Senza rispetto per gli animali non avremo un futuro

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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L’obbligo di restare a casa imposto dall’emergenza coronavirus ha sortito nel regno animale l’esatto contrario. “Fuori dalla tana” potrebbe intitolarsi la novella conquista da parte degli animali della natura. Centinaia le segnalazioni del riappropriarsi degli spazi urbanizzati da parte delle creature che di solito vengono contenute e massacrate dall’uomo.

Gli animali riconquistano le città

Dai pappagalli a Roma che invadono i cieli ai delfini che tornano ad affacciarsi nei canali di Venezia, la quarantena dell’uomo fa uscire gli animali dal letargo. Un monito allarmante di quanto normalmente sia compromesso e fragile il rapporto uomo-natura. Mentre a Hong Kong i due esemplari di panda gigante tornano ad accoppiarsi dopo 10 anni di astinenza, in Botswana gli elefanti della savana si moltiplicano a dismisura. Ma nel frattempo la situazione negli zoo di tutto il mondo si fa estremamente pericolosa, con le bestie rinchiuse senza mangiare e a rischio di moria per malattie.

Leggi anche: La pandemia ci restituirà un mondo ecosostenibile? L’intervista a Stefano Ciafani

Priorità assoluta: ristabilire l’equilibrio uomo-natura

Da una parte c’è chi esulta davanti alle centinaia di lepri, daini e cinghiali che tornano a pascolare per le vie dei centri città. Dall’altra si interrogano su come cambiare il mondo per evitare un coronavirus 2. Perché l’emergenza sanitaria si è scatenata proprio dal cedimento del sottile equilibrio che l’uomo ha creato con madre natura. E che, ora è lampante, ha ceduto di fronte alla cupidigia e alla brama di possesso dell’umanità. Se al termine della pandemia le carte in tavola in merito alla tutela dell’ambiente dovessero rimanere invariate, i risultati potrebbero essere catastrofici. Spiega Gianluca Serra, biologo conservazionista:

Molto difficile immaginare una convivenza pacifica tra le parti se l’umanità non riesce a controllare la sua crescita demografica esponenziale e al contempo non cambia modello economico. In queste condizioni, la fauna selvatica sparirà nel giro di pochi decenni.

Leggi anche: Coronavirus, la vicinanza al nostro cane potrebbe renderci immuni

Per avere un futuro, l’uomo dovrà ridimensionarsi

Alla luce dei recenti fatti di cronaca, è dunque tempo di pensare e di attuare strategie differenti. Una delle prime prerogative necessarie per ripristinare un mondo vivibile da tutti è quello di abolire lo sfruttamento animale. Sia esso a scopi alimentari, vestiari o di semplice intrattenimento. Segnali positivi arrivano dalla colpita Cina, dove recentemente sono stati aboliti i mercati di selvaggina viva. La decisione dovrebbe essere estesa a tutti i mercati che vendono animali provenienti da altri ecosistemi.

Preservare la biodiversità

Il rischio infatti è l’alterazione della biodiversità dei luoghi che li ospitano. In seconda battuta governi e federazioni di nazione dovrebbero portare al tavolo dei provvedimenti misure che rispettino l’ambiente e che modifichino radicalmente l’accaparrarsi indebito dell’uomo delle risorse naturali. Di qui la necessità di combattere le cause alla base dei cambiamenti climatici, così come la riduzione degli allevamenti intensivi o delle deforestazioni a tappeto. Solo ridimensionando lo sfruttamento e il massacro perpetrato dall’uomo sulla natura è possibile prospettare alle future generazioni un mondo vivibile dove la convivenza con gli animali garantisca anche la pacifica coesistenza. Per usare le parole di San Francesco, protettore degli animali, concludiamo con un avvertimento assai eloquente:

Se avrai uomini che escluderanno qualsiasi creatura di Dio dal rifugio della compassione e della pietà, avrai uomini che tratteranno allo stesso modo i loro simili umani.

Leggi anche: Coronavirus, è ufficiale: “Gli uomini sono più vulnerabili” di Enrica Vigliano

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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