Tutti contro la Cina: Zero contagi ma molti attacchi

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Tutti contro la Cina. C’era da aspettarselo, a dire il vero. Dopo una prima fase in cui tutto il mondo ha osservato con apprensione l’evolversi del Covid-19 nel “Regno di Mezzo” e in cui ogni paese ha dovuto fare i conti con l’esplosione interna dei casi da contagio, negli ultimi giorni la politica internazionale è uscita dal torpore ed è tornare a ruggire. E lo ha fatto portandosi dietro divergenze ataviche e malumori mai sopiti.

Il più grande disastro economico- sanitario del secondo dopoguerra

Assodato che la pandemia in corso rappresenti il più grande disastro economico-sanitario dal secondo dopoguerra ad oggi, il dibattito di questi giorni si divide invece tra chi crede che sia stata solo una coincidenza fortuita, e sono la maggior parte degli scienziati e dei virologi di fama mondiale e chi invece crede che dietro a tutto questo ci sia, nella migliore delle ipotesi, un errore del governo cinese: nella peggiore, una intenzionalità colposa e neanche troppo celata.

Coronavirus, Trump contro la Cina

Un incidente nel laboratorio. Gli Usa indagano su Wuhan”. Titolava così La Repubblica in un articolo del 16 Aprile: il Presidente americano, ai minimi storici del consenso dall’inizio del suo mandato, in un’indagine a tappeto contro il Governo Cinese, accusato di essere perfettamente a conoscenza dell’entità del rischio e della pericolosità di questo virus, e di non aver agito con la dovuta rapidità e trasparenza nei confronti dell’OMS e del mondo intero.

Il prezzo del petrolio per la prima volta nelle storia va in negativo

In un clima già avvelenato dalla tristezza per le centinaia di migliaia di morti, con le Borse che chiudono sempre in ribasso e il prezzo del Petrolio per la prima volta nella storia scende a tal punto da diventare negativo, chiudendo a New York a –37,63 dollari al barile, il Presidente degli Stati Uniti – ai minimi del consenso dall’inizio del suo mandato – non ci ha pensato due volte ad affondare il colpo e rincalzare la dose. Spiega ai giornali di mezzo mondo:

Si tratta di capire se si sia trattato di un errore finito fuori controllo o se la Cina abbia volontariamente e deliberatamente messo in circolo il virus letale. C’è una grande differenza tra le due cose ma in ogni caso devono lasciarci indagare.

Trump fa anche notare come abbia richiesto, su indicazione dell’intelligence americana, sin da subito spiegazioni al Governo cinese. E che quest’ultimo abbia preferito non replicare, “mostrandosi imbarazzato” dalle scomode richieste. Accuse pesanti, degne di una guerra fredda 4.0, che fanno tremare i mercati e che generano ripercussioni sulla politica internazionale. Leggi anche: La pandemia ci restituirà un mondo ecosostenibile? L’intervista a Stefano Ciafani

Poca trasparenza da parte di Pechino

Anche l’Australia ha messo in dubbio la trasparenza di Pechino nella gestione dell’epidemia e ha chiesto un’indagine internazionale sull’origine del virus e la sua diffusione nel mondo. “Penso sia importante e noi insisteremo assolutamente su questo”, ha assicurato di recente la ministra degli Esteri australiana Marise Payne in un’intervista alla Abc. Dello stesso parere anche Emmanuel Macron, anche se con un aplomb più consono ai cugini d’oltremanica che all’irriverenza transalpina: i dubbi restano, come anche la sensazione che nella gestione della fase iniziale di questa epidemia siano successe troppe cose che ancora non conosciamo.

Putin, il temporeggiatore

In questa partita a sacchi giocata sul terreno della geopolitica, non passa di certo inosservato il silenzio del governo russo e di quello italiano, anche se le motivazioni di fondo sembrano molto diverse. Putin, l’uomo di ghiaccio, preferisce per ora temporeggiare, confermando il suo stile politico, un po’ Camillo Benso conte di Cavour, un po’ Ponzio Pilato: ascolta con attenzione il parere di tutti gli scienziati di casa e lascia che siano i rappresentanti dei distretti federali a prendere in semi-autonomia le decisioni su eventuali lockdown e inasprimento delle restrizioni, facendo ricadere su di loro il malcontento popolare e gli eventuali fallimenti in caso di inasprimento dei contagi o di ulteriori shock economici. Anche lui alle prese con un calo dei consensi, tenta di uscirne pulito e parzialmente vittorioso, come spesso gli è accaduto in questi ultimi anni. Leggi anche: Coronavirus, zero contagi a Napoli e Roma in netto miglioramento

L’Italia il primo paese del mondo occidentale ad affrontare l’emergenza

Il nostro paese invece, primo del mondo occidentale ad aver affrontato l’emergenza COvid-19, sembra essere ancora sotto shock per la drammatica conta dei morti, più di 24 mila secondo gli ultimi aggiornamenti, e anche se inizia a vedere una luce in fondo al tunnel, è costretto a concentrarsi sulle strategie per evitare che al dramma delle morti da virus non aggiunga la lunga coda della recessione: nei momenti difficili, si sa, meglio farsi nuove amicizie e tenersi strette quelle fatte sulla via della seta. Il dibattito intero al nostro paese è comunque vivo: lo dimostra la scelta del Hotel De La Poste di Cortina d’Ampezzo, quello dove un giovanissimo Claudio Amendola arriva in ritardo nell’indimenticabile film Vacanze di Natale, che tramite il suo legale Marco Vignola, ha citato davanti al tribunale di Belluno il Ministero della Salute della Repubblica Popolare cinese per “non aver tempestivamente segnalato all’Oms lo stato del diffondersi del virus e dei suoi gravi effetti letali a cavallo fra Novembre e Dicembre 2019”, e “non aver assunto i necessari provvedimenti di controllo sugli scali aeroportuali in partenza dalla Cina”. Omissioni che, sempre secondo il legale, avrebbero portato alla improvvisa e anticipata chiusura dell’Hotel nel pieno della stagione sciistica con un conseguente danno economico incalcolabile, soprattutto in vista dell’assegnazione a Cortina delle Finali Di Coppa Del Mondo di Sci Alpino fissate dal 18 al 22 marzo 2020″.

Come si evolverà il Covid, il parere degli scienziati

Sono in molti, dunque, a essere convinti che qualcosa non abbia funzionato nella gestione di Pechino, mentre una sospensione di responsabilità arriva dal mondo scientifico, quasi totalmente coeso nell’affermare che il Covid-19 sia nato da un virus animale che abbia compiuto il salto di specie. Ne è convinta, tra gli altri, la virologa italiana Ilaria Capua, famosa per aver reso di dominio pubblico nel 2006 la sequenza genica del virus dell’aviaria, iniziativa che le valse l’ingresso nella lista dei 50 scienziati top di Scientific American . La Capua, che oggi lavora all’Università della Florida, ha ricordato come lo stesso Morbillo sia derivato dalla “Peste Bovina”, attraverso uno spillover, salto di specie, avvenuto alle nostre latitudini durante il XII secolo. È molto probabile – aggiunga la scienziata di fama mondiale – che l’attuale Coronavirus, una volta entrato a far parte del “giro umano”, vi rimarrà in pianta stabile, come è accaduto al Morbillo appunto, perdendo nel tempo la sua rapidità di contagio e la sua letalità, una volta raggiunto l’immunità di gregge, spontaneo o da vaccinazione. Leggi anche: I funerali privilegiati nell’era del lockdown: che fine fa l’uguaglianza fra cittadini?

Nessuna manipolazione di laboratorio

Nessuna manipolazione di laboratorio quindi, e nessun complotto. O forse si, secondo la tesi del premio Nobel per la Medicina 2008 Luc Montagnier: ad un’intervista rilasciata al podcast francese “Pourquoi Doctor”, il professore, che nel 2008 ha scoperto l’Hiv come causa dell’epidemia di Aids insieme a Francois Barré-Sinoussi, la Sars-CoV-2 è un virus che è stato lavorato e rilasciato accidentalmente da un laboratorio di Wuhan, specializzato per la ricerca sui coronavirus, nell’ultimo trimestre del 2019. Spiega il professore:

Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus Rna. Non siamo stati i primi, un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra che il genoma completo di questo virus che ha all’interno delle sequenze di un altro virus, che quello dell’Aids. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione. Ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’Aids è stata inserita nel genoma del coronavirus per tentare di fare il vaccino dell’HIV.

La storia del mercato del pesce, dunque, sembrerebbe poco credibile, anche se il professore tiene a precisare di essere sicuro che si sia trattato di un errore, per quanto grave e inammissibile, e non di un’iniziativa da parte del Governo di Xi Jinping per destabilizzare l’economia mondiale e autoproclamarsi sovrana della seconda fase della globalizzazione, quella dei servizi.

La teoria del Premio Nobel

La teoria del Premio Nobel non è rimasta isolata, e che siano molte le pubblicazioni a favore della teoria della “non naturalità” del virus. Lo studio scientifico francese (“Wuhan Covid-19 Synthetic Origins and Evolution”) pubblicato sul “International Journal of Research-Granthaalayah” a firma del professore Jean-Claude Perez, ribadisce come il Coronavirus 2019-nCoV sia parzialmente un genoma sintetico, un virus manipolato dunque, e reso indubbiamente più forte e resistente a qualsiasi tipo di cura dagli innesti subiti.

Di questo virus sappiamo ancora troppo poco

I dubbi restano ed è evidente che di questo virus, a distanza di quasi 4 mesi dall’inizio della sua circolazione, nella città di Wuhan, si sappia ancora poco. Ma anche tra i più scettici delle teorie complottiste, circola un modesto malumore: anche nel caso si sia trattato di un errore da laboratorio, la colpa maggiore che viene attribuita agli scienziati di Wuhan e, per estensione, all’intera Cina, resta quella di aver sottostimato il reale pericolo della fuga del virus, di non aver comunicato tempestivamente agli organi preposti e all’OMS quanto accaduto e di aver taciuto al mondo intero, anche dopo averla appresa, la capacità esponenziale di contagio del virus stesso. Di essersi comportata, a ben vedere, come una moderna dittatura, che usa sempre meno le armi della violenza e della coercizione, a favore di strumenti più sofisticati quali il controllo della comunicazione e la manipolazione delle informazioni. Il virus, si spera, passerà, ma il re è nudo e la Cina, prima o poi, dovrà dare delle spiegazioni più convincenti di quelle divulgate fino ad ora. Il Covid-Gate è appena iniziato. Leggi anche: Conte: “Il 4 maggio l’Italia riparte ma con piano differenziato per territori”   di Marco Caroselli

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