Pillola contraccettiva gratuita solo per le donne sotto i 26 anni: è davvero giusto?

La pillola contraccettiva potrebbe essere gratis a breve, ma solo per le donne sotto i 26 anni. Ma è davvero giusto?

Asia Buconi
Asia Buconi
Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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Pillola contraccettiva gratuita: dopo mesi di annunci e repentini dietrofront, sembra essere arrivato finalmente il momento. Lo strumento di contraccezione ormonale femminile potrebbe essere gratis a breve, ma non per tutte: solo le donne sotto i 26 anni potranno godere dell’agevolazione.

Come riporta l’Ansa, la decisione è stata presa dal Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che martedì scorso ha sì deciso la gratuità della contraccezione ormonale femminile, ma – come anticipato – solamente al di sotto dei 26 anni di età. I medicinali dovrebbero essere dispensati nei consultori o comunque in strutture pubbliche come gli ospedali.

Pillola contraccettiva gratuita, ma solo per donne under-26

Quella della pillola contraccettiva gratuita solo per le donne sotto i 26 anni è una decisione che l’Aifa ha preso sul “modello già adottato in sei regioni tra cui l’Emilia-Romagna e la Toscana” dove effettivamente viene distribuita gratis “solo alle donne sotto i 26 anni e nei consultori”.

Adesso la decisione dovrà essere ratificata in una delibera del Cda, ma ha già avuto il via libera da parte della conferenza delle regioni, come riferisce il quotidiano “la Repubblica”. Ora è attesa la valutazione da parte della commissione tecnico scientifica (Cts) che deve esprimere il suo parere sulla rimborsabilità.

Lo scorso mese di aprile, la Commissione tecnico scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’ente regolatorio avevano reso il loro parere positivo ma senza limiti di età. La decisione allora venne sospesa per motivi economici di sostenibilità della spesa.

Pillola contraccettiva gratuita sotto i 26 anni: motivi economici dietro il ridimensionamento della misura

Pillola contraccettiva gratuita sotto i 26 anni: è giusto?

Nello specifico, l’iter della gratuità della pillola contraccettiva per tutte le donne era stato stoppato a maggio scorso proprio dal Cda dell’Aifa, che aveva “chiesto approfondimenti” anche per le previsione dei costi molto elevati della misura, pari a oltre 140 milioni di euro.

Oggi, a distanza di 7 mesi, è stato quindi scelto il ‘modello’ adottato – ad esempio – in Emilia Romagna, dove già dal 2018 è prevista la gratuità della contraccezione per le giovani sotto i 26 anni che possono ricevere gratuitamente la contraccezione dopo una consulenza con il medico e l’ostetrica del consultorio familiare. Insomma: dietro il ridimensionamento anagrafico dell’agevolazione ci sarebbero motivi di sostenibilità della spesa.

Si discute sulla pillola contraccettiva gratuita solo sotto i 26 anni

Una scelta, quella di prevedere un limite di età per la pillola contraccettiva gratuita, che ha sollevato subito parecchie polemiche. Una utente di Facebook, ad esempio, scrive: “Mi sfugge il motivo di dare la pillola gratuitamente solo sotto i 26 anni…o è gratuita o non lo è”.

Tra le risposte, qualcuno asserisce che in realtà la limitazione abbia senso, visto che “sopra i 26 anni una donna dovrebbe essere indipendente economicamente e dovrebbe potersele permettere”.

Quel che è certo è che la scelta verso la quale si sta muovendo l’Aifa sia stata molto discussa e che abbia scatenato le reazioni rabbiose di associazioni come “Provita e famiglia”, che si sono subito opposte. Già la scorsa estate, Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo, si era chiesta come fosse possibile rendere fruibile la pillola contraccettiva gratuita “senza sottolineare i gravi effetti collaterali fisici e psicologici che può portare”.

In quell’occasione anche Massimo Gandolfini, leader del Family Day, aveva aggiunto che si tratta di una scelta che “va nella direzione opposta rispetto al problema della denatalità” con grandi risorse che “potrebbero essere allocate per alleviare le gravi condizioni di famiglie” che hanno necessità di farmaci “costosissimi e non forniti gratuitamente dal Servizio sanitario nazionale”.

Del tutto contrari si erano dimostrati invece Cecilia D’Elia, senatrice del Pd, la quale aveva sostenuto che si trattasse di un evento “che stavamo aspettando e alcune regioni lo avevano già deciso per le più giovani”. Dello stesso avviso anche Marta Bonafoni, la nuova coordinatrice della segreteria nazionale del Pd, che aveva parlato di “un passo avanti importante”.

Leggi anche: Pillola contraccettiva maschile: a fine anno i test sull’uomo

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Classe 1998, romana. Laureata in Scienze politiche e relazioni internazionali, ama l’attualità e la letteratura, ma la sua passione più grande è la sociologia, soprattutto se applicata a tematiche attuali. Nel tempo libero divora film e serie tv.
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