5 poesie di speranza per la Giornata Mondiale della Poesia

Il 21 marzo è la Giornata della Poesia: in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, abbiamo deciso di lasciarci ispirare dall’opera di cinque poeti classici e contemporanei.

Marianna Chiuchiolo
Marianna Chiuchiolo
Giornalista con studi in Mediazione Linguistica, una formazione da teatrante e una generale tendenza a perdersi nei vicoli di una fervida immaginazione. Ama in egual misura la scienza e la poesia e si spende da tempo per la crociata della Mental Health Awareness come missione di vita.
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Tra le diverse forme di espressione, ogni società umana guarda all’antichissimo statuto dell’arte poetica come ad un luogo fondante della memoria, base di tutte le altre forme della creatività letteraria ed artistica.

Con queste parole Giovanni Puglisi, ex Presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, spiega l’importanza di celebrare la poesia come forma d’arte radicata nel profondo dell’animo umano. Per questo stesso motivo, nel 1999, la Conferenza Generale Unesco ha deciso di istituire una Giornata Mondiale della Poesia da celebrare ogni 21 marzo.

21 marzo, Giornata Mondiale della Poesia

Non è un caso che si sia scelto per la Giornata Mondiale della Poesia proprio il primo giorno di primavera: il suo significato intrinseco di rinascita e rinnovamento si sposa bene con il concetto di ispirazione. Citando la giovanissima poetessa Amanda Gorman, e accantonando per qualche momento le recenti polemiche legate alla traduzione, la poesia è il linguaggio della riconciliazione. Che si tratti di ricostruire rapporti tra popoli o di riconciliarsi con se stessi, l’espressione poetica è spesso messaggera di ripresa e speranza.

E proprio da questo ci siamo lasciati ispirare in occasione della seconda Giornata della Poesia che viviamo in lockdown: abbiamo selezionato cinque poesie di speranza da tenere a mente in questo periodo.

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Invictus di William Ernest Henley

William Ernest Henley

Forse non tutti sanno che, nei suoi 27 anni di prigionia durante l’apartheid, Nelson Mandela si faceva coraggio recitando i versi di questa poesia. Il titolo in latino vuol dire “indomito, mai sconfitto”, e il componimento fu scritto da William Ernest Henley su un letto di ospedale: il poeta, infatti, lottò per tutta la vita con una forma di tubercolosi ossea che lo portò all’amputazione di una gamba. Ciononostante, non rinunciò mai al suo desiderio di una carriera giornalistica.

Dal profondo della notte che mi avvolge,

nera come un pozzo che va da un polo all’altro,

ringrazio gli dei qualunque essi siano

per la mia indomabile anima.

Nella stretta morsa delle avversità

non mi sono tirato indietro né ho gridato.

Sotto i colpi d’ascia della sorte

il mio capo è sanguinante, ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime

incombe solo l’orrore delle ombre.

Eppure la minaccia degli anni

mi trova, e mi troverà, senza paura.

Non importa quanto stretto sia il passaggio,

quanto piena di castighi la vita,

io sono il padrone del mio destino:

io sono il capitano della mia anima.

Invincibile estate di Albert Camus

Albert Camus

Poliedrico e multiforme, Albert Camus si guadagnò un Nobel per la letteratura grazie alla sua capacità di oltrepassare i limiti della storia e raccontare i turbamenti dell’animo umano in maniera universale. Uno dei suoi temi ricorrenti è il confronto tra l’uomo e la vita. L’unico scopo del vivere, secondo l’autore, è combattere le ingiustizie e le espressioni di poca umanità. Per la Giornata Mondiale della Poesia abbiamo scelto uno dei suoi componimenti più noti.

Mia cara,

nel bel mezzo dell’odio

ho scoperto che vi era in me

un invincibile amore.

Nel bel mezzo delle lacrime

ho scoperto che vi era in me

un invincibile sorriso.

Nel bel mezzo del caos

ho scoperto che vi era in me

un’invincibile tranquillità.

Ho compreso, infine,

che nel bel mezzo dell’inverno,

ho scoperto che vi era in me

un’invincibile estate.

E che ciò mi rende felice.

Perché afferma che non importa

quanto duramente il mondo

vada contro di me,

in me c’è qualcosa di più forte,

qualcosa di migliore

che mi spinge subito indietro.

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Bambina mia di Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri

Poetessa, architetto e cofondatrice del Teatro Valdoca di Cesena, quest’autrice contemporanea si è spesso fatta voce narrante della meraviglia e della gioia nelle piccole cose. In questa poesia, di cui presentiamo un estratto, l’autrice si rivolge a tutti i bambini del mondo, esortandoli a non fermarsi davanti alle spine e al dolore, e cercare sempre lo splendore oltre il buio.

Ma tu non credere a chi dipinge l’umano

come una bestia zoppa e questo mondo

come una palla alla fine.

Non credere a chi tinge tutto di buio pesto e

di sangue. Lo fa perché è facile farlo.

Noi siamo solo confusi, credi.

Ma sentiamo. Sentiamo ancora.

Sentiamo ancora. Siamo ancora capaci

di amare qualcosa.

Ancora proviamo pietà.

Tocca a te ora,

a te tocca la lavatura di queste croste

delle cortecce vive.

C’è splendore

in ogni cosa. Io l’ho visto.

Io ora lo vedo di più.

C’è splendore. Non avere paura.

Ciao faccia bella,

gioia più grande.

L’amore è il tuo destino.

Sempre. Nient’altro.

Nient’altro. Nient’altro.

Sogni di Paul Éluard

Paul Éluard

Contestatore, avventuriero e attivista appassionato, Paul Éluard è considerato il “più poetico rappresentante della scuola surrealista”. A dispetto di una vita segnata dalla malattia – soffrì a lungo di tubercolosi – utilizzò la poesia per combattere gli orrori della guerra.

Malgrado le pietre

a immagine umana,

rideremo ancora.

Malgrado i cuori

legati e mortali,

viviamo in speranza.

Nulla ci riduce

a sogni senza sogni,

a sopportare l’ombra

di un’ora simile,

non c’è sull’ora.

dubbio o sospetto

Per sempre al mondo

tutto muove e canta

tutto muta e gode.

Un haiku di Kobayashi Issa

Kobayashi Issa

Poche espressioni poetiche sono sintetiche e allo stesso tempo pregne di significato come gli haiku giapponesi. Questi delicati componimenti, che hanno ispirato i poeti ermetici nostrani come Quasimodo e Ungaretti, sono costituiti da tre versi, nei quali l’ultimo ha lo scopo di creare un colpo di scena in contrapposizione alle immagini espresse dai primi due. Kobayashi Issa, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, è uno dei maggiori esponenti di quest’arte. Per la Giornata Mondiale della Poesia abbiamo scelto il suo componimento più significativo.

Mondo di sofferenza:

eppure i ciliegi

sono in fiore.

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