Perché dovremmo smettere di dire ai nostri figli “Puoi essere tutto quello che vuoi”

Successo e prestigio sono davvero specchio del valore di una persona? Ecco perché dovremmo smettere di caricare i nostri figli di aspettative poco realistiche.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Successo = Talento + Fortuna

Grande successo = Un po’ di talento in più + Molta fortuna

Con queste parole Daniel Kahneman riassumeva una scomoda quanto tristemente condivisibile verità. Nell’era del puoi essere tutto ciò che desideri, dovremmo cominciare a fare attenzione a ciò che promettiamo ai nostri figli e, soprattutto, alle aspettative che poniamo sulle loro vite.

Ma quindi è sbagliato incoraggiare le ambizioni delle future generazioni? Non esattamente. Come in ogni cosa, è una questione di equilibrio.

Questo interessante spunto di discussione è stato tempo fa approfondito dalla Dottoressa Erica Reischer, psicologa e autrice, in un articolo pubblicato sul Washington Post. Riprendendo la domanda posta poc’anzi, è davvero così sbagliato dire ai bambini che possono realizzare qualsiasi loro sogno a patto di impegnarsi? Dipende.

Seguire le proprie inclinazioni è diverso da seguire il successo

Se parliamo di rovesciare gli stereotipi socio-culturali, supportare i sogni dei piccoli è giusto: solo così è possibile, ad esempio, ribaltare le aspettative di genere e insegnare alle bambine che possono diventare ottime scienziate anche se la scienza è tuttora un campo dominato dagli uomini.

Ciò che rende tossica la convinzione del puoi essere tutto ciò che vuoi non è il principio base di seguire i propri sogni – che andrebbe incoraggiato a prescindere – ma il fatto che spesso si tenda a focalizzare l’attenzione soltanto sull’obiettivo, dimenticandosi dei fattori trasversali che intervengono nella realizzazione personale, il caso in primo luogo.

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Il successo è spesso una questione di fortuna

Una convinzione sbagliata è che l’impegno costante porti necessariamente al successo. Questo lascerebbe dedurre che le persone con le qualità giuste avranno successo se si rimboccheranno le maniche. Di conseguenza, non avere successo significa non avere le qualità o non essersi impegnati abbastanza. Ed è qui che la positività dell’incoraggiamento vacilla: quando ci si dimentica che spesso – più spesso di quanto vorremmo ammettere – il successo dipende anche dalla fortuna. Non sempre un curriculum nella media appartiene a una persona mediocre, così come non sempre uno status elevato è frutto di impegno e qualità.

Aspettative realistiche aiutano a rapportarsi meglio col proprio valore come persone

Bisognerebbe, allora, incoraggiare i figli a seguire i propri sogni, ma sempre tenendo presenti aspettative realistiche. Soprattutto bisognerebbe insegnar loro a non sentirsi necessariamente dei perdenti davanti al fallimento di un progetto. Imparare a valutare le proprie performance in maniera oggettiva, ecco l’obiettivo che bisognerebbe porsi. Un incoraggiante “L’importante è che tu ce l’abbia messa tutta” dovrebbe sempre accompagnarsi a una cocente delusione, soprattutto se conseguente a mesi di duro lavoro.

Del resto lo stiamo vivendo sulla nostra pelle in questo momento: quante attività ormai stabili stanno chiudendo a causa della pandemia di Covid-19? Il fallimento di anni di lavoro non è certo imputabile a mancanza di impegno.

Aspettative di successo poco realistiche portano spesso a comportamenti disonesti

Ancora di più se si tiene conto dei comportamenti sbagliati che conseguono a un ambiente familiare e lavorativo carico di aspettative legate ai soli risultati ottenuti. Secondo uno studio della Harvard Business School dall’emblematico titolo “Goals Gone Wild”, l’imposizione di obiettivi come unico metro di valutazione del valore di un impiegato può essere degradante per le performance individuali e generare comportamenti poco etici, favorendo la disonestà allo scopo di ottenere il riconoscimento promesso. Allo stesso modo, studenti cresciuti in un ambiente in cui i risultati scolastici sono l’unico metro di valutazione per la loro realizzazione personale, hanno la tendenza a copiare o imbrogliare nei compiti in classe pur di non deludere i genitori.

Maisie Williams, un esempio di come la fortuna abbia un ruolo cruciale nel successo

Un esempio di come il caso influisca sul corso degli eventi è quello della giovane attrice Maisie Williams, nota principalmente per la sua interpretazione del personaggio di Arya Stark nella fortunatissima serie Game of Thrones. In un’intervista rilasciata a Sean Evans, l’attrice ha raccontato aver quasi rinunciato al provino per la serie perché quel giorno sarebbe dovuta andare in gita scolastica.

Col senno di poi, siamo consci del fatto che la scelta della Williams di rinunciare alla gita sia stata estremamente più vantaggiosa per la sua vita: la sua interpretazione in GoT ha messo in evidenza il notevole talento dell’attrice, fruttandole riconoscimenti prestigiosi e ruoli in altre serie di successo come Doctor Who e la saga cinematografica degli X-Men.

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Cosa sarebbe accaduto se le cose fossero andate diversamente?

Maisie Williams raggiunge il successo nel ruolo di Arya Stark
Maisie Williams nel ruolo di Arya Stark.

Ora proviamo a immaginare cosa sarebbe accaduto se quel giorno la Williams avesse deciso che non valeva la pena di sostenere il provino. Avrebbe avuto il successo planetario di cui gode adesso? Probabilmente no. Per questo motivo avrebbe meno talento? No, certo che no. Avrebbe potuto essere comunque un’attrice di professione? Sì, perché non avere successo non sempre vuol dire non avere professionalità, semplicemente non avrebbe raggiunto la fama di cui gode tuttora. E infine: se la Williams non avesse partecipato al provino, un’altra giovane attrice avrebbe interpretato il ruolo di Arya Stark, condividendo il successo ottenuto dagli altri attori della serie.

Se questa fosse riuscita o meno a ottenere gli stessi benefici collaterali della Williams non ci è dato sapere. Forse o forse no. Dipende, come dicevamo prima, da molti fattori. Allo stesso modo: quante giovani attrici di talento hanno sostenuto il provino ma non hanno avuto la loro occasione per sfondare? Questo non sminuisce il loro valore o il loro impegno.

Insegniamo ai nostri figli a distinguere tra realizzazione personale e successo: il valore della sconfitta

In conclusione, dovremmo cominciare a pensare a cosa sia davvero la realizzazione personale e smettere di imporre alle future generazioni i risultati che avremmo voluto per noi stessi. Forse non dovremmo più di dire “puoi essere qualunque cosa vuoi”, ma invece cominciare a porre l’attenzione sul chi piuttosto che sul cosa. Perché, se è vero che ogni genitore vuole solo il meglio per i propri figli, è altrettanto vero che inseguire un obiettivo vuol dire soprattutto comprendere che a volte si fallirà. E che la sconfitta può essere una grande maestra, se le si permette di insegnarci la lezione più grande: il valore di una persona non dipende dal prestigio, ma dalla consapevolezza di aver dato il massimo senza calpestare nessuno.

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