Biden, gli USA approvano una manovra di aiuti da 2mila miliardi di dollari

Il neoeletto presidente Joe Biden porta una sudata prima vittoria per la sua manovra economica di aiuti da circa 2 trilioni di dollari da stanziare come sostegno durante la pandemia di Covid-19.

Luca Tartaglia
Luca Tartaglia
Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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Una vittoria quasi al limite, con 212 voti contrari e 219 favorevoli alla Camera dei Rappresentanti statunitense, quella ottenuta dal nuovo presidente a stelle e strisce Joe Biden riguardo a una colossale manovra economica che vedrà muovere 1.900 miliardi di dollari per far ripartire l’economia americana.

Un piano di ristori che ora dovrà affrontare l’approvazione del Senato, dove i numeri ci sono, e che segna ulteriormente la netta distinzione dalla precedente amministrazione trumpiana riguardo il modo di affrontare il coronavirus.

Come un treno, per affrontare l’emergenza Covid, mai realmente fronteggiata con tale risolutezza dal precedente ospite dello studio ovale, l’amministrazione di Biden pone gli Usa in testa per misure emergenziali come questo maxipiano economico, la centralizzazione sanitaria, le vaccinazioni, ad ora 50 milioni di persone vaccinate, e anche la volontà di un progetto vaccinale globale anche in sostegno dei paesi più poveri con il progetto Covax.

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La maximanovra di Biden da due trilioni di dollari

Una manovra economica da quasi 2.000 miliardi di dollari che vede più della metà del proprio budget destinato alle famiglie attraverso assegni diretti e sussidi di disoccupazione. Altri 160 miliardi per supportare e implementare i programmi di vaccinazione e test. Infine, 350 miliardi da far confluire nelle casse di governi statali e locali.

Si prevede di aggiungere 1.400 dollari all’assegno da 600 già stanziato dalla precedente misura approvata durante l’amministrazione di Donald Trump. Una manovra questa in parte simile al piano di stimoli da 900 miliardi, stanziati per fronteggiare la Covid-19, varato dal precedente presidente Trump. Un pacchetto di aiuti che aveva portato ad uno scontro tra l’ex-presidente e il suo stesso partito e che aveva visto uno stallo di giorni nel dicembre 2020, con il rischio di parziale shutdown delle istituzioni americane.

Invece, il piano di Biden è in linea con la volontà di questa nuova amministrazione di affrontare l’emergenza pandemica con una marcia differente alla precedente amministrazione.

Fine dell’Era Trump e inizio dell’Era Biden

Trump emergenza covid

Non è un segreto ciò che Trump tendeva a pensare di questa pandemia globale, che fosse come un’influenza, che fosse un modo per i medici di fare soldi e così via, fino alla difficoltà di vederlo indossare la mascherina. Questo nonostante abbia poi in effetti contratto il coronavirus lui stesso e oggi, grazie a recenti dichiarazioni, sappiamo che le condizioni dell’ex-presidente erano molto più serie di quanto detto alla popolazione durante quei giorni.

Oggi Biden mette l’obbligo della mascherina su tutti i mezzi pubblici, investe tanto in una centralizzazione della sanità così da avere una amministrazione sanitaria più fluida e performante. Ha avviato un piano vaccinale con il turbo, avendo già vaccinato 50 milioni di persone e con l’intenzione di vaccinarne 100 milioni entro i “primi cento giorni della sua amministrazione”.

Questo rafforzamento massiccio della prodizione vaccinale è grazie all’utilizzo del Defense Production Act, pensato per la guerra in Corea durante gli anni ’50, e oggi ripensato non per un conflitto ma per velocizzare e consolidare la produzione vaccinale.

Leggi anche: L’insediamento di Biden rassicura un’America a pezzi

Emergenza Pandemica, Istruzione per l’uso

La differenza sostanziale, oltre quanto già detto, della politica di Biden da quella trumpiana, è quella di trattare questa emergenza, come, appunto, un’emergenza.

Una situazione devastante, catastrofica da tutti i punti di vista e che non può che avere una via d’uscita in una politica unita, inclusiva, basata su serità, scienza, solidarietà. Questo, a quanto abbiamo visto, in netto contrasto alla politica trumpiana precedente, in un un paese dove sono ad oggi morte circa mezzo milione di persone. Dove anche nel ricco e potente United States of America il microscopico virus ha causato sofferenze indicibili. E dove un tipo di amministazione agiva in maniera sconsidertata.

In un paese dove medici e scienziati fino a pochi mesi fa venivano demonizzati e additati addirittura come catastrofisti e complici di ciò che stava accadendo.

Dove si scherzava su un dispositivo vitale oggi come la mascherina, e che torna con Biden obbligatoria come è giusto che sia, viste anche le decine di migliaia di nuovi positivi ogni giorno.

In un Paese dove, volendo parafrasare le parole dell’oramai famoso Anthony Fauci, capo della National Institute of Allergy and Infectious Diseases, questo precedente atteggiamento sia costato, inevitabilmente, tante vite umane, vite che potevano essere salvate.

Dove la tendenza di alcuni leader mondiali di negare, spostare l’attenzione, inventarsi cure miracolose senza nessun supporto scientifico, perder tempo a o semplicemente essere degli inetti, causa sofferenze a tutti coloro che vengono investiti da questa sempre più diffusa attitudine “politica”.

“Science is back”

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Classe 88. Yamatologo laureato in Lingue Orientali, specializzato in Editoria e Scrittura, con un Master conseguito in Diritto e Cooperazione Internazionale. Ama dedicarsi a Musica e Cultura, viaggiare, “nerdeggiare” e tutto ciò che riguarda J. J. R. Tolkien
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