Fino a 10 anni di carcere per violenza contro gli animali: la sentenza

La violenza contro gli animali è un reato e va punito. Sulla scia della Grecia, il Cile propone carcere da 3 a 10 anni. Arriveranno inasprimenti anche per l'Italia?

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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La violenza contro gli animali è un reato. Abusi e maltrattamenti restano abusi e maltrattamenti, che siano contro singoli, uomini o donne, contro istituzioni, contro beni e diritti, e anche contro animali.

Già in Grecia è stata introdotta una legge che punisce con carcere fino a 10 anni gli autori di soprusi contro i nostri cari amici a quattro zampe. Il Cile segue l’esempio e fa una proposta di legge per inasprire le sentenze. Arriverà anche la volta dell’Italia?

La violenza contro gli animali: il caso di Jako

Violenza contro gli animali: il caso di Jako, uno come molti.
Violenza contro gli animali: il caso di Jako, uno come molti.

Il 2 novembre del 2018, un caso tutto italiano. La storia Jako, un husky siberiano di 7 anni, lagato, cosparso di benzina e bruciato vivo, in provincia di Brindisi. 10 giorni di agonia contro gravissime ustioni per poi spegnersi. Quanto accaduto a Jako ricorda molto la vicenda di Tommie negli Stati Uniti, il cui carnefice è stato condannato al massimo della pena, cinque anni senza condizionale.

L’assassino di Jako? ignoto. Una vicenda drammatica che vorrebbe veder giustizia fatta. Ma, passati più di due anni, anche se ci sono sospetti sull’uccisore, il suo volto è ancora sconosciuto, o, almeno, non se ne è più parlato. L’abbiamo cercato abbastanza?

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Violenza contro gli animali: la legge italiana, i reati

La legge del 20 luglio 2004 n.189, “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate”, definisce tutte quelle pratiche imputabili come violazione dei diritti degli animali, dall’uccisione ai maltrattamenti, includendo anche la commercializzazione di cani e gatti per pelli e pellicce, e rappresenta sicuramente una grande conquista. Secondo la legge, è autore di maltrattamenti “chiunque, per crudeltà o senza necessità, […] sottopone l’animale a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”.

Una definizione ampia che consente di includere tra gli atti più atroci anche quelli senza alcuna ragione d’essere, se non puro divertimento: la somministrazione di sostanze stupefacenti alle ‘bestie’, per dirne una. E l’interrogativo automaticamente generato dall’ultima espressione: chi sono le vere bestie? Da notare, anche l’abbandono è giuridicamente perseguibile.

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Violenza contro gli animali: legge sulle uccisioni

La legge n.189 sull’uccisione di animali:

Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni

Il legislatore ammonisce sulla violenza contro gli animali, prevedendo una reclusione fino a due anni in caso di assassinio. Tuttavia, il fatto che la legge sia in vigore da soli dieci anni, solleva inevitabilmente dubbi: saremo forse troppo indulgenti? E crimini impuniti come quelli di Jako, rendono la questione ben più raccapricciante: più che indulgenti, saremo forse indifferenti?

Ciò che più ferisce è infatti la superficialità con qui troppo spesso vengono liquidate questioni riguardanti gli animali, quando invece sarebbe necessario un intervento forte e chiaro a dire una volta per tutte: basta.

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Carcere, unica sentenza per la violenza contro gli animali

Violenza contro gli animali: che sia carcere.
Violenza contro gli animali: che sia carcere.

La violenza è un crimine doloso e tanto più deplorevole verso chi non può difendersi. Il fatto che molti paesi, come i già citati Grecia e Cile, si stiano muovendo per inasprire la condanna verso chi commette questo tipo di abusi e maltrattamenti è sicuramente un importante passo verso una sensibilità nuova e autentica. Certi crimini sono inaccettabili e forse ancora più inaccettabile è la diffusione che video o immagini ritraenti certe azioni riescono ad avere. Come se fossero grandi esibizioni, superbe prove di coraggio e potere, atti di supremazia e per qualcuno persino motivo di orgoglio.

Per fortuna, esiste ancora chi prova sconcerto di fronte a tali atteggiamenti. E ringraziamo calorosamente coloro che non mollano, attivi in questa lotta contro carnefici spietati e irragionevoli, in difesa e tutela dei diritti degli animali. La presa di coscienza della drammatica situazione è il primo passo, il supporto alla causa e la repulsione verso tali atti sono il successivo, e, generalmente, sorgono spontanee per chiunque conti sul sincero affetto di un amico a quattro zampe.

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