche dettaglio sulla tecnica mRNA

L’mRNA è detto anche RNA messaggero e di norma trasporta le informazioni genetiche trasmettendo un’elica del DNA presente nel nucleo cellulare fino al citoplasma dove, grazie alla combinazione degli amminoacidi, si producono tutto ciò che serve al prosieguo della nostra esistenza.

Bisogna aggiungere che i virus sono anucleati, cioè privi di nucleo e il SARS-CoV-2 usa un filamento di RNA per entrare nel meccanismo di sintesi delle cellule e replicarsi. Un vaccino a mRNA usa la stessa tecnica per “spiegare” alle nostre cellule come sintetizzare la proteina spike che è una delle proteine usate dal virus per ottenere accesso alle cellule.

In questo modo, il corpo inizia a produrre anticorpi contro il SARS-CoV-2 pur non avendo mai “visto” il virus ma solo la proteina che ne consente l’ingresso.

Vaccino Covid-19, case farmaceutiche e prodotti

Ecco i vaccini attualmente presenti sul mercato:

  • Pfizer-Biontech è una multinazionale americana e tedesca che ha annunciato per prima la scoperta del vaccino con la peculiarità di doverlo conservare a circa -74 gradi centigradi
  • Moderna è arrivata poco dopo alla sintesi del vaccino ma il suo prodotto ha il vantaggio di non richiedere temperature così basse
  • Astrazeneca ha sviluppato il vaccino Oxford, ribattezzato così per il contributo dato allo studio dalla prestigiosa università britannica.

Attualmente sono in arrivo altri vaccini, alcuni dei quali sono ancora in fase di approvazione e altri, come quello di Johnson & Johnson, sono stati già approvati negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration, l’equivalente della nostra agenzia del farmaco.

Vaccino e paura per gli effetti collaterali

Ciò che desta perplessità riguardo ai vaccini non è tanto la loro affidabilità nel combattere il virus che è comunque in linea o superiore se confrontata ai vaccini usati per altri agenti patogeni. Ciò che manca, per forza di cose, è la possibilità di riferirsi a uno studio sugli effetti collaterali, anche solo potenziali, e sullo studio della produzione degli anticorpi a lungo termine.

Uno studio del genere non è stato eseguito su nessuno di questi vaccini soprattutto perché si tratta di vaccini creati in poco tempo con la necessità di fermare la pandemia.

Perplessità sulla durata della risposta immunitaria

Il primo punto, quello relativo agli anticorpi, potrebbe dire agli scienziati e agli utenti per quanto tempo un vaccino è efficace nel prevenire l’infezione. Normalmente quando si somministra un vaccino il nostro organismo inizia a produrre anticorpi e quindi risposta immunitaria, dopo un certo tempo. Tale immunità ha una durata. Ad esempio il vaccino per la parotite conferisce immunità permanente, mentre quello per l’influenza dura un anno.

Attualmente gli studi sugli anticorpi e sulla loro durata sono ancora in corso. Il personale sanitario sottoposto al vaccino è costantemente monitorato con risposte immunitarie piuttosto variabili.

Gli operatori sanitari, i primi a sottoporsi al vaccino, sono dunque i più esposti agli effetti collaterali

Un’altra perplessità riguarda proprio il fatto che siano stati vaccinati per primi gli operatori sanitari. In una guerra è ovvio proteggere per prima la fanteria ma se si sta sperimentando un nuovo tipo di giubbotto antiproiettile, come dovrebbe essere il vaccino, forse sarebbe opportuno sperimentarlo non su tutto l’esercito ma su una parte. Nel caso del vaccino si è vaccinato l’intero personale sanitario.

Le intenzioni sono ottime, proteggere la prima linea ma se ci fossero stati problemi, anche reversibili e lievi, avremmo avuto la scomoda condizione di restare con una buona parte del personale medico alle prese con gli effetti collaterali transitori.

Certo bisogna anche dire che con la capacità vaccinale dell’intero sistema non sarebbe stato possibile vaccinare tutti gli operatori sanitari in un giorno solo e che per quanto si sia condotta una breve sperimentazione, generalmente, non tutti manifestano effetti collaterali.

Vaccino una o due dosi? La decisione segua le indicazioni dei produttori

Ancora le perplessità circa la percentuale di copertura. Data la percentuale ridotta il vaccino Astrazeneca era consigliato in un primo momento solo per coloro che avevano meno di 55 anni poi si è passati a 65. Inoltre si sta pensando, come si è fatto in Gran Bretagna, di considerare vaccinati tutti coloro che abbiano ricevuto almeno la prima dose.

Una decisione del genere non può essere assunta dalla politica con dei provvedimenti amministrativi ma deve essere presa esclusivamente dal comitato tecnico scientifico e di intesa con la casa farmaceutica che ha condotto la sperimentazione e sicuramente ha più elementi per consigliare una o due dosi.

Vaccino, gli effetti a lungo termine non creino preoccupazione

Il punto che segue è tendenzialmente quello più dolente. Occorre precisare che non bisogna cadere in facili allarmismi e preoccupazioni senza fondamento ma ci sono stati alcuni episodi che si sono verificati recentemente che lasciano riflettere. A Napoli un’insegnante è deceduta 4 giorni dopo essersi vaccinata e la Procura sta indagando sull’accaduto. Saranno i giudici partenopei a fare luce sulle cause del decesso.

Il Miur sta somministrando il vaccino Astrazeneca a tutto il corpo docente. Precisiamo che a fronte di un decesso esistono decine di migliaia di persone che non hanno accusato alcun problema o che hanno avuto solo lievi e fisiologici sintomi transitori.

Per tranquillizzare i lettori riportiamo l’idea del dottor Claudio Cricelli presidente della società italiana di medicina generale: “Ogni giorno muoiono 800 anziani vaccinati contro la normale influenza senza che vi sia alcuna correlazione con il vaccino che hanno ricevuto”.

Leggi anche: Vaccino russo Sputnik V meglio di AstraZeneca, l’OK arriva dallo Spallanzani

Vaccino, l’opinione della direttrice dell’ospedale Sacco

Riportiamo poi qui la voce autorevole di Maria Rita Gismondo, la virologa dell’Ospedale Sacco di Milano che in un’intervista ad una rivista tedesca ha rilasciato una dichiarazione secondo la quale “i vaccini genetici possono essere considerati sicuri solo dopo 20 anni”. Anche in una puntata di Porta a Porta la virologa, diventata famosa allo scoppiare della pandemia, aveva espresso alcune perplessità.

Vaccino Covid-19, cosa dice l’AIFA

Il vaccino Astrazeneca era stato sospeso in Germania nei giorni scorsi ma il Governo ne ha poi autorizzato nuovamente la somministrazione. Del resto l’agenzia italiana del farmaco spiega nell’allegato 1 “riassunto delle caratteristiche del prodotto” a pagina 8 che il vaccino ha subito una “approvazione subordinata a condizioni” specificando che è stato autorizzato con “Procedura subordinata a condizioni”.

La medesima dicitura è anche alla pagina 31 dell’analogo documento per il vaccino di Pfizer-Biontech.

In generale questa dicitura è presente, e probabilmente lo sarà, su tutte le relazioni Aifa per i vaccini già approvati o per quelli che lo saranno in futuro.

Ciò significa che dovranno essere forniti ulteriori dati su questo medicinale. Al momento non sono nemmeno note interazioni con altri farmaci anche se bisogna dire che la necessità di spezzare la pandemia ha fatto sì che molti protocolli, normalmente seguiti, fossero ridimensionati in tutto o in parte.

Vaccino Covid-19, buon senso e nessun allarme

Occorre però tener presente che non bisogna creare allarmismi che possono danneggiare la popolazione e far esplodere la situazione sociale ed economica. In questo momento serve buon senso da parte degli scienziati, delle case farmaceutiche, degli operatori sanitari ed economici, dalla politica e dall’intera popolazione.

Se da un lato è necessario mantenere la calma, dall’altro bisogna agire in maniera ponderata, cercando innanzitutto di evitare contatti e rischi inutili tenendo presente che più passano i giorni, più si hanno certezze e informazioni circa l’affidabilità dei vaccini e la durata della loro protezione.

Leggi anche: Approvato vaccino monodose Johnson&Johnson: come funziona e quanto è efficace

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Informatico e politologo laureato con Lode. amante dei libri di ogni genere perché fortemente convinto che la cultura sia come il cibo, ne serve ogni giorno per nutrire la mente. Appassionato di storia e diritto costituzionale.
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