Proteste in Russia e nel mondo per la liberazione di Alexey Navalny

Mentre l'ormai noto oppositore di Putin, Alexey Navalny, è in carcere, in Russia, ma non solo, si rivendicano democrazia e libertà e si chiede la liberazione del dissidente avvelenato.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Il Cremlino di nuovo contro Alexey Navalny.

Lo scorso 21 gennaio sono stati fermati alcuni collaboratori dell’ormai noto leader dell’opposizione russa, avversario numero uno di Putin, arrestato appena rientrato in patria dalla Germania.

Tra questi, come riportato dalla testata online Meduza, anche la portavoce del dissidente, Kira Yarmish, e Gheorghi Alburov del dipartimento investigativo della Fondazione anticorruzione di Navalny.

A Mosca ma non solo, manifestazioni, scontri, arresti e feriti per chiedere la liberazioni di Navalny.

Il governo russo reprime, ma il mondo si mobilita.

L’arresto di Alexey Navalny

L'arresto di Navalny, fermato al suo rientro dalla convalescenza in Germania: in manette in aeroporto.
Navalny arrestato al suo rientro dalla convalescenza in Germania: in manette in aeroporto.

Il 17 gennaio, trascorsi ben cinque mesi di convalescenza in Germania, dopo l’avvelenamento ordinato dai servizi segreti russi, come sostenuto dalla vittima ma anche come testimoniato da molte ricostruzioni, Navalny torna in patria.

Come annunciato già nei giorni precedenti, il governo ha arrestato il dissidente al suo arrivo per aver violato gli obblighi di una precedente sentenza detentiva per cui avrebbe dovuto presentarsi due volte al mese dalla polizia penitenziaria. Chiaramente impossibile nel periodo di infermità a Berlino.

Mentre centinaia di persone aspettavano Navalny all’aeroporto Vnukovo di Mosca, l’aereo è stato dirottato e fatto atterrare in un altro aeroporto. Subito fermato dagli agenti al controllo passaporti, il leader dell’opposizione viene accolto in manette e immediatamente arrestato.

Fermati anche i collaboratori di Navalny

Non è finita, il 21 gennaio è la volta dei suoi collaboratori, fermati Kira Yarmish e Gheorghi Alburov, nonché Anastasia Panchenko, coordinatrice degli attivisti di Navalny nella regione di Krasnodar, e un volontario dell’oppositore a Kaliningrad.

Si aggiungono la legale del Fondo anticorruzione, Liubov Sobol, una delle figure di spicco delle proteste antigovernative del 2019, fermata durante le proteste, e Vladlen Los, cittadino bielorusso, altro collaboratore del Fondo, ordinato di lasciare la Russia entro il 25 gennaio e di non far ritorno fino al 27 novembre 2023.

Leggi anche: Bielorussia, rapita l’esponente dell’opposizione Maria Kolesnikova

Navalny dal carcere mostra il palazzo segreto dello zar

Navalny dal carcere mostra il palazzo segreto dello zar.

Dal carcere Alexey Navalny riesce a rendere pubblica un’indagine in cui mostrerebbe una residenza privata di Putin, il “palazzo segreto dello zar”, una tenuta immensa di 7800 ettari di parco sulle rive del Mar Nero, nei pressi della cittadina di Gelendzhik, con tanto di chiesa, anfiteatro e pista d’atterraggio per gli elicotteri, dal valore di 100 miliardi di rubli (1,33 miliardi di dollari).

Pubblicata sul sito sul sito palace.navalny.com, l’inchiesta “La storia della tangente più grande”, mostrerebbe il risultato di anni di ‘duro lavoro’ del capo del governo russo:

Scoprirete come, in questo momento e negli ultimi 15 anni, grazie alle tangenti si sta costruendo il palazzo più costoso al mondo.

È il commento al video che il leader dell’opposizione avrebbe voluto pubblicare personalmente una volta tornato a casa, ma che le sbarre non riescono a tener segreto. Il video conta 70 milioni di visualizzazioni.

Il popolo russo in difesa di Alexey Navalny

Il popolo russo è con Navalny e ormai da giorni ci si riunisce in piazza per cortei e proteste in favore della sua liberazione, per rivendicare libertà e democrazia. Contro il governo di Vladimir Putin, migliaia di persone in piazza, in oltre 60 città.

Manifestazioni organizzate attraverso i social e ovviamente non autorizzate. Il bilancio? Tra Mosca e San Pietroburgo più di 3.400 persone arrestate e un ferito in gravi condizioni, quest’ultimo sarebbe una donna che, secondo quanto riferito da fonti ospedaliere ad Afp, è ricoverata in terapia intensiva.

Insurrezioni numerose e veemente repressione. E mentre si diffonde un video in cui la Polizia sembrerebbe prendere a calci suddetta donna, la procura di San Pietroburgo apre un’indagine sulla violenza “da parte delle forze responsabili dell’applicazione della legge”.

UE e USA per la liberazione di Navalny

Per la liberazione di Navalny.

L’Unione Europea sul caso. Oltre Sassoli, il Presidente del Parlamento europeo, che preoccupato chiede il rilascio di Navalny e il rispetto del diritto dei cittadini russi a tenere assemblee pacifiche nonché alla libertà di espressione, Chales Michel, il Presidente del Consiglio europeo su Twitter:

Oggi, nella mia telefonata col presidente Vladimir Putin ho ribadito che l’Ue è unita nella sua condanna per la detenzione di Alexey Navalny e ne chiede l’immediata scarcerazione.

La Russia deve fare immediatamente un’indagine completa e trasparente sul tentativo di uccidere.

Al coro si uniscono molte voci, tra cui il portavoce del Dipartimento di Stato USA Ned Price, che commenta:

Chiediamo alle autorità russe di rilasciare tutti coloro che sono stati trattenuti per aver esercitato i loro diritti universali.

I continui sforzi di sopprimere i diritti dei russi di riunirsi pacificamente e di libertà di espressione, l’arresto dell’oppositore Alexiei Navalny e la repressione delle proteste che sono seguite sono preoccupanti indicazioni di ulteriori restrizioni alla società civile e alle libertà fondamentali.

Gli abusi contro cittadini e giornalisti pacifici sono inammissibili. Mosca è chiamata a rispettare i diritti fondamentali dell’uomo, sanciti non solo dalla costituzione russa ma anche negli impegni della Russia verso l’Osce, verso la dichiarazione universale dei diritti umani e in conformità ai suoi obblighi in base al Patto Internazionale sui diritti civili e politici.

Al Cremlino si richiede collaborazione nelle indagini della comunità internazionale al fine di chiarire la verità sull’avvelenamento e “spiegare in modo credibile l’uso di armi chimiche sul suo suolo”.

Leggi anche: Londra ferma l’estradizione di Julian Assange negli USA: “Rischio suicidio”

L’Italia e il mondo per Alexey Navalny

Anche il Ministro degli Esteri, Luigi di Maio è pronto a sostenere le sanzioni dell’Unione Europea:

Condanniamo chiaramente che un leader dell’opposizione sia stato arrestato al suo arrivo in aeroporto e siamo pronti a tutte le azioni diplomatiche, anche eventuali sanzioni da parte dell’Unione europea.

Siamo stati chiarissimi con la Russia: abbiamo ottimi rapporti, ma con Navalny stanno sbagliando.

A Roma la comunità russa, ma non solo, si unisce alla voce del popolo sovietico:

La comunità russa esorta il proprio governo a rispettare i diritti dei propri cittadini e chiede supporto all’Unione Europea e al governo Italiano in questa lotta per la democrazia e per la libertà:

i russi chiedono che Alexey Navalny sia liberato.

Ma la capitale italiana non è che un esempio.

Contro la violazione dei diritti fondamentali il mondo è unito. Lisbona, Parigi, Milano, Praga, Barcellona, Vienna, Boston, Sofia, Philadelphia, Madrid, Tel Aviv, Washington hanno una sola voce e riconoscono un solo dissidente, il Governo russo.

Leggi anche: Corrado Augias: “L’assassinio di Giulio Regeni è ferita sanguinosa e un insulto per noi italiani”




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