Trump si fa infinocchiare da un hacker etico per la seconda volta

Solo 5 tentativi per entrare nell'account Twitter del presidente USA Donald Trump, l'olandese Victor Gevers ci era già riuscito nel 2016.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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MAGA2020 era la password twitter di Trump, il quale pare non avesse attivato nemmeno le misure minime di sicurezza. Non è stato difficile scoprirla per il 44enne olandese Victor Geves, trattandosi dell’acronimo dello scontatissimo slogan “Make America Great Again!”. L’hacker è ricercatore sulla sicurezza presso la GDI Foundation e presidente dell’Istituto olandese che rileva e segnala le vulnerabilità della sicurezza.

Cosa avrebbe fatto una qualsiasi altra persona una volta dentro l’account privato nientemeno che del presidente degli Stati Uniti con 87 milioni di followers?

Geves, l’hacker di Trump

Nederlander hackt Twitteraccount Trump: 'Zijn wachtwoord was maga2020!' |  RTL Nieuws

Geves si sarebbe potuto sbizzarrire twittando la qualsiasi cosa, cambiando l’immagine del profilo, la descrizione, postando video e foto. E invece no: lui è un hacker etico. Ha dichiarato infatti che dopo aver effettuato l’accesso, ha inviato un’e-mail a US-CERT, una divisione dell’unità informatica Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA) di Homeland Security, per segnalare la mancanza di sicurezza dell’account del presidente USA. Sembra che abbia anche disperatamente tentato di avvertire i familiari di Trump via twitter.

Non è passato molto tempo per far attivare il two-factors authentication dallo staff del presidente, con tanti ringraziamenti dalla CIA all’hacker che, contrariamente a quanto accade di solito ai pirati della tastiera, stavolta ne esce quasi da eroe.

Eppure l’uomo era già riuscito a craccare il sistema nel 2016, scovando la password “youarefired”, altro tormentone declamato da Donald quando conduceva il reality The Apprentice. Anche quella volta l’arcangelo del web aveva sguainato la sua tastiera per poi avvertire le autorità olandesi affinché suggerissero al presidente di rinforzare la sicurezza del suo account twitter, proponendo come password proprio “MAGA2020”. Mai avrebbe pensato che Donald Trump, uno degli uomini più potenti della terra, avrebbe seguito il suo consiglio, anche abbastanza ingenuamente bisogna dire.

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Dopo l’hackeraggio di Trump, Twitter corre ai ripari

Twitter, da parte sua, ha dichiarato che utilizzerà misure di sicurezza più stringenti per gli account di politici candidati e di organismi governativi, compresa la suggerita ma non obbligatoria attivazione del two-factors authentication.

In ogni caso, quando a luglio si erano verificati gli attacchi di hacker agli account di diversi VIP americani per diffondere una truffa di criptovaluta, l’account di Trump era rimasto inviolato.

Di certo resta incredibile che una figura politica tanto potente a livello mondiale abbia scelto di utilizzare una password tanto prevedibile, per di più suggerita dall’hacker, seppure etico, che già era riuscito a craccarla una volta, senza nemmeno attivare le minime misure di sicurezza. Ma stiamo parlando di Donald Trump.

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