La gobba da tablet minaccia le nuove generazioni digitali

Enrica Vigliano
Enrica Vigliano
Enrica Vigliano, romana per adozione. Lavora nel mondo dell’arte e della comunicazione di eventi, dopo gli studi di Archeologia e di Business dei beni culturali. Adora parimenti la matematica e la grammatica, avendo una predilezione per le parole crociate e per la vita all’aperto.
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Vi ricordate la tendinite da texting? Una forma di infiammazione di tendini e muscoli del pollice diffusasi negli anni a cavallo del 2000, in particolare tra gli adolescenti. La causa della patologia? L’uso smodato dei cellulari per digitare SMS. È diventata celebre grazie ai molteplici casi di ragazzi che lamentavano dolori alla mano e in particolare al pollice. Oggi si parla di “text o tech neck”. Con l’avvento degli smartphone, sparito il problema della digitazione compulsiva su un tastierino rigido, oggi il vero nemico della postura è lo schermo. A risentirne sono i muscoli del collo e della schiena. I tendini e le vertebre cervicali sono perennemente sollecitati nel protrarsi verso il basso, mentre l’occhio cerca avidamente l’immagine virtuale. Siamo ormai troppo avvezzi a vedere, camminando per strada, sull’autobus o entrando in un bar, teste chine sui cellulari per rendercene conto. Eppure, inclinando la testa di 45 gradi e tenendo la posizione a lungo, è come avere oltre 20 chili che gravano sul collo. Leggi anche: Dolomiti, vacanze gratis se lascia a casa pc e smartphone

Giovani e donne i più colpiti, lo dicono fisioterapisti, osteopati e ortopedici

Steve August, fisioterapista neozelandese, ha coniato la dicitura di i-Hunch, vale a dire “i-Gobba”, per definire la deformazione della postura dovuta alla dipendenza da smartphone. Il Journal of Pshysical Therapy Science ha pubblicato uno studio condotto su studenti e docenti dell’università di Las Vegas. Più della metà delle persone coinvolte nella ricerca hanno riferito dolori cervicali e alle spalle dovuti alle lunghe ore passate sui dispositivi digitali. Secondo Giuseppe Sessa, presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, i nativi digitali e le donne sono quelli maggiormente colpiti. I primi per l’abuso di tecnologia e le seconde per la struttura più esile del corpo.

I giovani pare siano più colpiti, forse per l’utilizzo più intenso e prolungato rispetto alle altre generazioni. Sembrano più a rischio anche le donne, a causa di una minore statura e di un minor tono muscolare rispetto agli uomini

Un ultimo appunto, non meno interessante, riguarda la ripercussione di queste patologie sull’umore. I problemi causati dalla postura sono sì di natura fisica, ma potrebbero diventare psicologici. Anche l’umore e il modo di rapportarsi al mondo cambiano in funzione dell’atteggiamento che si assume. In alcuni casi la stessa postura provoca o amplifica uno stato emotivo. Un esempio chiarificatore: come vi immaginereste una persona depressa? Curva su se stessa, con lo sguardo basso, le spalle in dentro e un atteggiamento poco vitale.

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Quali sono le posture scorrette e come correggerle

La progressiva curvatura del collo inficia sul benessere della persona in tanti modi, non solo estetici. Esistono tuttavia diversi rimedi e strategie per migliorare la postura. Per non rischiare di dover ricorrere alla medicina, ecco alcuni validi suggerimenti per prevenire l’insorgere di dolori e fastidi ed evitare di assumere posizioni scorrette. Da seduti: utilizzare gli smartphone e i tablet con le gambe incrociate o seduti senza appoggiare la schiena affatica la muscolatura e fa piegare il collo in posizione innaturale. Un’utile raccomandazione è quella di tenere a mente che le scapole devono stare “chiuse”, in modo che la colonna si raddrizzi. Sempre meglio, quindi avere uno schienale o comunque mantenere una postura eretta senza piegare il collo, sollevando il dispositivo all’altezza del viso. Bisogna anche assicurarsi di inclinare eventualmente lo schermo verso lo sguardo, non tenendolo piatto sul tavolo. Esistono supporti appositi integrati nelle custodie, ma anche la fantasia può correre in soccorso. Stando in piedi: camminare o stare in piedi, digitando sul cellulare all’altezza del bacino, comporta un forte stress alla colonna e alla cervicale. L’iper-flessione del collo è aggravata dal contraccolpo dei passi. Per alleggerire il carico bisogna sempre ricordarsi di rilassare le spalle e, ancora una volta, sollevare il dispositivo all’altezza del viso. Per evitare sindromi cubitali del gomito, è meglio parlare parlare al telefono utilizzando l’auricolare, liberando le mani dall’ingombro. Da sdraiati: pc e tablet a letto andrebbero evitati poiché la posizione infiamma il rachide e stressa la muscolatura del collo. Se proprio non se ne può fare a meno, bisognerebbe avere almeno l’accortezza di sorreggere bene la schiena e riporre i dispositivi almeno mezz’ora prima di andare a dormire. Sempre: alzare lo sguardo, dimenticarsi della vita virtuale per qualche ora in un cassetto e riscoprire il mondo reale allieva la maggior parte dei dolori connessi alla “gobba da tablet”. Infine, una pratica efficace e preventiva è quella di svolgere esercizi di allungamento e rafforzamento del collo. In questo modo si ripristina lo spazio intervertebrale che viene compresso quando la testa si china. Leggi anche: Boringphone, lo smartphone che ti disintossica dallo smartphone di Enrica Vigliano

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