Centrale solare orbitale, l’energia elettrica arriva direttamente dallo spazio

I progetti per realizzare la prima centrale solare orbitale si susseguono in una nuova competizione per lo spazio e per l'ecologia.

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Siamo sulla centrale solare orbitale numero 5, dove un potente potente Emissore di Raggi raccoglie e invia sulla Terra l’energia necessaria ad alimentarla… Così nel suo Essere Razionale Asimov immaginava il futuro della terra, governato e sorvegliato dall’alto, per garantire a tutti luce ed elettricità ricavati dalla radiazione solare.

Oggi questo racconto potrebbe diventare realtà con i progetti portati avanti da team internazionali che studiano come poter realizzare una centrale solare orbitale alimentando la Terra ed eliminando il problema delle emissioni di anidride carbonica una volta per tutte.

Cos’è una centrale solare orbitale

Vagheggiata già negli anni Venti dal Russo Konstantin Tsiolkovsky, ipotizzata concretamente sin dagli anni Settanta, la centrale solare orbitale si configurerebbe come una stazione spaziale in grado di raccogliere l’energia solare direttamente nello spazio per poi direzionarla e quindi sfruttarla sulla Terra.

I vantaggi di una simile tipologia di struttura sono molteplici: prima di tutto, non essendoci nel vuoto precipitazioni di alcun tipo, la centrale spaziale orbitale potrebbe lavorare indefessamente tutto l’anno, ventiquattrore su ventiquattro, senza soluzione di continuità.

La mancanza di atmosfera e della conseguente riflessione solare, poi, farebbe in modo di aumentare esponenzialmente l’irraggiamento dei pannelli fotovoltaici di cui sarebbe costituita, ottenendo quindi prestazione più elevate ed efficienti.

Perché non esiste ancora una centrale solare orbitale?

Centrale solare orbitale_progetti

Per il momento il problema più grande di realizzazione di una centrale solare orbitale è stato quello del costo delle infrastrutture necessarie per la messa in orbita, ma gli scienziati di tutto il mondo sono al lavoro in una nuova corsa allo spazio caratterizzata, questa volta, da un fine comunitario di grandissima importanza: arrestare i cambiamenti climatici, abbandonare definitivamente i combustibili fossili, rendere il nostro pianeta abitabile ed ecosostenibile.

Un altro problema a cui si cerca ancora dare una risposta è il metodo di trasmissione dell’energia, senza dispersioni e, soprattutto, senza pericoli.

Cina, emissioni zero entro il 2060

Partiamo dalla prorompente Cina, leader del settore delle rinnovabili, su cui vengono investiti capitali enormi e che smercia in tutto il mondo la stragrande maggioranza di pannelli fotovoltaici in circolazione.

Il presidente Xi Jinping ha lanciato la sfida del raggiungimento della decarbonizzazione entro il 2060 grazie anche a una centrale solare orbitale che potrebbe iniziare a produrre energia già dal 2030.

Una vera e propria stazione solare che si avvale di una tecnologia innovativa, in grado di inviare sulla Terra l’energia solare accumulata grazie a un fascio di microonde.

Il progetto che stima di poter produrre una potenza iniziale di 1megawatt, da portare entro il 2049 a 1 gigawatt, prenderà avvio già alla fine di quest’anno, nel distretto di Bishan dove saranno effettuati i primi test.

Leggi anche: Il fotovoltaico conquista il cielo: al via la rivoluzionaria sperimentazione dei pannelli solari stratosferici

L’America risponde con un progetto del Pentagono

Centrale solare orbitale_progetti

Anche in America ferve l’industria tecnologica e in questo caso molto creativa per approntare al più presto la prima centrale solare orbitale.

Il Pentagono ha recentemente lanciato in orbita una serie di pannelli solari geostazionari collegati tra di loro, in grado di trasferire sulla Terra una piccola quantità di energia solare.

Ha visto così la luce il PRAM, il Photovoltaic Radiofrequency Antenna Module, un drone che gira intorno al pianeta e che riceve ed invia potenza elettrica tramite un complesso sistema di radiofrequenze.

Riciclare nello spazio

Per far fronte agli enormi costi di realizzazione della centrale solare orbitale, i ricercatori della California Institute of Technology ha avanzato l’ipotesi di reperire i materiali direttamente nello spazio, prevedendo un assemblaggio direttamente “in situ”.

La nostra Terra è attorniata da una miriade di satelliti, molti dei quali in disuso, che potrebbero fornire la materia prima per la centrale solare orbitale, a costi molto meno onerosi rispetto a quelli da dover sostenere per lanciare infrastrutture colossali nello spazio dal pianeta.

Oppure, ancora, con la stampa 3D si potrebbe costruire a distanza, senza dover lanciare in orbita tutto l’apparato, come ha proposto l’Università di Liverpool, che progetta di stampare vele fotovoltaiche costituite da celle solari direttamente in orbita.

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