Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, cos’è e cosa prevede

Stabilire una strategia nazionale d'azione contro il dissesto climatico e individuare i campi d'azione: ecco gli obiettivi del PNACC.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Comincia la fase di consultazione pubblica per il PNACC, Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, che, una volta ricevuta approvazione definitiva dalla Valutazione Ambientale Strategica, diventerà decreto ministeriale per poi dare avvio a tutte le misure previste dal testo.

Lo strumento, istituito già nel 2012, ha avuto diverse modifiche e battute d’arresto lungo il suo cammino, ma l’Italia è finalmente pronta a dotarsi di un piano di adattamento ai cambiamenti climatici come le altre nazioni in Europa, che stabilisca le strategie da mettere in campo per far fronte alle sfide dettate dal clima.

Adattamento ai cambiamenti climatici, che cosa vuol dire?

Il mutamento delle condizioni metereologiche negli ultimi anni ha portato l’estate scorsa a picchi di calore estremi, accompagnati da una siccità prolungata che ha compromesso molti settori dell’ecosistema, dell’economia e della società.

E l’inizio del 2023 ha già fatto registrare nuovi, inquietanti, record, come neve sull’Etna ma non sulle Alpi o il prosciugamento del bacino del Po che mette a repentaglio le colture della pianura padana.

Adattarsi a questa situazione non significa semplicemente accettare passivamente il declino del clima, anzi, è un modo per progettare nuove prospettive e trovare soluzioni innovative ai cambiamenti climatici.

L’adattamento quindi diventa sinonimo di prevenzione, gestione dei rischi, tutela e salvaguardia degli equilibri che ancora non sono stati compromessi, in modo da rendere i territori resilienti.

Leggi anche: Transizione ecologica: cos’è e come vengono impiegati i fondi del Pnrr

Gli obiettivi del PNACC e i campi di azione

Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici individua quattro obiettivi da perseguire per la strategia di azione che dovrà essere adottata dalle istituzioni nazionali, regionali e locali in base al contesto di intervento:

  1. Ridurre la vulnerabilità degli ecosistemi esistenti, siano essi naturali o antropici.
  2. Aumentare la capacità di questi sistemi all’adattamento e all’adeguamento del clima.
  3. Migliorare lo sfruttamento delle risorse esistenti e possibilmente di quelle che dovessero nascere in seguito alle azioni perpetrate.
  4. Coordinare al meglio i diversi settori che compongono in mosaico dell’adattamento, con una sinergia trasversale a tutti i livelli.

Per ottenere questi risultati, il PNACC raccoglierà e metterà a disposizione delle istituzioni coinvolte una serie di dati, informazioni e metodologie di azione a seconda del caso specifico che si dovrà affrontare.

Fondamentalmente si tratta di prepararsi a cinque tipologie di dissesti climatici potenzialmente pericolosi che sono: le ondate di calore, la siccità, gli incendi boschivi, le inondazioni a seguito di precipitazioni e quelle causate da onde anomale.

Leggi anche: Water square, la soluzione agli allagamenti in città

Le misure di adattamento ai cambiamenti climatici

Sono 361 le azioni di adattamento segnalate nel testo in via di approvazione, che spaziano dalla costruzione di infrastrutture di difesa contro l’innalzamento delle acque del mare alle campagne di sensibilizzazione, di lotta contro gli sprechi e di riduzione dei consumi.

Divise in misure soft, misure verdi e misure infrastrutturali/tecnologiche , a ognuna di esse è stato anche attribuito un giudizio di valore, basso, medio, medio alto e alto, in base ai risultati che potrebbero raggiungere.

I criteri di giudizio delle azioni sono stati analizzati in base a efficienza, efficacia, effetti di secondo ordine, performance di incertezza, e infine sull’implementazione politica.

Alcune di queste misure sono già in atto, altre dovranno essere rapidamente integrate nelle pianificazioni dei singoli comuni o regioni.

Tra queste le cosiddette nature-based solution sono quelle meno onerose dal punto di vista economico, ma fondamentali per la riduzione delle emissioni di gas serra e per aumentare la resilienza dei territori: la piantumazione di alberi, la fortificazione delle costiere con barriere naturali, il drenaggio urbano con sistemi sostenibili.

Leggi anche: Come salvare Venezia e le altre città costiere dai cambiamenti climatici

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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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