L’Australia va a fuoco: il fumo arriva fino alle coste di Cile e Argentina

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Una serie di fattori ambientali e non ha innescato quello che potrebbe essere l’incendio più distruttivo della storia dell’Australia. L’entità della devastazione è tale che il fumo del fuoco ha raggiunto le coste del Cile e dell’Argentina, a 12.000 km di distanza. Da una parte il 2019 è stato uno degli anni più caldi di sempre nello stato insulare, che a metà dicembre ha registrato il giorno con la temperatura più alta. A questo si è aggiunto il Niño indiano, un fenomeno meteorologico che ha generato una stagione più arida del solito, coadiuvato dai venti antartici portatori di aria secca. Dall’altra parte nelle ultime ore sono state arrestate oltre 180 persone, di cui circa quaranta minorenni, colpevoli di aver appiccato fuoco agli arbusti volontariamente o incidentalmente, nonostante i rigorosissimi divieti di accendere braci anche solo per uso domestico.

Decine di milioni di danni, l’Australia in ginocchio

Il risultato è una miscela a dir poco esplosiva, che ha provocato un vero e proprio disastro ambientale: da settembre 2019 a oggi sono bruciati oltre 10 milioni di ettari di boschi, sono morte 25 persone, 1.400 abitazioni sono svanite in cenere e milioni di animali hanno perso la vita, sorpresi dalle fiamme alte fino ai 20 metri. Si stima che siano circa 8mila i koala, l’orsetto icona australiano, a essere stati carbonizzati. E il dato potrebbe aggravarsi, di giorno in giorno. Leggi anche: 2019: i 10 momenti che resteranno nella storia

Una nuova e tragica era geologica, il Pyrocene

In poco più di sei mesi il fuoco ha distrutto prima l’Amazzonia, poi la steppa siberiana, ora l’Australia. Secondo Steve Pyne, docente all’Arizona University ed esperto di storia del fuoco, stiamo entrando in una nuova era geologica, il Pyrocene:

Abbiamo creato un’epoca equivalente alle ere glaciali, ma sul fronte opposto. Anche se dovessimo smettere oggi, per qualche strano miracolo, di bruciare combustibili fossili, i gas serra resteranno ancora per molto tempo nell’atmosfera e gli effetti sul clima saranno persistenti.

Leggi anche: “Voglio che tutti i media vedano questo”, la Foresta Amazzonica brucia. Ecco come possiamo salvarla

La situazione attuale, tra roghi e interventi

Nonostante la pioggia che negli ultimi giorni ha abbassato le temperature, il rischio che i due incendi maggiori in atto nel Nuovo Galles del Sud, la regione di Sidney, possano confluire in un unico, gigantesco rogo, è altissimo. Gli incendi sembrano inesauribili, anche perché il calore sprigionato è in grado di generare a sua volta tempeste di fulmini e uragani di fuoco. Da ogni parte del mondo arrivano tramite le campagne social e le iniziative sovranazionali aiuti e sostegni per evitare che la situazione precipiti ulteriormente. Militari, volontari e semplici cittadini sono impegnati 24 ore su 24 a spegnere i focolai, tentando di arrestare l’avanzata delle fiamme con spray, buche e barriere tagliafuoco. Le aree più interessate hanno subito l’incenerimento dei centri urbani e blackout, i cittadini scappano, gli animali cercano rifugio dove possono, la macchina dei firemen non si ferma mai. Ma i danni ammontano già a cifre vertiginose: il Consiglio delle assicurazioni australiano ha indicato una cifra approssimativa di 430 milioni di euro, destinata a lievitare nei prossimi giorni.

Non si possono più ignorare i cambiamenti climatici

Sul fronte politico, poi, il primo ministro Scott Morrison, reo di aver abbandonato il paese nel momento di massima crisi per le sue vacanze alle Hawaii, è stato aspramente contestato per non aver fatto abbastanza contro l’emergenza. Avrebbe di fatto dichiarato che il suo governo non ha intenzione di rafforzare le politiche ecologiche contro i cambiamenti climatici. Il futuro dell’Australia non riserva, secondo gli scienziati, rosee aspettative. Se le condizioni climatiche globali non dovessero migliorare nei prossimi decenni, gli incendi diventeranno sempre più frequenti e ingestibili. Pyne li ha definiti Forever Fires, perché sembrano inesauribili e, soprattutto, non affrontabili:

L’Australia è da sempre terra d’incendi, ma gli ultimi vent’anni sembrano diversi. Gli incendi devastanti sono più frequenti, più dirompenti e più dannosi. Quelli del Black Saturday, che uccisero 173 persone, colpirono con la forza di un attacco terroristico e sembrarono mettere in discussione le basi stesse della sopravvivenza di una società umana in una terra capace di tale furia. I Forever Fires ripropongono questa domanda.

E se è vero per l’Australia, non bisogna dimenticare che tutto l’ecosistema mondiale è a rischio. Leggi anche: “È fondamentale risolvere il problema dei cambiamenti climatici”, la lettera degli scienziati alle Istituzioni di Enrica Vigliano

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Enrica Vigliano
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Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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