Orbiting e Ghosting: relazioni che si ammalano sul web

Tonia Samela
Tonia Samela
Tonia Samela, nata a Potenza nel 1994. Psicologa Clinica e Dottoranda di Psicopatologia del Comportamento, attualmente conduce la sua attività di ricerca a Roma. È attiva nella promozione della salute e nella divulgazione scientifica del sapere psicologico.
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Se fino a qualche anno fa tutto era dato come una solida costruzione, ai nostri giorni domina invece l’idea che ogni aspetto della vita possa venir rimodellato. Zygmunt Bauman, noto sociologo contemporaneo, ha focalizzato i suoi studi sui cambiamenti della società occidentale nel passaggio dalla modernità alla post-modernità. Egli paragona questi due concetti rispettivamente allo stato solido e liquido della della materia. Nulla attualmente ha contorni nitidi e fissati una volta per tutte. Questa liquidità dei confini, dei valori e delle condizioni umane può avere risvolti interessanti dal punto di vista della dinamicità, perché ci spinge a pensare che nulla sia predefinito e che tutti possiamo avere infinite possibilità. L’altra faccia della medaglia consiste però nella precarietà. Tutti gli aspetti dell’umano contemporaneo sono investiti di insicurezza nei confronti del futuro, anche le relazioni interpersonali. L’essere umano immerso nella post-modernità liquida cerca un amore liquido, ovvero delle relazioni dallo stato mutevole e instabile. Il risultato è che gli uomini e le donne possono trovarsi a provare spesso un senso di disperazione, perché abbandonati a sé stessi. In preda a questa contraddizione, ci ritroviamo a essere alla ricerca continua della sicurezza dell’aggregazione, per cui sentiamo il bisogno martellante di instaurare dei rapporti. Allo stesso tempo, però, temiamo di restare impigliati in relazioni stabili, per non dire definitive, perché pensiamo che possano comportare doveri e tensioni che non crediamo di essere pronti a sopportare. Un’altra grande svolta nel modo di intendere le relazioni è scaturita direttamente dall’utilizzo diffuso dei social network. Attraverso la rete, le persone sono oggi in grado di avere accesso a un’infinita quantità di dati. Questo ci permette di avere contatti virtuali con individui che altrimenti non avremmo mai avuto modo di conoscere. Sono nate delle differenze epocali nel modo di instaurare e mantenere le relazioni interpersonali rispetto al passato, tuttavia non tutti questi nuovi modi possono essere considerati funzionali e sani. Sia chiaro: i fenomeni relazionali disfunzionali sono sempre esistiti, tuttavia la loro diffusione sembra essere sempre più capillare a causa dell’espansione delle modalità di comunicazione digitale e della risonanza enorme che oggi qualsiasi evento sembra avere, anche eventi che prima probabilmente sarebbero rimasti privati. Tra i modi disfunzionali di intrattenere relazioni sociali tramite canali digitali troviamo il ghosting e l’orbiting. Questi due termini possono essere tutti racchiusi in una unica definizione: si tratta di una modalità di violenza psicologica esercitata deliberatamente sulle persone con cui si è stati in relazione attraverso la rete. Leggi anche: Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio: salvare una vita è possibile

Ghosting e orbiting, quando il partner diventa un fantasma

Esistono ancora pochi dati su questi fenomeni, tuttavia sembrerebbe una tendenza maggiormente diffusa nel sesso maschile tra i 18 e i 33 anni, anche se esistono dati che rilevano il fenomeno anche nella popolazione femminile. È chiamato ghosting il fenomeno per cui uno dei partner scompare dalla relazione senza che ci sia stato alcun evento scatenante. Semplicemente, la persona sparisce nel nulla come un fantasma, smette di rispondere a chiamate, messaggi, email. Il comportamento tipico di chi fa ghosting è quello per cui dopo aver conquistato, sedotto, frequentato brevemente e aver fatto credere al/alla partner di essere la persona della vita, all’improvviso scompare, ma non solo. Prima di sparire, infatti, la persona in questione cancella l’altra da tutti i canali social, bloccando le chat e le chiamate. Una spiegazione plausibile rispetto a questo fenomeno è quella per cui la relazione che si instaura tra queste due persone sia estremamente asimmetrica: da un lato c’è una persona che vuole affermare la propria capacità di attrarre agli altri a sé, dall’altra parte invece c’è una persona che viene resa ingenua dal suo stesso bisogno impellente di avere una relazione sentimentale. L’orbiting è quel fenomeno per cui le persone rimangono ‘nell’orbita’ di altre, senza mai avvicinarsi chiaramente. La persona che fa orbiting continua a controllare le mosse e la vita del/della ex partner da lontano, spesso nascondendosi dietro falsi profili social, attraverso la verifica dello stato sulle varie chat, leggendo tutti i commenti che la vittima lascia agli amici comuni, senza tuttavia mai palesarsi in modo diretto. Il senso di controllo che proviene dal fare orbiting può essere considerato come un modo di gestire la relazione ‘a distanza’, rimanendo attaccati alla persona, senza però dargli/le la possibilità di svincolarsi. Leggi anche: Cos’è la resilienza, la capacità di ricominciare

Un nuovo modo di affermare il proprio potere sull’altro

È abbastanza evidente che le persone che mettono in atto tali comportamenti presentino dei tratti di personalità narcisistici. Questi tratti si manifestano attraverso un egocentrismo patologico che domina la relazione. La persona sembra ricercare continuamente l’ammirazione da parte degli altri in modo che possa essere affermato un senso di forza, onnipotenza, fascino e potere. L’atteggiamento più tipico è inoltre la non assunzione di responsabilità all’interno della relazione. Nel momento in cui la relazione tra le due persone inizia ad assumere connotati più solidi, la fuga sembra la soluzione più rapida e indolore dal punto di vista dell’abusante, noncurante del vissuto dell’altra persona, la vittima, che inevitabilmente sarà coinvolta in una spirale di pensieri autosvalutanti e autodistruttivi. Occorre precisare tuttavia che queste condotte disfunzionali sono sempre state parte integrante di una certa percentuale di popolazione umana, semplicemente i social network danno maggiori possibilità a queste persone di adescarne di altre. È importante allora fare attenzione e considerare sempre l’idea per cui il dispositivo elettronico può rappresentare una sorta di mondo parallelo rispetto alla realtà. All’interno di questo mondo parallelo tuttavia, dobbiamo sforzarci di far valere le stesse regole di rispetto e limpidezza del mondo reale. È chiaro inoltre che le persone possono essere vittime di fenomeni del genere anche a causa di transitorie fragilità che hanno trovato questo canale per rendersi evidenti, ma che sono segno di un disagio relazionale generalizzato. In quel caso, ripensare alla nostra idea di relazioni è possibile tramite il sostegno psicologico. Leggi anche: Andare dallo psicologo è ancora un tabù: 5 miti da sfatare di Tonia Samela

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