Mascarpone e tiramisù, quel binomio perfetto che diventa business

Dal Tiramisù World Cup alle sfiziose coppette monodose, passato e futuro del tiramisù più premiato al mondo. Dilettamisù raccontato dal presidente e cofounder Diego Creazzo.

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Chi spicca nel panorama food italiano? Approdiamo in Veneto e troviamo la startup Dilettamisù, abbiamo già raccontato la sua storia, ma per chi se la fosse persa ricordiamo che la D&D è una realtà aziendale nata nel cuore di Treviso da coincidenze iper fortunate: nel 2018 una giovane soprano, Diletta Scandiuzzi, partecipò a un’affollatissima edizione del Tiramisù World Cup, non fu difficile per lei spiccare tra i 650 candidati da tutta Italia, la giuria gradiva molto le elaborazioni del suo tiramisù che risultava gustoso, leggero e originale. Arrivò in finalissima e poi al podio, ma la vera vittoria per Diletta fu l’incontro con un manager molto conosciuto nel settore food e in ambito economico finanziario e affermato nel settore food, Diego Creazzo. Accanto a Diego quel tiramisù tanto gradito al cospetto della giuria del Tiramisù World Cup, destinato persino a conquistare il palato del presidente della Regione Veneto Luca Zaia in occasione del recente evento del Caseus Veneti 2020, fece in fretta a confezionarsi in coppette monoporzione da destinare a ristoranti e pasticcerie, era difatti la ciliegina sulla torta per un menu davvero perfetto.

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Il tiramisù campione del mondo diventa brand con Dilettamisù

Cosa ha destinato al successo la D&D per un prodotto già così tanto in voga come il tiramisù? Gli studi tecnici particolarmente approfonditi sulla crema al mascarpone e l’aver creato un prodotto che, pur contenendo un formaggio grasso, non rilascia siero nella fase di disgelo sono stati elementi di grande innovazione capaci di farsi notare in ambito gastronomico, perché qualsiasi produttore di crema, dolce o salata, è consapevole che congelarla non è un problema, ma che sgelandola “impazzisce”, diventa molle o forma grumi perché la parte grassa del formaggio è un ricettore d’acqua e dal momento che dallo stato cristallino torna allo stato liquido cambia le caratteristiche del prodotto. La D&D ha ovviato il problema, ideando una modalità di portare il prodotto dallo stato di gelo allo stato di temperatura ambiente senza che questo risenta di alcuno stravolgimento tecnico e organolettico. Sostanzialmente il tiramisù firmato D&D mantiene inalterate le caratteristiche di lavorabilità ritornando allo stato naturale come era prima di essere congelato. Questa innovazione ha permesso l’iscrizione all’albo speciale delle startup innovative che il MISE sostiene e sovvenziona. Nasce così il fortunato brand Dilettamisù che fa la differenza nella lavorazione del mascarpone.

Tiramisù e business, l’intervista a Diego Creazzo

Il cofounder della D&D, Diego Creazzo intervistato da ildigitale.it.

Oltre il tiramisù, che sorprese riserva la D&D?

Abbiamo ideato una linea di creme secondo le ricettazioni della campionessa Diletta Scandiuzzi che hanno come comune denominatore il fatto di essere tutte a base di mascarpone, ma in varie declinazioni di gusto. A livello commerciale siamo sul mercato sia con le confezioni di tiramisù classico, ma anche con prodotti in kit per poter dare al nostro cliente finale una varietà di sapori all’interno della stessa confezione. Pertanto il ristorante che oggi voglia avere una confezione di nostri prodotti, riceve le creme – che hanno tutte la stessa lavorabilità e temperature, con sapori diversi – e con tale assortimento è in grado di fornire ai tavoli una serie di varianti. La durata di queste creme, finché sono congelate, è di circa un anno. Una volta decongelate hanno una vita media che può andare dai 6 ai 10 giorni. 

Come sarà finanziato lo sviluppo della D&D?

Attraverso il lancio di due operazioni di crowfounding mirate, ossia ricerca di capitali non a debito ma di partecipazione. La prima si sostanzia in una sensibilizzazione del mercato e ulteriore conoscenza del marchio da parte dei nostri clienti già in essere, concentrata fondamentalmente alla copertura del piano di sviluppo della prima parte articolata in un biennio con l’allocazione dei corner. Una seconda operazione invece avrà come obiettivo lo sviluppo capillare dei punti vendita diretti e la realizzazione del nuovo impianto di produzione in Veneto. 

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Il tiramisù ha un futuro con la D&D

Dilettamisù, quali consumatori coinvolge?

Il progetto era nato inizialmente come prodotto HoReCa, destinato al settore hotellerie, ristorazione e catering, ma nel momento in cui sono insorte le tematiche del Covid che ci avevano precluso il mercato con le chiusure dei locali, abbiamo rivisitato il tutto come proposta per la media distribuzione con appositi corner. Ciò dimostra la versatilità del prodotto, che proprio per come si presenta, per la modalità di conservazione, per le caratteristiche tecniche e di confezione, è multitasking e non crea sprechi, consente a tutti di avere dei costi certi in base al consumo, non ha resti perché non si butta via niente. E’ un semilavorato dal quale si possono ottenere prodotti finiti, ma è anche utilizzabile alla bisogna. Viene proposto al mercato in sac-á-poche, vasetti di vetro o plastica, contenitori in materiale bio: le confezioni cambiano in funzione dell’utente e del canale di vendita. Per quanto riguarda la ristorazione abbiamo due tipi di pesi e confezioni: da 1000 gr e 500 gr. Come proposta ultima al pubblico e la vendita al consumatore finale, abbiamo puntato tutto sulle monoporzioni sigillate con pezzature da un minimo di 80 gr. fino a 150 gr.

Quali corner ospiteranno i vostri tiramisù?

L’obiettivo è, nell’arco dei prossimi 3 anni, di avere 250 corner operativi sul mercato della media distribuzione, con un raddoppio entro il quinquennio. Quindi non solamente degli armadi frigo, ma dei corner veri e propri, con uno spazio con desk, poltroncine per l’accoglienza, allestimento di un luogo fisico brandizzato che evidenzi il prodotto e la cultura che ci sta dietro. E dove, a intervalli precisi, ci sono promoter che incontrano direttamente i clienti per spiegare il prodotto e far vedere dal vivo come si sviluppa il concetto del dolce smontato, come si fa ad utilizzare la crema e le parti secche per la realizzazione di un prodotto finito. In quest’ottica puntiamo a gastronomie, pasticcerie, negozi specializzati di food e a quelle reti di negozi che fanno capo a un brand cappello e sono strutturate come cooperative. 

Quale futuro per Dilettamisù?

Innanzitutto le basi della startup innovativa sono estremamente sicure in quanto soggetto non fallibile per legge e assistito al 100% nell’abito delle proprie iniziative dallo Stato e dal mediocredito centrale. Ogni operazione di apporto di capitale da parte di terzi consente la fiscalizzazione del 50% della quota dell’investimento. È una normativa scarsamente conosciuta quella del sistema internazionale del crowdfunding, ma è una strada percorribile e senza insidie e nell’immediato futuro procederemo così per poi aprirci verso nuovi orizzonti. Un modello che funziona, insomma, questo del business della crema: da una parte la bravura di una professionista e la bontà del prodotto delle sue mani, dall’altra l’abilità e l’ingegno di un businessman e i canali giusti per commercializzarlo. L’unione fa la forza, dice l’antico proverbio, ed è vero: la somma di intenti è un raddoppio di capacità e opportunità. Ed è altrettanto vero che vi sono sodalizi che, come gli impasti di alcuni ingredienti, si combinano naturalmente e in modo ottimale. Esattamente come il tiramisù. Del resto lo spiegava bene anche Goethe ne “Le affinità elettive”: c’è una chimica negli elementi, così come negli individui, che lega bene e meglio di altri. L’incontro e la combinazione di questi, fa in modo che  il risultato sia naturalmente favorito. E favorevole. 

Luca Zaia, Presidente della Regione Veneto al fianco di Diego Creazzo e Diletta Scandiuzzi di Dilettamisù al Caseus Veneti 2020.

Leggi anche: Tiramisù, perché è il dolce più amato dagli italiani?

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