Come insegnare e imparare a scrivere possono diventare un’occasione di solidarietà

In un'intervista Francesco Trento racconta come è nata e come si è sviluppata l'idea di offrire lezioni di scrittura in cambio di donazioni o volontariato.

Asia Solfanelli
Asia Solfanelli
Intraprendente e instancabile penna, poliglotta, appassionata lettrice e avida viaggiatrice. Sviscerata amante del cinema. E ultimo, ma non per importanza, eterna studiosa, perché non si finisce mai d’imparare.
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Francesco Trento è uno scrittore, uno sceneggiatore, un insegnante nonché amministratore del gruppo Facebook “Come scrivere una grande storia”.

Prima della pandemia, oltre che dedicarsi alla stesura di sceneggiature e romanzi, Francesco teneva vari corsi e seminari in giro per l’Italia, ma le restrizioni e la quarantena hanno costretto anche lui a reinventarsi. Nella noia dei mesi trascorsi serrati in casa, un animo come il suo, che la scrivente si sente in diritto di poter chiamare nobile e generoso, ha pensato a come poter investire il suo tempo aiutando in qualche modo gli altri.

Nasce così l’idea di tenere dei corsi online di scrittura in cambio di donazioni a ospedali o enti o associazioni in lotta contro il virus. Ed è così che insegnare e imparare tecniche narrative diventano un’occasione di solidarietà.

Lo stesso Francesco ci racconta come è nata la sua iniziativa, come si sta sviluppando e cosa ne sarà nel futuro.

Intervista a Francesco Trento su “Come scrivere una grande storia”

Intervista a Francesco Trento su "Come scrivere una grande storia"

Come è nata l’iniziativa?

È nata durante il primo lockdown: mi sono chiesto cosa potevo fare per le persone che erano a casa ad annoiarsi. Riflettendo su quello che potevo fare online e su quello che so fare, è arrivata l’idea di ricominciare a dare lezioni di scrittura. Così ho proposto agli studenti e alle studentesse del mio gruppo, “Come scrivere una grande storia”, un ciclo di lezioni gratuite, tre volte alle settimana, in cambio di una donazione a un ospedale o ad associazioni che erano in prima linea nella lotta al Coronavirus.

Abbiamo iniziato in una cinquantina di persone, ma siamo in brevissimo arrivati a oltre 400. Quando a una lezione di Michela Murgia mi son trovato online con 496 persone, mi sono preoccupato perché su Zoom avevo spazio solo per 500 persone.

Vedendo che l’iniziativa stava avendo un ottimo riscontro, ho iniziato a invitare amici del mondo del cinema e della scrittura disposti a partecipare e dare un contributo. Tra i primi, Stefano Sardo, Michela Murgia, Nicola Giuliano (produttore de “La Grande Bellezza”), Ludovica Rampoldi (autrice de “Il Traditore”), Fabio Bonifacci, Paola Randi, Marco Bechis (regista di “Garage Olimpo”, “La terra degli uomini rossi”, ecc..). E moltissimi altri.

Ovviamente poi per necessità di sopravvivenza, dopo un anno in casa mi sono dovuto adattare per ricominciare a guadagnare, quindi tutto questo è continuato fino a quando non ho ripreso a dare lezioni a pagamento, pur continuando a tenere anche dei corsi completamente gratuiti. Ho precisato però, come del resto facevo anche prima, che chi non aveva possibilità di pagare era libero di non farlo, “sdebitandosi” attraverso azioni solidali.

La mia politica è molto semplice e viene da una frase di Karl Marx: “Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogni”. Insomma, se una persona non può pagare, mi dice quanto può permettersi e se non può permettersi nulla, la mia idea è che ad esempio per dieci ore di corso faccia almeno dieci ore di volontariato.

Ti preoccupi anche di indirizzare poi gli interessati a precisi istituti o associazioni per far volontariato?

No no, ovviamente se mi viene chiesto e posso aiutare, consiglio delle istituzioni o associazioni, altrimenti lascio agli interessati la libertà di scegliere. Conosco e posso suggerire alcuni enti a Bologna, come “Associazione di idee”, oppure a Roma come “Casetta Rossa”, “Nonna Roma”, “Acchittate” o la “Associazione Genitori Scuola Di Donato”.

Di volta in volta proponiamo delle associazioni a cui donare o con cui collaborare. Di fatto però chi segue lezioni gratuite può anche non donare e non fare mai nulla, ma sono sono fiducioso che la gente in qualche modo dia il suo contributo.

Abbiamo spesso ricevuto donazioni molto generose, anche fino a 100 o addirittura 200 euro, ed è comprensibile che queste persone magari non facciano donazioni poi ogni volta. La speranza è che la volta successiva siano altre persone a donare.

L’idea è di dare la possibilità di seguire un corso di scrittura anche a chi non ne ha le possibilità. Io mi fido.

Leggi anche: La comunità autogestita colma il vuoto delle istituzioni: la solidarietà di Sparwasser nel cuore del Pigneto

Come vengono gestite le donazioni?

Le donazioni non passano attraverso me, ma vanno direttamente all’associazione o all’ente che scegliamo come beneficiario. Fornisco l’IBAN in modo che il denaro possa giungere direttamente al destinatario. Se sono io a tenere la lezione, scelgo io a chi destinare le offerte, ma se c’è un ospite chiedo sempre anche a lui o lei se ha delle preferenze o comunque dei suggerimenti.

Ti occupi tu invece di contattare gli ospiti?

Di solito ci penso io, ma accetto molto spesso suggerimenti anche dagli studenti. Mi è capitato di contattare persone per me assolutamente inarrivabili e incredibilmente hanno risposto. Tiffany Mcdaniel, per me una delle scrittrici più brave del pianeta terra, Glen Cooper, Valérie Perrin, Kawai Strong Washburn, solo per fare qualche esempio, hanno già partecipato.

Il 14 maggio ci sarà Joe Lansdale, mentre il 4 giugno addirittura il Premio Oscar Paul Haggis.

Ribadisco che si tratta di lezioni gratuite, l’unica spesa che ho è l’interprete. In questi casi “ci perdo un po'”, ma sono più che felice di farlo. Le lezioni sono sempre in diretta poi vengono caricate su Vimeo per chi vuole seguirle in differita.

Chi sono i tuoi studenti?

Sono per la maggior parte donne, almeno un buon 75-80 per cento. Forse perché le donne leggono di più e forse perché sono più disposte a lasciarsi insegnare. Considerando poi i tanti movimenti che oggi si stanno opponendo al patriarcato, la maggioranza femminile potrebbe essere anche spiegata dal fatto che in questo periodo le donne hanno una voce più forte, hanno più esigenza di esprimersi e ‘farsi sentire’, anche attraverso la scrittura. Questa ovviamente è una mia considerazione, ma cerco di spiegarmi il perché di questa situazione.

La pagina “Come scrivere una grande storia” esisteva…

La pagina esisteva già da tempo perché ho tenuto dei corsi sia a Roma che a Cagliari, nel gruppo inizialmente c’erano i mie studenti, ma eravamo non più di seicento. Oggi siamo circa 4.000. Anche la pagina Facebook “Come si scrive una grande storia” inizialmente era seguita da forse 4.000 followers, oggi sono più di 17.000. Durante la prima quarantena, quando la gente era costretta a casa e aveva bisogno di qualcosa da fare, il progetto ha trovato subito buona accoglienza e l’iniziativa è cresciuta in fretta.

Abbiamo notato che alcuni studenti e alcune studentesse hanno persino conseguito dei premi…

Si, le chiamo “soddisfazioni”. Giorgia Simoncelli, Valentina Mira, autrice di “X”, un libro appena pubblicato da Fandango, o Ambra Principato, non sono che alcuni esempi.

Anche se la soddisfazione più grande è quella di aver creato una comminity solidale, dove per qualsiasi cosa basta scrivere sul gruppo e prontamente qualcuno interviene, risponde e ci si aiuta. È molto bella questa cosa.

Ho sempre pensato che la vita vada affrontata nell’ottica di un NOI, non di un IO. Siamo NOI tutti su questo pianeta e qualsiasi problema, persino quello nell’angolo più sperduto del globo, prima o poi può coinvolgere tutti. La pandemia lo ha dimostrato bene…

Leggi anche: Protocollo Unico di Terapia Domiciliare Covid-19: il Comitato incontra Bassetti e Remuzzi

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