Turismo del vaccino: viaggi extra lusso con dose in omaggio, la nuova moda dei ricchi

Dubai, India e Florida, da un capo all'altro del mondo i ricchi pagano per potersi vaccinare e scelgono il vaccino che preferiscono. Genio o follia? La trovata inglese sta facendo molto discutere.

Tommaso Panza
Tommaso Panza
Salentino, classe 1993. Una laurea in mediazione linguistica. Fondazione Basso(Roma). Amante della lettura e del cinema, in particolare delle opere che raccontano spaccati di realtà. Deciso sin da piccolo a diventare un giornalista.
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La nuova moda tra i milionari di tutto il mondo è diventata il turismo del vaccino. Migliaia di euro per volare da Dubai fino alla Florida, passando per l’India, dove si riceve la prima dose.

Subito dopo, si trascorrono 3 settimane in qualche località esotica, dove aspettare in tutta serenità il decorso dei giorni, fino al momento del secondo richiamo. Una volta immunizzati si rivola in vacanza.

Nessun interrogativo se sottrarre il vaccino ai residenti di un paese, che magari hanno realmente bisogno di vaccinarsi, sia eticamente corretto.

Basta potersi permettere il costo del servizio e il diritto al vaccino è cosa fatta.

Viaggi extra lusso con vaccino in omaggio, una trovata inglese

turismo del vaccino un'idea inglese

Turismo del vaccino, genio o follia? La trovata è stata dell’agenzia inglese per viaggi di lusso Knightsbridge Circle di Londra. Basta iscriversi in agenzia con una quota annuale di 28 mila euro e il gioco è fatto.

Il costo dei pacchetti per usufruire dell’offerta ammonta invece a circa 45 mila euro, ma essendo la domanda cresciuta, la società ha escogitato un offerta ancora più conveniente per incentivare il turismo del vaccino.

Con “solo” 12 mila euro si può avere un pacchetto di iscrizione temporanea di tre settimane e servizio di vaccinazione compreso di trasporto da casa all’aeroporto e poi in clinica per l’iniezione del vaccino. Il cliente dovrà però pagarsi viaggio e alloggio.

Una buona parte dei membri è già stata portata a Dubai e in India con voli privati. Negli Emirati Arabi il vaccino somministrato è il Pfizer o il Sinopharm. Mentre in India è AstraZeneca.

Un mese di vacanza a Dubai all’interno del lussuosissimo Jumeirah Beach, in più il vaccino contro il Covid. Chi invece preferisse l’AstraZeneca può sempre optare per l’India, naturalmente tutto incluso all’interno del super pacchetto.

Grazie al turismo del vaccino si può scegliere anche quale vaccino somministrarsi, cosa chiedere di più?

Turismo del vaccini: si viaggia anche in Florida

turismo del vaccino anche in Florida

Il governatore dello stato della Florida Ron DeSantis, involontario pioniere del turismo del vaccino, prima di Natale aveva dichiarato che chiunque avesse compiuto 65 anni potesse avere il via libera per vaccinarsi in Florida.

Un messaggio che l’amministrazione dello Stato non ha recepito benissimo, commettendo un grosso errore. Nei giorni successivi all’inizio delle somministrazioni del vaccino, over 65 si sono presentati in Florida da varie nazioni straniere (Canada, Brasile, Argentina, etc.)

In Florida però si sono accorti in ritardo d’aver creato le condizioni per un’onda di turismo del vaccino.

Dietrofront immediato, con una direttiva che ora esige che venga documentata la residenza nello Stato, così da porre fine al flusso di turismo del vaccino, figlio di un’ingenuità, per la quale la Florida ha somministrato 40 mila dosi di vaccino a non residenti.

Leggi anche: Biden, gli USA approvano una manovra di aiuti da 2mila miliardi di dollari

Turismo del vaccino, la questione etica

turismo del vaccino la questione etica

In questi giorni in cui l’Europa ha temporaneamente sospeso la somministrazione del vaccino AstraZeneca, in cui la distribuzione di altri vaccini è rallentata e soprattutto si discute se liberalizzare o no i brevetti legati al vaccino, una questione simile sicuramente stona, e non poco con tutto il resto.

Senza contare che ci sono realtà come Cuba che, pur sottoposta a embargo da 60 anni, ha annunciato lo sviluppo di ben quattro vaccini e la produzione di ben 100 milioni di dosi nel 2021. In Europa invece, siamo leggermente impantanati.

Mentre nel resto del mondo si discute se liberalizzare la produzione dei vaccini, in un’Europa schiacciata dal Covid c’è chi crea corsie privilegiate per ricchi. La questione dell’equa distribuzione non riguarda allora solo i paesi più arretrati, ma sta creando un divario anche all’interno del continente europeo. I ricchi prima e i poveri.. i poveri niente, almeno pero ora.

Il paradosso legato al turismo del vaccino è doppio. Non solo chi è milionario si vaccina prima del tempo previsto, pagando ovviamente, ma va a sottrarre il vaccino in un paese dove nemmeno gli spetterebbe. Il che renderebbe il discorso sulla liberalizzazione del vaccino una farsa, considerando a questo punto che viene venduto privatamente.

Leggi anche: Covid-19, vaccino sia prioritario per le persone obese

India, vaccino venduto ai privati per 11 euro a dose: un monopolio privato dunque?

turismo del vaccino giusto o sbagliato?

Sul piano etico le agenzie che lavorano con la Knightsbride hanno dichiaro di non vedere nessun problema direttamente legato al turismo del vaccino.

Il suo fondatore e direttore, Stuart McNeill, proprio riguardo a ciò ha dichiarato:

È solo per chi ha compiuto 65 anni.

Abbiamo ancora la responsabilità morale di assicurarci che a vaccinarsi sia chi ne ha più bisogno. Compresi parenti e nonni dei soci.

Se sei un 35enne che va in palestra due volte al giorno, di sicuro non potrai vaccinarti con noi.

Lo scorso dicembre ad esempio la Pfizer ha ammesso che si stava prendendo in considerazione la vendita dei vaccini ai privati.

Mentre, lo scorso gennaio Adar Poonawalla, amministratore delegato del Serum Institute of India, società privata e multimiliardaria che produce il 60% dei vaccini nel mondo, ha dichiarato di aver venduto al proprio governo 100 milioni di dosi a circa 2 euro l’una, e di aver cominciato subito dopo a venderlo ai privati al prezzo di 11 euro a dose.

La questione dei vaccini va affrontata con le pinze, però viene da chiedersi se il 60% della produzione mondiale è in mano a un solo colosso aziendale, e il restante 40% comunque resta in mano a pochi privati, come si farà a garantire una distribuzione equa e precisa per tutti?

Ci auguriamo che la liberalizzazione dei brevetti possa sbloccarsi subito, per poter uscire il prima possibile da questo incubo. Un’ipotesi che però francamente appare molto lontana.

Leggi anche: È giusto liberalizzare i brevetti sui vaccini per uscire dalla pandemia?

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