Taranto, non solo Ilva: 1 euro per salvare la Città Vecchia

Federica Tuseo
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Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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Salvare una città un euro alla volta. Questa la sfida lanciata per la rinascita di Taranto, la città dei Due Mari che come altri borghi italiani subisce un lento e inesorabile spopolamento. A differenza degli altri piccoli centri che vedono andar via pian piano i propri abitanti, il caso in questione è unico nel suo genere. Si parla della 17esima città nel Belpaese che pur sfiorando i 200 mila abitanti ha un cuore che non pulsa più da oltre quarant’anni: il borgo antico. Questo insieme di vicoli angusti con abitazioni pericolanti oggi è abitata da meno di 3 mila persone, per questo l’amministrazione comunale ha deciso di ripopolarla, cedendo immobili a 1 euro. Leggi anche: “Riaprite l’Ilva”, “No, bisogna chiuderla”, a Taranto il mostro divide le famiglie

Ripartire dal cuore della città

1975, questo è l’anno in cui la Città Vecchia ha subito la caduta dalla quale non è più riuscita a rialzarsi. L’anno in cui crollò una palazzina in Vico Reale, distruggendo un’intera famiglia e costringendone altre ad emigrare nella parte nuova della città. Col passare del tempo, nonostante il collegamento al resto della città con i due ponti, il “girevole” e quello “di pietra”, è come se il borgo antico fosse diventato l’emblema di un’altra pesante sconfitta per una città già afflitta da tante contraddizioni e criticità. Tuttavia, la città può ancora tornare ai fasti di un tempo, ripartendo proprio dal centro storico che ne rappresenta memoria. Come nessun uomo può vivere senza cuore, così Taranto non potrà vivere se non ridando linfa al suo borgo antico. Questa è l’intuizione dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rinaldo Melucci, la quale mira a riportare sull’Isola 25mila abitanti.

La bellezza nascosta di Taranto vecchia.

È il nucleo da cui deve ripartire Taranto, non vogliamo più che la città venga associata solo all’Ilva, ma che abbia uno sviluppo alternativo.

Spiega l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative, Francesca Viggiano. Un’idea che ha colpito non solo i cittadini tarantini, entusiasti di veder rinascere la propria città, ma anche le istituzioni italiane. Il Mibact, infatti, ha assegnato a Taranto 90 milioni di euro per il centro storico, cifra che di certo aiuterà il potenziamento dei servizi di acqua e fogna e il rifacimento dei waterfront e altre infrastrutture. Insieme al budget messo a disposizione dal Ministero, in che modo la Città Vecchia potrà ripopolarsi? Leggi anche: Intitolato a Nadia Toffa il reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Taranto

Non solo Ilva, palazzi storici a un euro

Taranto: si può rinascere dai piccoli gesti.
La risposta l’ha data il Comune, lo scorso 9 gennaio, annunciando la prossima pubblicazione di un bando per la cessione di immobili pubblici alla cifra simbolica di un euro. L’iniziativa è stata davvero apprezzata anche sui social, attirando l’interesse di utenti in tutto il mondo. Molti hanno richiesto maggiori informazioni per poter partecipare alla rinascita della città spartana, ma bisognerà attendere ancora una quindicina di giorni per avere a disposizione tutti i dettagli. In attesa del bando ufficiale, l’amministrazione ha già fissato alcuni paletti: per evitare speculazioni, chi rileverà l’immobile dovrà dimostrare di viverci dopo averlo restaurato a proprie spese, oppure adibirlo a casa vacanza o a residenza universitaria, senza poterlo vendere. Inoltre, le procedure per il restauro, nel rispetto dei vincoli della soprintendenza, dovranno essere avviate entro due mesi dalla cessione della titolarità degli immobili.

Per ora partiremo con i primi tre palazzi dai quali si possono ricavare quindici unità abitative. Per ciascuna di queste la richiesta simbolica è di 1 euro. Due immobili sono su Postierla Immacolata, traversa di via Duomo, nei pressi di palazzo Delli Ponti, l’altro di fronte a palazzo d’Ayala. È realistico immaginare che i costi di ristrutturazione vadano da 300 a 800 mila euro per l’intero edificio cielo-terra.

Dopo l’insediamento della facoltà di Giurisprudenza e di numerose attività commerciali su via Duomo, la rinascita dell’Isola di una volta deve ripartire da questa nuova iniziativa. L’esperimento deve diventare virale, perché è facile innamorarsi di Taranto, ma deve diventare anche più semplice poterci vivere. Se l’idea dell’amministrazione comunale per ripopolare la Città Vecchia avrà successo, si potrebbe poi applicare lo stesso metodo per salvare altri edifici. Se le richieste saranno numerose, verranno scelte quelle con il maggiore impatto sullo sviluppo economico. È vero che la città ha ancora tante difficoltà da superare, ma ha tutte le possibilità per un cammino positivo, anche partendo dai piccoli gesti. Leggi anche: Non solo Ilva, Taranto non smette di sperare di Federica Tuseo

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Federica Tuseo. Classe 1994. Redattrice. Nomade digitale, alla costante ricerca di novità e sempre pronta a partire per girare il mondo, raccontando storie di vita vissuta. Una laurea triennale in Lingue e culture moderne ed una magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Web, startup e innovazione sono i suoi orizzonti di ricerca.
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