Come salvare Venezia e le altre città costiere dai cambiamenti climatici

Inquinamento atmosferico e riscaldamento globale, a rischio il futuro del pianeta. Si parte da Venezia: ecco il docu-film in uscita il 14 dicembre che affronta i problemi e propone anche alcune soluzioni.

Michela Sacchetti
Michela Sacchetti
Intuitiva, con un occhio attento alla realtà e alla sua evoluzione, attraverso una lente di irrinunciabile positività. Vede sempre nella difficoltà un’occasione preziosa per migliorarsi da cogliere con entusiasmo.
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Venezia è considerata una delle più belle città al mondo, impregnata di storia e di una cultura millenaria, al pari di Roma o dell’antica Costantinopoli, l’odierna Istanbul. Una città particolarissima, adagiata su più di 100 piccole isole all’interno di una laguna nel mare Adriatico, da cui prende il suo nome.

Sita nella parte centro settentrionale, Venezia dista 4 Km dalla terraferma e 2 dal mare aperto. Per accedervi ci sono tre bocche di porto: Lido-San Nicolò, Malamocco e Chioggia.

La laguna, trovandosi all’interno di un mare chiuso è soggetta a grandi escursioni del livello delle acque, che provocano fenomeni sia come quello dell’acqua alta che dell’acqua bassa. E, a causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, il pericolo delle alluvioni si fa sempre più frequente. Venezia però, assieme alla sua laguna, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, e per questo è ancora più importante tutelarla.

Venezia, l’acqua granda del 1966

Venezia_alluvione_Piazza San Marco_4 novembre 1966
Venezia, Piazza San Marco, alluvione del 4 novembre 1966.

L’adriatico settentrionale e in particolare la laguna di Venezia sono soliti avere con periodicità picchi di alta marea. Il fenomeno si verifica nel periodo autunnale-primaverile in concomitanza con lo spirare dei venti di scirocco o di bora. Il 4 novembre del 1966 però nella laguna si verificarono una serie di eventi anomali che portarono a un’alluvione eccezionale, conosciuta come aqua granda o acqua granda. Fortissimi venti di scirocco e una forte diminuzione della pressione atmosferica, insieme ad una potente mareggiata portarono alla caduta dei murazzi, diga costruita per difendere la laguna dal mare esterno.

Si trattò di un evento meteorologico senza precedenti che portò un’alta marea di ben 194 cm. Molti veneziani rimasero senza casa e ci furono danni per diversi miliardi di lire non solo alla città di per sé ma anche al patrimonio artistico e culturale. Fu proprio in questa occasione che ci si rese conto del patrimonio che Venezia portava con sé e della necessità di salvaguardarlo.

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Cosa provoca e aggrava il fenomeno dell’alta marea

Nell’ultimo anno la situazione a Venezia e nella laguna si sta aggravando. Le alluvioni si fanno sempre più frequenti. Se ne ebbe la consapevolezza a novembre dello scorso anno. Nella notte tra il 12 e il 13 l’acqua alta a Venezia raggiunse i 187 centimetri, avvicinandosi ai livelli di quella più alta registrata nel 1966. Pur essendo un fenomeno ricorrente quello dell’acqua alta a Venezia, se ne può parlare solo se questa supera gli 80 centimetri.

Tra le cause che provocano l’alta marea ci sono fattori astronomici e meteorologici. Il primo si riferisce all’attrazione della Luna e in seguito del Sole sulle maree mentre il secondo ai venti, alle piogge e alla bassa pressione. Ci sono però altri due importanti fattori che contribuiscono all’innalzamento dell’acqua: l’abbassamento del livello del suolo, che tra il 1950 e il 1970 è sceso di 12 centimetri per via dello svuotamento della falda acquifera e l’innalzamento del livello del mare dovuto ai cambiamenti climatici. Negli ultimi cento anni c’è stato un innalzamento del livello del mare di 12 centimetri nella zona di Venezia.

13 novembre 2019, acqua alta storica a Venezia: Piazza San Marco sferzata da venti tempestosi.

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I dati sull’aumento dell’alta marea dal 1870

Storicamente le alte maree che superavano i 110 centimetri erano piuttosto rare, ma negli ultimi 50-60 anni sono aumentate. I dati registrati ci dicono che tra il 1870 e il 1949 ci furono 30 episodi di alta marea superiore ai 110 centimetri mentre tra il 1950 e il 2013 se ne verificarono 230, di cui 14 superiori ai 140 centimetri. Per farci un’idea di cosa accade nella città quando c’è l’alta marea vediamo cosa dice il sito del comune di Venezia:

La marea che supera a Venezia la soglia di attenzione di +80 cm viene comunemente indicata come “acqua alta”. a questa quota sorgono problemi di trasporto e di viabilità pedonale nei punti più bassi della città (Piazza San Marco).

Quando la marea supera i 100 cm, il fenomeno inizia ad interessare tratti più consistenti dei percorsi cittadini, circa il 5% del suolo pubblico è allagato. A quota +110 cm, circa il 12% della città è interessato dagli allagamenti. Quando invece si raggiungono i +140 cm, viene allagato il 59% della città.

Venezia_distribuzione annuale delle marea dal 1870
L’incidenza delle maree sopra i 110 centimetri sta notevolmente aumentando.

In arrivo il 14 dicembre “Venezia: il futuro del pianeta”

Venezia il futuro del pianeta
Venezia: il futuro del pianeta, film-documentario in onda il 14 dicembre su National Geographic.

Il 14 dicembre alle 20.55 su National Geographic sul canale 403 di Sky andrà in onda Venezia: il futuro del pianeta, una sorta di film-documentario su Venezia e la problematica relativa all’acqua alta per capire ed analizzare quali sono le cause e se si tratta di un fenomeno isolati o di una crisi ambientale che sta colpendo tutto il pianeta.

Emblematica sarebbe la storia di Venezia non solo per la sua condizione ma perché getterebbe una luce su quello che potrebbe accadere nel resto del pianeta. Per questo gli scienziati hanno deciso di salvare la città trasformandola in un grande laboratorio a cielo aperto, in modo da misure gli effetti dei cambiamenti climatici sul pianeta e mettere a punto soluzioni per la salvezza di Venezia ed insieme a lei di tante altre città costiere, che vivono le medesime problematiche.

Una delle soluzioni messe a punto per arginare il problema dell’acqua alta è stata la realizzazione del MOSE, un sistema di dighe mobili collegate alle bocche di porto della laguna, in fase di ultimazione. Il 3 ottobre scorso è stato testato per la prima volta, dando dei risultati positivi. Si prevede che i lavori saranno ultimati per il 31 dicembre 2021 con l’opera finita, testata e collaudata.

Leggi anche: Di Caprio contro i cambiamenti climatici: due documentari per sensibilizzare il mondo

Oltre a Venezia rischiano tante altre città

Secondo uno studio di Climate Central, comparso su Nature, tra 30 anni Venezia, Londra, Giacarta saranno sommerse dall’acqua e con queste le case di 340 milioni di persone. Tra le città più a rischio ci sono anche: Mumbai, Alessandria d’Egitto, Bassora, New Orleans, Bangkok. Le città a rischio in Italia, oltre a Venezia sono: Rovigo, Jesolo e Caorle.

Giacarta, situata sull’Oceano Pacifico, nel mare di Giava, è la città con rischi maggiori e più immediati. Il governo indonesiano sta pensando di spostare la capitale di 100 chilometri per metterla in salvo da possibili allagamenti e inondazioni future. Questa potrebbe essere una soluzione anche per le altre città, ha affermato Benjamin Strauss, Ceo di Climate Central.

L’interesse primario, però, sta nel diminuire le emissioni di gas serra che causano il riscaldamento globale e lo scioglimento dei ghiacciai di Antartide e Groenlandia, a cui è connesso il fenomeno dell’innalzamento del livello del mare. Se non si interverrà su questo punto, secondo lo studio di Nature, le conseguenze saranno disastrose.

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