Nascono i locali per pensare: niente musica e confusione, solo scambio di idee

Valentina Cuppone
Valentina Cuppone
Valentina Cuppone, classe 1982. Caporedattore de Il Digitale. Formazione umanistica, una laurea in Lettere Moderne e una specializzazione in Comunicazione della cultura e dello spettacolo all’Università di Catania. Curiosa e appassionata di ogni cosa d’arte, si nutre di libri, mostre e spettacoli. Affascinata dal mondo della comunicazione web, il suo nuovo orizzonte di ricerca è l''innovazione.
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Rumore, fretta, tempo che non basta mai. Sembrano essere le caratteristiche di questa nostra frenetica società. Un’epoca in cui troppo spesso ci dimentichiamo d’incontrare e parlare con le persone, in cui abbiamo poco tempo per pensare, riflettere, con dovuta lentezza, cercando di comunicare idee e creare dibatti, dialogando con noi stessi e con gli altri. Forse non ci bastano più solo i like sui social, stories e foto condivise. Nel 2014 nasce in Umbria l’Officina delle Scritture e dei Linguaggi di Perugina, un’associazione culturale no profit, riferimento per l’insegnamento e la sperimentazione di linguaggi e scritture. Una comunità nata con lo scopo di migliorare, affinare e approfondire la capacità di comunicare. Da loro nasce l’idea di creare una community, sfruttando le opportunità offerte dalla rete, per riunire tutti quei locali sparsi per l’Italia dove è possibile ascoltare un po’ di silenzio. Sì, sano silenzio. Lontano dagli assordanti volumi di musica e dai maxi schermi tanto invadenti quanto giganti, c’è chi cerca luoghi dove poter parlare senza urlare, dove poter sfogliare un libro, dove poter godere di uno scambio di opinioni con gli altri. Posti dove poter pensare. Spazi dove dimenticare per qualche ora di essere sempre di corsa e di essere circondato da qualsiasi cosa che parla al posto nostro. Leggi anche: Non sentirti in colpa se non hai mai letto la Recherche di Proust, ci pensano gli audiolibri

Come i caffè letterari dei secoli scorsi

Circoli d’intellettuali dove si incontravano i grandi pensatori, quelli che con le loro idee hanno fatto la storia, quelli che hanno fondato quotidiani, che hanno insegnato al mondo cosa significasse la circolazione del pensiero e come creare quel fondamentale elemento democratico che è l’opinione pubblica. Luoghi d’incontro dove discutere, proporre dibattiti, incontrare gente, ispirarsi, creare, inventare. Locali per pensare. La tradizione in Italia, come altrove, è lunga e importate, ma forse oggi un po’ dimenticata. Ma c’è chi sta pensando di risvegliarla. E così nel 2019 abbiamo chi ci invita, attraverso la pagina Facebook “Locali per pensare”, a segnalare quei ristoranti, bar e altri luoghi di ritrovo dove torna a essere possibile parlare con gli altri senza perdere dopo la voce o semplicemente restare solo, in silenzio con i propri pensieri. Leggi anche: Chiuso Bar San Callisto, istituzione trasteverina: la protesta parte dai social

Il decalogo dei locali per pensare

Una rete di luoghi pubblici e di aggregazione dove incontrarsi, leggere, promuovere iniziative, sperimentare pensieri.
Esistono ancora? Si sta cercando di trovarli, lungo lo stivale, con l’aiuto di tutti gli italiani sparsi per le varie regioni. Sul social più famoso del mondo, l’invito dell’associazione è quello di stanarli, segnalarli e creare una rete che possa servire da vademecum per chi cerca luoghi con particolari caratteristiche. Quali? Niente musica ad alto volume, no ai maxi schermi e video invadenti. Sì agli spazi per socializzare, a locali che siano in sintonia con il territorio circostante, se ci sono menù, che propongano prodotti stagionali e di filiera corta. Un’atmosfera avvolgente e meditativa, magari fra un’esposizione di libri, opere d’arte e oggetti che stimolino il pensiero. Oppure ospitando eventi culturali fra sorrisi e gentilezza, che riempiono l’anima.
In poco tempo la pagina dell’associazione ha raggiunto poco più di 3.000 like. Evidentemente è ancora molto gradita la possibilità di poter trovare in giro, tra le vie della città, un posto dove poter respirare un’atmosfera rilassante, fatta di cultura, di chiacchierate, di riflessioni e soprattutto di silenzio.
di Valentina Cuppone
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