“Mangia nuda davanti allo specchio”, dentro le regole folli dei gruppi pro-anoressia

I gruppi pro-anoressia hanno invaso tutti i canali social: Instagram, Twitter, TikTok, Telegram e Whatsapp parlano di disturbi alimentari. L'istigazione per la magrezza ossessiva è fuori controllo.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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I gruppi pro-anoressia si mostrano mediante i social senza paura né vergogna, fieri di venerare una magrezza e una bellezza patologica-ossessiva. Si infilano, strisciando, nella mente di chi percepisce il proprio corpo come un problema.

Ogni anno milioni di ragazzine vengono risucchiate all’interno del sistema vorticoso dei disturbi alimentari. Secondo l’Osservatorio sulle tendenze e comportamenti degli adolescenti, i giovani tra i 13 e i 18 anni, trascorrono in media dalle 7 alle 13 ore su internet. Il rischio di imbattersi e perdersi in certi contesti deviati è altissimo.

I vecchi blog pro-ana sono stati sostituiti dalle app di Telegram, Tumblr, Kik, Discord e Whatsapp, in cui si scopre un universo macabro e raccapricciante costituito da una dieta ferrea inferiore alle 400 calorie, regole severe che impongono la misurazione in diretta del peso e suggerimenti per non mangiare che vanno dal nutrirsi davanti allo specchio senza vestiti al farsi un taglio sulla lingua per rendere dolorosa la masticazione.

Non solo tutto questo è reale, ma la cosa peggiore è che certe follie vengono condivise e rese accessibili da chiunque disponga di una rete internet, cioè ogni generazione di adolescente.

Cosa sono i gruppi pro-anoressia

I gruppi pro-anoressia sono vere e proprie congregazioni in cui entrare è semplice, uscirne un po’ meno. Intere schiere di ragazzine si danno quotidianamente appuntamento sui social per scambiarsi consigli rispetto al dimagrimento lampo e per mostrare pubblicamente alle nuove arrivate che disciplina e rigore sono i valori principali da rispettare.

La glorificazione di questo mostro che porta al deperimento mentale e fisico passa la maggior parte delle volte tramite i social. Rispetto a vent’anni fa, quando esistevano solo blog e siti-web, oggi, la situazione è nettamente peggiorata e le conseguenze sulla salute dei giovani stanno diventando devastanti, ma soprattutto irreversibili.

Alcuni studi pubblicati sul The Guardian e sulla Bbc parlano chiaro: il fenomeno degli account che pubblicano consigli su come costringere il corpo a diventare pelle e ossa è incontrollabile. Grazie alle proteste di esperti e genitori, alcuni hashtag come #proana o #promia (bulimia) sono stati bloccati e rimossi, ma le legioni di ragazzine si sono riorganizzate, provvedendo alla creazioni di nuovi profili che onorano e riveriscono qualunque forma di disturbo alimentare.

Consigli infernali per perdere peso, suggerimenti per diminuire l’appetito e non farsi beccare dai genitori e infine, il precetto più spaventoso di tutti: il body check del venerdì sera, in cui ci si mostra in abbigliamento intimo per comprovare e attestare pubblicamente di impegnarsi seriamente alla perdita di peso.

Leggi anche: Giulia, morta a 17 anni per anoressia: “Pesava 26 chili, beveva solo acqua calda”

Dentro la follia di un gruppo pro-anoressia

Nei gruppi pro-anoressia la ricerca della perfezione estetica viene estremizzata ai massimi livelli. Solo per essere ammesse in certi profili, vengono rivolti, alle nuove iscritte, una serie di test, volti a voler controllare l’intento e la serietà delle interessate.

Una volta approvato l’accesso, le partecipanti si ritrovano catapultate e sballottate in un impetuoso turbinio di roba sconcertante. Sottoposte al sacramento vincolante del battesimo che decreta l’entrata, l’adesione e l’ammissione al gruppo, il monito di benvenuto recita per loro: “È obbligatorio seguire queste regole, senza sgarrare”.

  • Se non sei magra, non sei attraente
  • Essere magri è più importante che essere sani
  • Compra dei vestiti, tagliati i capelli, prendi dei lassativi, muori di fame, fai di tutto per sembrare più magra
  • Non puoi mangiare senza sentirti colpevole
  • Non puoi mangiare cibo ingrassante senza punirti dopo
  • Devi contare le calorie e ridurne l’assunzione di conseguenza
  • Quello che dice la bilancia è la cosa più importante
  • Perdere peso è bene, guadagnare peso è male
  • Non sarai mai troppo magra
  • Essere magri e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e autocontrollo

L’assurdità di quelli che vengono definiti come i dieci comandamenti pro-ana è alle stelle. Eppure, moltissime ragazzine seguono e rispettano questi insegnamenti come se fossero necessari alla loro sopravvivenza scandita solo da numeri e dal controllo ossessivo delle calorie.

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Perché i social alimentano i disturbi dell’alimentazione

Per gli adolescenti che negli ultimi anni, a causa della pandemia, sono cresciuti tra le mura di casa, internet o per meglio dire i social, rappresentano l’unica vera via di fuga, il solo modo per evadere dalla realtà che li ingabbia e li imprigiona.

Molti hanno sfruttato a proprio beneficio la rivoluzione digitale, per parlare attraverso un pc con i coetanei, altri, invece, a proprio maleficio, sono caduti nella rete oscura dei social network, responsabili di veicolare e diffondere metodi pericolosi per dimagrire.

Sono ormai alla portata di tutti diverse App che non solo contano le calorie o il dispendio energetico, ma minacciano pesantemente le basi dell’autostima di ogni adolescente.

I disturbi dell’alimentazione passano sempre più spesso dal Web, dal virtuale e dall’online. Gli ultimi dati registrati, in occasione della Giornata del fiocchetto lilla che si celebra il 15 marzo, hanno mostrato come nel nostro paese, in questo momento, circa tre milioni di persone siano affette dal Disturbo del Comportamento Alimentare. Il 36% soffre di anoressia, il 18% di bulimia e il 12% del disturbo di Binge eating.

Su un campione di 100 ragazze, almeno 10 soffrono di problemi legati all’alimentazione. Tra la popolazione non solo compaiono persone di sesso femminile, ma anche i maschi sono in chiaro aumento.

Secondo il Ministero della Salute, nel primo semestre del 2020, sono comparsi 230.458 nuovi casi, nel 2019 erano 163.547. Si è registrato anche un drastico abbassamento dell’età in cui si mostrano i primi sintomi.

La Direttrice della Rete disturbi comportamento alimentare Usl Umbria 1, Laura Dalla Ragione, nonché psichiatra e psicoterapeuta, ha dichiarato:

Sappiamo che il 30% della popolazione ammalata è sotto i 14 anni e che c’è una maggiore diffusione nella popolazione maschile: nella fascia tra i 12 e i 17 anni comprende il 10%.

Leggi anche: Binge eating, cos’è il disturbo di cui soffre Francesca Manzini

Il dimagrimento ossessivo diventa motivo di vanto

Sei non sei magra, non sei attraente. Essere magri è più importante che essere sani. Quello che dice la bilancia è la cosa più importante”. Queste sono solo alcune delle follie che le adepte del pro-ana condividono sul web. Quello che spaventa e sconcerta allo stesso tempo è l’esternazione pubblica e collettiva che viene divulgata tramite i social come se si trattasse di propaganda nazional-popolare.

I traguardi che vengono decantati di volta in volta richiamano sempre di più il malessere di ragazze che venerano solo un Dio, quello del peso, il cui unico volere è far scendere rapidamente l’ago della bilancia.

Pesati sempre prima e dopo aver mangiato. Non solo eviterai di mangiare cose superflue ma ti verrà voglia di mangiare meno ogni volta che vedrai che i numeri sulla bilancia crescono.

Il dimagrimento ossessivo viene normalizzato proprio attraverso questi gruppi pro-anoressia in cui le uniche cosa che contano davvero sono la perdita di peso, l’idea di poter vedere e contare una ad una le proprie ossa per debuttare nella “magrezza ad ogni costo”, l’ostentazione per il giuramento al disturbo alimentare e l’aiuto per far ottenere agli altri un corpo scheletrico che si regge in piedi a malapena.

Leggi anche: Aumentano i casi di anoressia e bulimia: quanto ha influito il Covid?

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