Sindrome della sorella maggiore: cos’è e come riconoscere i sintomi

Nelle ultime settimane su TikTok si è diffuso un trend che ha fatto molto discutere, quello della sindrome della sorella maggiore. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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La sindrome della sorella maggiore è stata oggetto di molti dibattiti nel corso dell’ultimo mese sul social cinese TikTok.

Con questa espressione si intende il carico emotivo che le figlie più grandi devono assumere fin dalla tenera età per badare ai fratellini e alla casa.

Questo fenomeno è così tanto diffuso che per molte persone questo atteggiamento appare normale e scontato. I figli maggiori essendo maturi e responsabili devono aiutare e prendersi cura dei piccoli della casa, almeno secondo i genitori.

Dietro queste convinzioni si nasconde anche una problematica a livello di genere. Le ragazzine infatti sarebbero più propense a fare il ruolo delle madri, mentre i ragazzini dimostrerebbero il giusto atteggiamento per prendere il ruolo di capofamiglia.

Sindrome della sorella maggiore: che cos’è

Si chiama sindrome della sorella maggiore, ma nelle ultime settimane il suo nome è stato diffuso con l’hashtag #EldestDaughterSyndrome ed ha raggiunto in breve tempo le 16 milioni di visualizzazioni.

Molte adolescenti hanno condiviso le loro esperienze di ingiustizia causate da un retaggio culturale che impone alle figlie più grandi di assumere il ruolo di genitore e farsi carico di ogni responsabilità, nonostante la giovane età.

La sindrome della sorella maggiore è subordinata ad un tipo di maturità, appunto precoce, in cui i comportamenti e le abitudini vengono stravolte dalle pressioni esercitate dalla famiglia come ad esempio lo svolgimento delle faccende domestiche e il prendersi cura dei fratelli minori.

Leggi anche: Parentification: quando i figli si prendono cura dei genitori

Sindrome della sorella maggiore: qual è la causa

Questa sindrome può svilupparsi in primo luogo a causa dell‘immaturità dei genitori, incapaci di comprendere che un figlio per quanto adolescente non si possa sostituire alle figure adulte.

Alla base di questa tendenza ci sarebbe una visione maschilista e conservatrice, infatti si pensa che le ragazze siano più predisposte in quanto femmine ad occuparsi delle questioni domestiche

Inoltre, a questo atteggiamento si possono collegare tre teorie comportamentali:

  • Teoria dei modelli di ruolo: le figlie maggiori seguono e imitano la figura materna
  • Teoria della tipizzazione del sesso: i genitori attribuiscono ai figli compiti diversi a seconda del sesso.
  • Teoria della sostituzione del lavoro: molto spesso le ragazzine si ritrovano a sostituire le madri nella cura della casa e dei più piccoli a causa del poco tempo a disposizione dei genitori.

Leggi anche: Le migliori e le peggiori mamme Disney e Pixar: dietro un eroe c’è sempre sua madre

La sindrome della sorella maggiore è una questione di genere?

La sindrome della sorella maggiore è fortemente influenzata dalla discriminazione di genere.

Le ragazzine vengono considerate sempre più mature e responsabili dei maschi, questa certezza le incastra nel ruolo perenne di sostitute della figura materna.

Mentre, i ragazzi prendono il posto del capofamiglia, meritevole di rispetto, le sorelle maggiori assumono il ruolo della donna di casa, le cui attività sono per lo più: cucinare, pulire, fare la spesa e badare ai più piccoli.

Dalle ragazze ci si aspetta un sacrificio, una limitazione dei propri spazi e della vita, un mettersi sempre al secondo posto.

Leggi anche: Dipendenza affettiva: cos’è e quali sono i sintomi

Come superare la sindrome della sorella maggiore

Si tratta nello specifico di imparare a mettere dei confini, dire di no e superare quell’iper-doverismo che le bambine sviluppano fin da piccole.

La questione più complessa è quella di non sentirsi in colpa se non si vuole sostituire la figura materna.

Ci si può rivolgere anche all’aiuto di uno psicoterapeuta, in modo da lavorare sulla gestione dello stress, sull’autostima e sulle auto-limitazioni che un soggetto si è imposto.

Leggi anche: Relazione madre-figlio: come si sviluppa uno dei legami più forti di sempre

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