Come affrontare le varianti, Pregliasco: “Attenzione massima, aumentare il distanziamento”

Il direttore sanitario del “Galeazzi” di Milano torna a parlare di varianti e consiglia maggiore accortezza per limitare l’esposizione al contagio.

Elza Coculo
Elza Coculo
Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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Le varianti del virus hanno fatto saltare tutti i piani preposti ad affrontare l’emergenza Covid: infettano di più, le mascherine risultano meno efficaci, quasi nessuno dei vaccini in commercio garantisce un’adeguata copertura.

L’indice Rt sale a 1.06 e numerosi focolai vengono segnalati lungo tutta la Penisola. Diverse regioni da lunedì torneranno in zona rossa o arancione rafforzato. Siamo in quella che gli esperti hanno definito terza ondata. E qualcuno parla già di quarta.

Tutta colpa delle varianti? È possibile. Quello che invece è certo è che ognuno deve continuare a fare la sua parte: l’imperativo è non infettarsi.

Il virologo e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, dal canto suo mette in guardia i cittadini e suggerisce qualche accortezza ancora per proteggersi nel miglior modo dal virus.

Contro le varianti, Pregliasco: “Aumentare il distanziamento”

In presenza di varianti è necessario mantenere le procedure di igiene e sicurezza personale, riducendo il più possibile i contatti interpersonali.

La ‘rilassatezza’ delle ultime settimane di sicuro non ci ha aiutati: abbassare la guardia gioca contro di noi.

Queste le parole di Pregliasco che ha ben spiegato cosa accade in presenza della varianti, in particolare della variante inglese del Sars-Cov-2: quando la mutazione è presente, si riscontra una maggiore “quantità di virus nelle vie respiratorie”.

Maggior “quantità di virus” e una “carica virale superiore” aumentano la capacità di trasmissione di questa variante del 30-40% almeno. Studi tecnici hanno mostrato come “la nuvola delle goccioline sia più pervasiva nello spazio” e densa.

Allora, bisogna insistere sulle misure preventive, soprattutto, continuare con il distanziamento sociale e aumentarlo. Un solo metro certamente non è più sufficiente. Un metro e mezzo, forse due, potrebbero bastare.

Ma avverte il virologo: la maggior carica virale è un elemento che “riduce gli spazi e i tempi del contagio. In questa fase ogni contatto è ancora più a rischio”.

Leggi anche: No alla Tachipirina contro il Covid, lo dicono il TAR del Lazio e la Regione Molise

Contro le varianti meglio usare una mascherina Ffp2

varianti mascherine ffp2 certificate proteggono meglio

La variante ingluse ‘buca’ la normale mascherina. Vero. Ha sottolineato Pregliasco: “Le Ffp2, se di buona qualità, ovviamente hanno una maggiore protezione”. Tuttavia, continua Pregliasco, le Ffp2 possono diventare un impegno economico. “Usiamo quindi le chirurgiche come base” da preferire alle mascherine non certificate, ricordandosi di “cambiarle frequentemente”.

Come segnala l‘indice Rt in crescita, le prossime settimane saranno molto delicate per l’Italia. “Bisogna riportare l’attenzione ai massimi livelli, anche se mi rendo conto che la popolazione sta vivendo una maratona oramai estenuante” conclude il virologo.

Leggi anche: Covid, come curarlo a casa e limitare i ricoveri in ospedale

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Elza Coculo, 30 anni, di adozione romana. Lettrice appassionata con formazione in Studi italiani. Laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice per Il Digitale. Amo scrivere di attualità e cultura eco-sostenibile.
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