Reddito energetico: “200 milioni di euro per installare impianti fotovoltaici”

Il fondo è dedicato alle famiglie meno abbienti per garantire l'accessibilità equa alle fonti rinnovabili.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che dà vita al Fondo Nazionale per il reddito energetico, avanzato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica: una conquista e un passo in avanti verso la decarbonizzazione dell’Italia, per rendere più accessibile l’energia solare anche alle fasce di popolazione più indigenti.

La legge infatti stanzia 200 milioni di euro per il prossimo biennio, 2024-2025, in favore delle famiglie a basso reddito per l’installazione di pannelli solari e impianti fotovoltaici in autoconsumo.

Reddito energetico, più fotovoltaico per i meno abbienti

Sarà il Gestore dei Servizi Energetici a gestire il fondo da 200 milioni di euro stanziato dal decreto legge pubblicato mercoledì 8 novembre in Gazzetta Ufficiale.

Tra il 2024 e il 2025 la somma sarà ripartita in modo da favorire le regioni con meno disponibilità economica e dove le risorse rinnovabili stentano a prendere piede.

In particolare, dei 100 milioni di euro prevista per ciascun anno, 80 milioni sono destinati ad Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, mentre i restanti 20 milioni saranno erogati in favore delle altre regioni.

Inoltre, i contributi di amministrazioni centrali, Regioni, Province, associazioni e onlus possono incrementare il valore del Fondo, cosa auspicata dal decreto stesso, che anzi sottolinea la speranza di poter rinnovare tale investimento anche nei prossimi anni. Le risorse aggiuntive potranno derivare anche da altri fondi strutturali o da investimenti e bandi europei.

Leggi anche: Reddito energetico 2023, ecco quanto si guadagna con il fotovoltaico

A chi è rivolto il fondo nazionale per il reddito energetico

Il Fondo è una forma di sostegno economico per le famiglie con basso reddito che vogliano installare impianti fotovoltaici in autoconsumo con potenza nominale compresa tra 2kW e 6kW, per facilitare l’accesso a fonti di energia pulita e migliorare la qualità di vita dei cittadini, oltre che l’aspetto delle spese energetiche.

In particolare, i requisiti del decreto legge prevedono che possano accedere alla sovvenzione le famiglie con un reddito ISEE inferiore ai 15.000 euro annui, limite che si alza a 30.000 euro annui in caso di nuclei familiari con almeno 4 figli a carico.

Il richiedente potrà inoltrare una sola istanza di accesso al credito tramite una piattaforma digitale che sarà messa a disposizione del GSE stesso.

L’intento del provvedimento, secondo le parole del ministro Gilberto Picchetto Fratin, è quello di: “Sostenere le fasce più indigenti della popolazione e promuovere l’utilizzo dell’energia rinnovabile“, in accordo con l’impegno del Governo di rendere accessibile la sicurezza e l’efficienza energetica a tutti.

Leggi anche: Fotovoltaico, impianto da 3kW: “Zero consumi per tutti i device di casa”

Quali interventi si possono richiedere

Per quanto riguarda i requisiti delle installazioni fotovoltaiche ammesse a richiedere la sovvenzione statale, gli impianti di pannelli solari dovranno necessariamente insistere sulle coperture, sui tetti e sulle zone di pertinenza dell’immobile di cui il richiedente è legittimo proprietario.

Da rispettare anche una serie di requisiti tecnici, tra cui la potenza nominale compresa tra 2 e 6 KW, riportati nel decreto.

Il GSE si impegna anche a fornire i chiarimenti sulle procedure di accesso ai fondi e di monitorare sugli interventi realizzati.

Le ditte a cui rivolgersi per sfruttare il fondo reddito energetico

Le imprese abilitate all’installazione dovranno soddisfare la materia di legge di cui nel decreto del Ministero dello sviluppo economico del 22 gennaio 37/2008, oltre a essere iscritte nell’apposito registro del GSE.

Le società installatrici dovranno inoltre garantire alcuni servizi per almeno dieci anni, come l’assicurazione multi-rischi, la manutenzione degli impianti e la misurazione dell’attività ed efficienza della produzione elettrica da parte dei pannelli solari.

Leggi anche: Tipping point fotovoltaico: “Energia solare in testa entro il 2050”

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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