Crollo delle immatricolazioni universitarie. Al Sud situazione drammatica

Con il Covid la crisi economica rallenta le iscrizioni all'Università, specialmente al Sud che, secondo Almalaurea rischia un tracollo epocale.

Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli
Catiuscia Ceccarelli, giornalista e imprenditrice, si occupa di personaggi, interviste, attualità e lifestyle. Segni particolari? Mamma di Matilde
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Il Covid ha brutalmente cambiato le nostre vite. Ha messo a repentaglio la salute fisica e anche quella economica, con gravi ripercussioni in ambito sociale e civico. Per via delle difficoltà economiche e dell’incertezza che regna sovrana per il futuro, molte famiglie – specialmente al Sud – stanno rinunciando alla formazione universitaria dei propri figli. Crollo delle immatricolazioni nelle Università italiane.

L’Università fa fatica ma resiste

Secondo il Rapporto 2020 AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei laureati, analisi basata su una rilevazione che coinvolge oltre 290 mila laureati del 2019 di 75 Atenei, nel mondo scolastico l’Università ha retto bene al terremoto Covid. Fattori come l’età degli studenti, maggiorenni e autonomi, e il fatto di essere già abituata alla didattica a distanza in alcune facoltà, hanno fatto sì che il mondo accademico fosse strutturato, seppur con qualche lacuna, ad affrontare le restrizioni imposte dall’emergenza. Una reazione resiliente che mette il sistema universitario italiano in una posizione di vantaggio anche per la ripartenza del prossimo anno accademico, che si prospetta complicato per il mondo della scuola in generale.

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Il problema del Sud

Nonostante dati positivi, anche se pochi, il Rapporto di AlmaLaurea rivela una situazione moto grave in particolare per le Università del Sud. Con la migrazione degli studenti verso gli Atenei del Nord, in crescita già dal 2008, il Sud rischia grosso. Ivano Dionigi, presidente di AlmaLaurea, ha dichiarato in una sua recente intervista a Fanpage:

Il Sud tra dieci anni sarà un guscio vuoto, serve un piano di investimenti straordinario per la formazione.

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Il Nord accademico attrae

Tra i fattori che spingono gli studenti universitari a fare il sacrificio di lasciare il Sud, pesa il tasso di occupazione che al Nord è salito al 79% mentre per gli Atenei  del Sud è notevolmente sceso al 61%. Unica eccezione per Ingegneria Elettronica. Ma anche il reddito percepito nei primi anni di lavoro è risultato penalizzante: un laureato del Nord prende uno stipendio più alto rispetto a un collega del Sud.

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Le criticità del sistema universitario italiano

L’Italia è penultima in Europa per numero di laureati, posizionandosi appena prima della Romania. Sempre in merito a quanto rilevato dal Report di AlmaLaurea, a fronte di eccellenze come il livello qualitativo dei docenti, ci sono alcune criticità che penalizzano le nostre Università. Su tutte la carenza di strutture e infrastrutture, come biblioteche e laboratori, motivo di insoddisfazione tra gli studenti.  

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Crollo di immatricolazioni nel 2020

Il Sud è fortemente a rischio e l’autunno 2020 non promette nulla di promettente. Secondo Dionigi:

Un laureato su quattro del Sud, nel nostro Paese, non si iscrive in un ateneo del Sud. E la metà dei laureati del Sud non lavorerà in un’azienda del Sud. Ciò significa, in proiezione, un impoverimento generale del tessuto sociale e culturale del meridione d’Italia con tutto ciò che può rappresentare. Con l’arrivo del Covid-19 c’è il rischio di assistere, come è già nei fatti, a un calo delle immatricolazioni. Per il Sud rappresenterebbe un ulteriore colpo mortale. Siamo davanti a una situazione drammatica che va affrontata urgentemente.

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