Orchidea, come curarla, innaffiarla e cosa fare quando cadono i fiori

L'orchidea, uno dei fiori più eleganti e più amati, ha bisogno di cure particolari. Ecco tutto quello che c'è da sapere sulla pianta.

Cecilia Capanna
Cecilia Capanna
Appassionata di temi globali, di ambiente e di diritti umani, madre di tre figli del cui futuro sente un grande senso di responsabilità
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L’orchidea è tra i fiori più amati al mondo e forse anche il più elegante per la particolare disposizione dei suoi petali e la bellezza dei suoi colori variegati, a dispetto dell’etimologia del suo nome che viene dalla parola greca orchis, testicolo, probabilmente per via della forma del tubero di certi fiori.

Ha origini tropicali ed è un fiore preistorico: il suo polline è stato trovato intrappolato in un’ambra che risale a 85 milioni di anni fa.

Per la particolarità dei suoi fiori, che sembrano quasi voluttuosi vestiti settecenteschi in raffinati tessuti, è ormai di moda averne una pianta in casa. Ma oltre ad essere un sofisticato accessorio di arredamento è anche un’ottima idea per un regalo e viene utilizzata per le composizioni floreali delle grandi occasioni. 

Varietà delle specie di orchidea

orchidea miltonia varietà

Non esiste parte del mondo che non abbia la sua varietà autoctona di orchidea. Le specie infatti sono moltissime: piccole, medie, grandi, di colori diversi.

La più comune è la Phalaenopsis, quella che si trova anche da IKEA per intenderci, la più ricercata è invece la Vanda coerulea, conosciuta anche come Orchidea blu per il rarissimo colore dei suoi fiori, molto apprezzata dai collezionisti.

La Miltonia si mette in evidenza per la bellezza particolare dei suoi fiori e l’intensità del suo profumo. C’è poi l’Orchidea nera, che ha i fiori a forma di conchiglia e il bulbo avvolto in foglie robuste.

E ancora l’Orchidea farfalla o falena, chiamata così perchè i suoi fiori sembrano farfalle. Si usa anche colorare le orchidee per renderle, se possibile, ancora più particolari ma con il tempo ovviamente tornano al loro colore naturale.

Le quantità ottimali di luce, umidità e acqua dipendono dalle diverse varietà di questa pianta che comunque, vivendo originariamente in un clima caldo umido, alle nostre latitudini è molto delicata e per farla sopravvivere nei nostri appartamenti ha bisogno di cure particolari.

Come curare l’orchidea

orchidea come curarla in casa

È vero, l’orchidea è una pianta delicata che ha bisogno di attente cure, ma non serve avere il pollice verde per mantenerne il più a lungo possibile la fioritura e per far nascere nuovi boccioli.

Basta seguire attentamente alcuni consigli ed avere alcune accortezze, tenendo presente che comunque le Orchidaceae riescono ad adattarsi a qualsiasi ambiente, tranne i deserti e i ghiacciai.

In che periodo fioriscono le orchidee

Di norma, la fioritura della pianta di orchidee avviene prevalentemente in inverno e nel caso di alcune specie anche in primavera. Purtroppo, però, se non si conoscono i segreti per coltivarla in appartamento, finisce per sfioriree, le foglie deperiscono e sono attaccabili da diversi tipi di parassiti.

Andiamo ad elencare tutti gli elementi che giocano un ruolo importante nella cura di questa pianta meravigliosa ma delicata.

Il vaso migliore per l’orchidea

Il vaso deve essere rigorosamente trasparente perchè le radici si nutrono di luce anche loro. Inoltre, possibilmente deve avere una doppia parete per mantenere la temperatura costante.

Alle orchidee piace stare strette in un vaso che tenga bene tutte le radici. Questo perchè in natura crescono nelle spaccature delle rocce e l’errore più grave è quello di travasarle in un vaso troppo grande. 

Il terriccio ideale

Il terriccio non deve essere puro ma mischiato a pezzi di corteccia o gusci di cocco o carbone. Questo mix poroso permette alla luce di raggiungere le radici attraverso il vaso trasparente e, essendo drenante, evita che marciscano a causa del ristagno dell’acqua.

Quale concime usare

L’orchidea ha bisogno di molto nutrimento. È bene concimarla con un fertilizzante speciale, non quello comune che, troppo acido, rischierebbe di bruciare le radici.

Il concime ottimale deve essere possibilmente liquido e ricco di potassio, fosforo e azoto in proporzioni variabili a seconda della stagione: più equilibrato per la crescita primaverile ed estiva, più ricco di potassio per favorire la fioritura in autunno e inverno.

Il fertilizzante va diluito nell’acqua dell’innaffiatura. Questa operazione va fatta da marzo a settembre ogni 15 giorni e da ottobre a febbraio una volta al mese.

Nel periodo di fioritura è consigliabile sospendere il concime e diminuire l’innaffiamento.

Come innaffiare una pianta di orchidea

Partiamo col dire che la qualità e la quantità dell’acqua che utilizziamo per innaffiare le nostre orchidee sono fondamentali.

Bisogna assolutamente evitare l’acqua del rubinetto perchè il cloro, e altri elementi pesanti che contiene, possono facilmente bruciare la pianta. Dunque l’ideale è l’acqua piovana o demineralizzata e tiepida: l’acqua troppo fredda danneggia la pianta. L’acqua di risulta di un deumidificatore per ambienti o dell’asciugatrice per il bucato va benissimo.

Come si annaffiano le orchidee

Anche le tecniche di innaffiamento fanno la differenza e quella ottimale è immergere il vaso in una bacinella di acqua una volta a settimana, possibilmente di mattina ed evitando che vengano sommerse le foglie.

Il vaso deve avere uno o più buchi nel fondo per permettere all’acqua in eccesso di fuoriuscire quando lo scoleremo dopo che sarà stato immerso tra i 10 e i 30 minuti.

È importante evitare qualsiasi ristagno di acqua nel terriccio. C’è anche chi innaffia una volta a settimana con acqua sempre tiepida, piovana o demineralizzata, ma solo quando il terriccio risulta secco.

L’umidità è fondamentale

Essendo l’orchidea una pianta di origini tropicali, l’ambiente caldo-umido è l’ideale. Va considerato che l’orchidea assorbe umidità prevalentemente dall’atmosfera attraverso le foglie e gli steli che fuoriescono dal terriccio.

Ribadiamo che troppa acqua nel terriccio porta le radici a marcire, dunque la nostra orchidea andrà innaffiata solo una volta a settimana ma è bene nebulizzarla con uno spruzzino anche tutti i giorni, sempre utilizzando acqua demineralizzata.

Altra cosa che si può fare, soprattutto nelle giornate estive molto secche e calde, è posizionare un umidificatore vicino alla pianta.

La temperatura ideale per l’orchidea

Al contrario di come si possa pensare, sottoporre la pianta di orchidee ad uno sbalzo termico favorisce la formazione di nuovi steli.

Nella stagione autunnale dunque, per un periodo di due settimane è bene spostare all’esterno il vaso di orchidee nelle ore calde della giornata e riposizionarlo all’interno quando viene sera. Una volta al suo posto all’interno della casa, la pianta non deve essere vicina a termosifoni o a fonti di calore.

Quando invece le temperature salgono e superano i 30 gradi, deve essere messa in un luogo fresco e non essere esposta alla luce diretta del sole. Le orchidee possono sopportare una temperatura minima di 4 gradi e non amano le correnti d’aria dirette.

Di quanta luce ha bisogno un’orchidea

Le orchidee hanno bisogno di molta luce ma se troppo diretta rischiano di bruciarsi. L’autunno è la stagione ottimale per far rifiorire le orchidee, perchè l’irraggiamento solare non è forte e le foglie non si bruciano: i raggi autunnali hanno la quantità di luce perfetta. In questa stagione si può mettere il vaso alla luce del sole anche all’esterno.

In estate è altamente sconsigliato esporre la pianta ai raggi diretti del sole. L’ideale è mettere le orchidee vicino a una finestra con una tenda leggera che irradi la luce senza farle colpire direttamente la pianta.

Per capire se la luce cui esponiamo la nostra pianta è giusta o sbagliata, bisogna tenere d’occhio le foglie. Quando l’irraggiamento sarà eccessivo le foglie tenderanno a cambiare colore tendendo al giallo o a ricoprirsi di macchioline. Quando invece le foglie tenderanno a scurirsi, questo significa che la luce non è sufficiente. 

Come potare e pulire la pianta di orchidea

terriccio orchidee

La potatura dell’orchidea è necessaria per far riprendere la fioritura. Con forbici o cesoie bisogna tagliare lo stelo un centimetro sopra il nodo che si viene a formare lungo lo stesso. Bisogna sempre potare una volta caduti i fiori alla base dello stelo quando diventa marrone.

Altra cosa importante da fare è la pulizia delle foglie, con un panno imbevuto di acqua distillata con gocce di limone o aceto e strizzato, o con un batuffolo di cotone imbevuto di acqua e latte. Pulire le foglie con acqua e aceto o con acqua e alcol alimentare è assolutamente necessario soprattutto nel caso la pianta sia attaccata da parassiti.

Kit per travasare orchidea.

Concime orchidea.

Leggi anche: Rosa nera significato e curiosità, tra sogni e esoterismo

Possibili malattie delle orchidee

Nel caso la nostra orchidea sfortunatamente abbia contratto qualsiasi malattia, è necessario disinfettare bene le cesoie quando le utilizziamo, per non propagare il morbo. Le malattie più frequenti sono:

Funghi – Si tratta di macchie scure sulle foglie, le parti infette vanno eliminate e poi si applica un funghicida.

Macchia batterica – Questo tipo di malattia attacca le foglie più vecchie che scoloriscono e diventano gialle, talvota eliminando del liquido. Anche in questo caso si deve eliminare la parte infetta.

Come curare le orchidee quando cadono i fiori?

Una volta che cadono i fiori, per riavviare la fioritura della nostra orchidea, oltre e potarla e a sottoporla agli sbalzi di temperatura in autunno, basterà cambiare la terra, a patto che le radici non siano marce.

In alcuni casi, quando gli steli sono aumentati in abbondanza, tanto quanto le radici, occorrerà cambiare il vaso ma attenzione, come abbiamo detto l’orchidea ama stare stretta e un vaso troppo grande potrebbe esserle dannoso.

Come moltiplicare la pianta d’orchidea

La moltiplicazione delle orchidee può avvenire attraverso tre metodi differenti:

Semi – Per avere una nuova orchidea basta imparare dalla natura e seminarla. Con le dovute cure, e un po’ di pazienza i semi germoglieranno.

Talee – Per ottenere più facilmente la moltiplicazione delle orchidee il metodo più indicato è quello per via vegetativa, cioè attraverso una talea. Basta prelevare i polloni, o keiki, dalla nostra pianta per ottenere piante identiche alla “madre”.

Da tenere presente che le orchidee non amano essere disturbate troppo spesso e che dallo stesso pseudobulbo si formano solo due germogli all’anno.

Per meristema  – Questo tipo di moltiplicazione è piuttosto complicato e può avvenire solo in laboratorio.

L’operazione consiste nel prelevare alcune cellule neutre dalla pianta, dette appunto meristematiche, che hanno una grandissima capacità di moltiplicarsi e che, una volta messe in vitro in assenza della pianta, svilupperanno autonomamente tutte le parti di essa. 

Come riportare in vita un’orchidea 

Quando tutto sembra perduto e la nostra pianta di orchidea ha tutta l’aria di essere morta, possiamo ancora fare due cose.

Innanzi tutto dobbiamo togliere la radice dal terriccio e pulirla da tutte le parti secche e gialle. A questo punto, possiamo procedere alla “rianimazione” in due modi:

  • Dobbiamo creare una mini-serra riempiendo una scatoletta di plastica trasparente con argilla espansa e sfagno inumiditi in cui inserire la radice.

La mini serra va tenuta in un luogo molto luminoso, meglio se non colpita dalla luce diretta, a una temperatura tra i 21 e i 27 gradi centigradi. Il suo contenuto va inumidito spesso.

In due settimane la radice dovrebbe germogliare, a quel punto può essere trasferita in un vaso piccolo trasparente con del terriccio e curata come abbiamo descritto più sopra.

  • Il secondno tentativo che si può fare consiste nel rivitalizzare la pianta immergendone le radici in acqua per due ore, dopo aver eliminato le foglie secche.

L’unica accortezza importante è quella di tenere le foglie fuori dall’acqua.

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