Parentification: quando i figli si prendono cura dei genitori

Il fenomeno dell'inversione del ruolo genitore figlio può causare gravi conseguenze nello sviluppo del bambino. Vediamo quali possono essere le ripercussioni.

Melissa Matiddi
Melissa Matiddi
Esperta in comunicazione e digital marketing, studia lo yoga e le discipline orientali. Ama creare, leggere e viaggiare. Silenziosa ma rumorosa, è sempre pronta a varcare nuovi orizzonti.
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La parentification, in italiano genitorializzazione, rappresenta un processo in cui il classico ruolo genitore figlio si inverte. Il bambino si assume in toto le responsabilità della madre e del padre, diventando di colpo una figura matura.

Questo fenomeno può presentarsi in età adulta o addirittura durante l’infanzia. Colpisce di solito famiglie fragili in cui mamma e papà sono instabili emotivamente e incapaci di assicurare ai figli affetto, protezione, guida e riparo.

È importante specificare che la cura rivolta ad un genitore non è necessariamente considerata inappropriata o patologica, lo diventa nel momento in cui la figura genitoriale non rispetta più la crescita del figlio, non gli rivolge più le sue attenzioni e non soddisfa i suoi bisogni.

Parentification: che cos’è e come si manifesta

In un rapporto sano i genitori danno e i figli ricevono. Il ruolo di un genitore è quello di fornire amore incondizionato in modo tale che i bimbi possano crescere tranquillamente, sviluppare la propria personalità e concentrarsi sull’apprendimento.

Purtroppo, non tutti i genitori sono in grado di comprendere le loro responsabilità di accudimento e di protezione. Facendo affidamento sui figli, interrompono il processo di crescita psicologica.

Questa condizione invertita è nota con il nome di parentification e appunto, si verifica quando i figli supportano emotivamente i genitori, assumendo comportamenti da adulti. I minori diventano quindi i caregiver diretti di mamma e papà.

Il concetto di parentification è stato coniato da Ivan Boszormenyi-Nagy, psichiatra ungherese-americano, fondatore del campo della terapia familiare. Nel tempo sono stati individuati diversi termini per riferirsi a questo fenomeno: “bambino genitore”, “parentificazione” e “genitore come coetaneo”.

L’inversione di ruolo nel processo di crescita causa effetti negativi sulla salute mentale e fisica del bambino.

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Parentification: quali sono le tipologie

Il fenomeno della parentification viene suddiviso dagli esperti in due filoni: strumentale ed emotivo.

Mentre il primo fa riferimento a tutti quei casi in cui i figli si assumono la responsabilità di pulire la casa, cucinare, fare la spesa, prendersi cura dei fratelli e dei genitori affetti da malattia mentale o disabilità.

Il secondo coinvolge il minore dal punto di vista emotivo e comprende: ascoltare il genitore parlare dei propri problemi personali, offrirgli dei consigli e dei suggerimenti su come affrontare una determinata situazione e mediare tra la figura genitoriale ed un altro membro della famiglia.

Oltre a questi due tipi di parentification, Gregory J. Jurkovic, autore di Lost Childhoods: The Plight of the Parentified Child, ha identificato altre due tipologie.

  • Genitorialità adattiva: il bambino si assume la guida della famiglia per un breve periodo di tempo
  • Genitorialità distruttiva: si verifica quando l’inversione dei ruoli è in corso e prevede quella che Jurkovic ha definito come una “violazione dei confini intergenerazionali”.

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Parentification: quali sono le conseguenze per il bambino

Il fenomeno della parentification si verifica spesso tra genitori e figli a causa di eventi dolorosi come lutti, violenze, separazioni e malattie mentali o fisiche oppure in caso di gravi dipendenze.

I bambini vedendo che i genitori sono afflitti dalla sofferenza, si assumono il carico del loro benessere emotivo e si ritrovano già in tenera età a prendersi cura della famiglia pur non avendo gli strumenti adatti. Anche durante l’adolescenza può capitare che un ragazzo prenda il ruolo della figura genitoriale ed interrompa il suo normare percorso di crescita.

La conseguenza maggiore che investe il minore in questa situazione invertita è l’iper responsabilizzazione. Questo fenomeno può manifestarsi sia nelle relazioni con la famiglia sia nei rapporti con l’esterno.

Infatti, l’eccesso di responsabilità causa enormi difficoltà nell’interagire con i coetanei. In altri casi invece, il rapporto con il genitore, bisognoso di cure e di attenzioni, può divenire morboso ed estremamente oppressivo. Questo può includere comportamenti caratterizzati da gelosia nei confronti delle relazioni esterne.

In generale, l’inversione di ruolo rappresenta un grosso intralcio per lo sviluppo dell’autonomia e per l’individuazione del proprio sé. In particolar modo, la responsabilità ad accudire i genitori condizionerebbe l’atteggiamento di un individuo nelle relazioni future in cui continuerebbe a prendersi cura compulsivamente degli altri.

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Quando il bambino si prende cura anche dei fratelli minori

Un altro tipo di dinamica tossica consiste nel costringere o nell’aspettarsi che il proprio figlio badi ai fratelli minori. Pur non essendo riconducibile alla violenza psicologica provocata dalla parentification, dimostra a tutti gli effetti il retaggio di una situazione familiare autoritaria nociva.

Tra l’altro, in questi casi, si possono innescare anche gravi problemi e tensioni nel rapporto tra fratelli dal momento che il soggetto più grande potrebbe non voler assumersi questa responsabilità e il piccolo potrebbe non riconoscere il fratello come genitore.

La relazione è destinata a diventare distruttiva perché manca la reciprocità affettiva, i bisogni di entrambi fratelli non vengono soddisfatti da un genitore presente e affettivo, ma rimangono sospesi.

Leggi anche: Autorevole, autoritario, permissivo: come essere buoni genitori con l’aiuto della psicologia

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