Salvini elogia il modello ungherese sulla famiglia, il Pd: “Orbán nega i diritti alle donne”

Matteo Salvini ha dichiarato, durante un'intervista radiofonica, di apprezzare la legge ungherese sulla famiglia. Il Pd è subito insorto ed ha accusato: “La destra sposta indietro le lancette”.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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Salvini, a un mese dalle elezioni politiche, ha scoperto la sua carta. Il tema è quello della famiglia, sempre caro alla vecchia e alla nuova destra, tanto che in queste ultime ore è diventato proprio il perno centrale dell’intera campagna elettorale.

Il modello ungherese di Viktor Orbán, incentrato sulla famiglia, sarebbe da seguire, se non da imitare per il leader della Lega.

Durante un’intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica 24 Mattina Estate su Radio24, Salvini ha espresso il suo apprezzamento per le misure introdotte dal Premier in carica dal 2010.

Il Partito Democratico ha subito ribattuto, non gradendo quelle parole.

Salvini e il modello ungherese sulla famiglia: “È la legge più avanzata”

Dopo Giorgia Meloni e le dichiarazioni sull’aborto e sulle devianze giovanili, ora è la volta del suo alleato politico. Salvini ha affermato di ammirare il modello ungherese incentrato sulla famiglia.

Non c’è alcun dubbio che la legge più avanzata per la famiglia, quella che sta dando i migliori risultati a livello europeo, è quella dell’Ungheria. Ma non lo dico perché c’è Orban, se fosse in Francia direi in Francia.

Lì ci sono tantissimi aiuti, incentivi economici veri: la donna dopo il terzo figlio è un soggetto fiscale molto ridotto, dal quarto figlio non lo è più, insomma la flat tax applicata alle famiglie.

E poi ci sono congedi parentali estesi addirittura anche ai nonni e il tasso di incremento demografico. Grazie a questi investimenti, è tra i più avanzati d’Europa.

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In cosa consiste il modello ungherse di Orbán

Nel 2019, Viktor Orbán approvò un piano per le famiglie ungheresi con l’obiettivo di motivare ed incentivare la popolazione a fare più figli.

Tale modello politico è costituito da sei punti:

  1. Esenzione sulla tassa dei redditi per tutte le donne che partoriscono almeno 4 figli
  2. Un prestito di interessi ridotti di 31.500 euro per le under 40 che si sposano per la prima volta
  3. Prestiti per le famiglie con almeno due figli per consentire ai genitori di comprare una casa
  4. Congedo parentale per i nonni fino ai tre anni di vita dei nipoti
  5. Aumento della rete degli asili pubblici, con la creazione di 21mila posti entro la fine del 2022
  6. Un aiuto di 7.862 euro per l’acquisto di una macchina con 7 posti

A questi punti si aggiunge la modifica della Costituzione, approvata nel giugno 2020 che chiarisce e delinea la composizione di un famiglia: uomo come padre e donna come madre, vietando quindi l’adozione per le coppie dello stesso sesso e per soggetti single.

Per di più, il governo ungherese, per arginare il problema delle nascite, ha pensato bene di offrire gratuitamente le cure per la fecondazione assistita.

Leggi anche: Putin istituisce il titolo “Madre eroina”: 16mila euro a chi partorisce 10 o più figli

La capogruppo del Pd contro il modello ungherese

La capogruppo del Pd, Debora Serracchiani ha commentato pesantemente le parole di Salvini: Salvini dice che l’Ungheria ha la legge sulla famiglia più avanzata d’Europa e che dovremmo copiarla. Sono andata a leggerla: con il modello di Orbán che piace tanto a Salvini ci dobbiamo aspettare anche queste proposte che, al contrario di ciò che serve veramente alle donne e alle famiglie (tutte le famiglie), sembrano solo riportare a decenni addietro e a negare molti diritti che per Salvini evidentemente non sono scontati”.

Anche Stefano Lepri, esponente del Pd, ha dichiarato:

Orbán ha fatto leggi per tenere le donne a casa, pensate come angelo del focolare. Piace a Salvini, che oggi lo elogia.

A noi invece non piace, e abbiamo fatto altro. Su iniziativa del Pd, in questa legislatura abbiamo realizzato una riforma epocale, l’Assegno unico e universale per i figli.

Che non disincentiva il lavoro femminile, anzi lo premia. Che sostiene i genitori in base al numero di figli, non del loro stato civile. Che non guarda più se lavori o meno e se sei dipendente o autonomo.

Che non disincentiva più, anzi, chi di figli ne fa diversi.

Insomma una riforma per tutti, rispettosa delle scelte individuali ma chiaramente orientata a favorire le famiglie, la natalità e la genitorialità. Con l’Assegno unico per i figli abbiamo dunque adottato una misura che ci mette al pari di nazioni come Germania e Gran Bretagna. Altro che Orban.

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