Energia solare del Sahara, una nuova sfida verso la decarbonizzazione del vecchio continente

Un cavo sottomarino lungo 1373 km per illuminare l'Europa: ecco il progetto GRECY Interconnection

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Una farm solare grande come il deserto: l’energia solare del Sahara rifornirà l’Europa tramite un progetto grandioso che si basa su cavi sottomarini di enorme portata.

Nel nord dell’Egitto si sviluppa il cantiere che sarà in grado di portare nel vecchio continente oltre 3.000 MW di elettricità da spendere per il fabbisogno degli abitanti e dell’industria pesante.

Il progetto

1373 chilometri di cavi sottomarini congiungeranno la culla della civiltà, in Africa, con la vecchia signora dell’occidente, la Grecia, grazie al progetto del greco Copelouzos Group, supportato dal governo egiziano nella spinta ad accelerare i tempi di realizzazione.

L’energia solare del Sahara potrebbe arrivare direttamente a casa nostra entro la fine di questo decennio, secondo le più rosee aspettative dei sostenitori dell’impresa.

Uno stratagemma per risparmiare energia e ridurre i consumi di combustibile fossile, certo, ma anche per aggirare il problema dei rifornimenti di gas naturale dalla Russia, come sottolinea il direttore esecutivo del gruppo, Ioannis Karydas, che assicura:

“L’energia pulita che trasporteremo sarà di gran lunga più economica rispetto ai prezzi di quella che si compra oggi, per aiutare i consumatori della Grecia, in un primo momento, e di tutta Europa poi”.

Leggi anche: Pannelli fotovoltaici obbligatori entro il 2030: lo stabilisce l’UE

Un investimento da capogiro

Portare l’energia solare del Sahara in Europa non sarà uno scherzo, visto che le stime del progetto “GREGY Interconnection” si aggirano sui 3,5 miliardi di euro, ma l’idea è quella di un collegamento diretto sottomarino tra la località del Wadi-El-Natroon, Sidi Barrani, nell’est dell’Egitto, e l’Attica, in Grecia.

Grazie alla colletta di energia solare prodotta in una solar farm dedicata, che raccoglierà anche altri rifornimenti provenienti da alcuni stati africani limitrofi, sarà possibile distribuire alle reti della Grecia, della Bulgaria e anche dell’Italia una grande quantità di corrente elettrica, per soddisfare i bisogni di intere città.

Più di un terzo del totale dei watt prodotti saranno spesi per alimentare le industrie greche, un terzo verrà destinato alle altre nazioni europee e il restante sarà utilizzato per produrre idrogeno, a sua volta esportabile come combustibile pulito dalla Grecia.

GREGY Interconnection è stato categorizzato come un Progetto di Comune Interesse (PCI) dall’Unione Europea, che supporterà la creazione del parco solare ed eolico per la produzione di energia solare del Sahara.

Una parte del progetto, infatti, è destinato all’intercettazione dei venti egiziani che si formano tra le rive del Nilo e il canale di Suez, fornendo un ulteriore quantitativo di energia pulita.

Leggi anche: The Line, 170 km di città lineare e senza inquinamento

Le autostrade dell’energia per un mondo migliore

La creazione di autostrade energetiche nel bacino del mediterraneo per il trasporto e la distribuzione di energia pulita ridisegna la geografia di dipendenza tra stati e continenti, avvicinandoli nell’intento di superare l’attuale crisi del gas e nello sforzo di lottare insieme contro i cambiamenti climatici.

Alla base del progetto per portare l’energia solare del Sahara in Europa, infatti, c’è l’intenzione di creare e promuovere una serie di benefici economici per entrambe le parti: la concretizzazione di un mercato stabile e reciproco, l’innalzamento della sicurezza nella catena di approvvigionamento, la creazione di nuovi posti di lavoro, il raggiungimento di un nuovo benessere socio-economico.

Un progetto del tutto analogo, lo Xlinks Morocco-UK Power Project, ma con un cavo da 3800 km, prevede il trasferimento della produzione di energia elettrica da solare ed eolico del Nord Africa fino in Inghilterra.

A pieno regime sarebbe in grado di rendere energeticamente autosufficienti oltre 7 milioni di case nel Regno Unito, con i suoi 3600 MW, equivalenti all’8% di tutto il fabbisogno inglese di energia.

Leggi anche: Centrale solare orbitale, l’energia elettrica arriva direttamente dallo spazio

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